venerdì 30 settembre 2016

WCW Starrcade (27 dicembre 1994)

Recensione WCW Starrcade 1994
27 dicembre 1994 da Nashville (Tennessee)
Durata show: 2:44:57

Ultimo evento in pay per view della WCW nel 1994, è stato un anno di incredibile transizione da un fulcro iniziale sul tentativo di proporre un prodotto moderno capace di non dimenticarsi del Wrestling tradizionale tipico della NWA alla piena Hulkamania e un ‘revival’ degli anni ’80. Starrcade come sempre è l’evento di punta della WCW (e prima ancora della NWA). Eppure, guardando la card è facile notare che c’è ben poco di epico. Vi dico soltanto che se il buyrate di Halloween Havoc con Hogan vs Flair nella gabbia era di 0.97, Starrcade ha ottenuto un buyrate di 0.60, con l’evento seguente che è tornato vicino ai risultati precedenti, con 0.95. Perciò, l’interesse del pubblico per Hulk Hogan contro The Butcher (aka Brother Bruti, aka Brutus Beefcake) era inesistente, così come il mio in fase di recensione e visione dello show per la prima volta.

WCW United States Heavyweight Title Match: Jim Duggan (c) vs. Vader (w/Harley Race)
Ci vogliono oltre dieci minuti di preparazione e interviste prima di passare agli ingressi del primo match. A inizio match, Duggan getta il manager Harley Race fuori dal ring mentre Vader è riluttante, non pare voler combattere, per fortuna poi comincia il combattimento. A sorpresa è Jim Duggan il trascinatore della sfida, ed è anche uno dei suoi migliori match. Vader cerca di distruggerlo con degli Splash all’angolo, la prima volta ci riesce, la seconda viene fermato in precedenza. Race aiuta il lottatore e lui prova allora a connettere con un Moonsault, ma Hacksaw si toglie. La sfida prosegue e Duggan connette con la sua Three Point Stance. A un passo dalla vittoria, Race lo colpisce agli occhi e Vader sale di nuovo all’angolo, ma viene gettato giù con un Bodyslam impressionante. Poi l’avversario riesce a gettarlo alle corde, dove Race tiene il pezzo di legno per urtarlo. Arriva un Facebuster di Vader, che poi va a chiudere con uno schienamento in 12 minuti e 6 secondi, vincendo la cintura americana. 6/10, i cori ‘USA-USA’ in uno scontro fra americani sono irritanti e hanno poco senso, ma la qualità è sicuramente superiore a quello che mi aspettavo, specialmente da parte di Jim Duggan che sembra proprio voler fare il match della carriera. 6 è il massimo che posso dare considerato che il wrestler ha i suoi limiti.

Alex Wright vs. Jean-Paul Levesque
A leggere il secondo nome molti penseranno “ehi, Triple H ha combattuto a Starrcade prima che a Wrestlemania”, che in effetti è vero, ma è la sua unica sfida in pay per view nella WCW. A differenza di Alex Wright che è rimasto e si è costruito una buona reputazione come lottatore. La gimmick di Levesque è la stessa di Hunter Hearst Hemsley dell’anno seguente in WWF, il nobile altezzoso. Scontro fra debuttanti (o lottatori alle prime armi presenti da poco tempo) senza alcuna storia dietro. Ci potrebbe stare se fosse un match breve, ma dura 14 minuti e 3 secondi e non ha nulla al suo interno di interessante. Wright chiude con un Roll-up sull’avversario. 5/10, pubblico spento, zero interesse ed entrambi i lottatori mostrano di aver bisogno di molta più esperienza prima di gestire una sfida da quasi 15 minuti. Scelta insensata che rende il match troppo lungo per quello che ha da offrire. Aveva più senso proporre un altro Dustin Rhodes contro Bunkhouse Buck invece di questo.

WCW World Television Title Match: Johnny B. Badd (c) vs. Arn Anderson (w/Col. Robert Parker & Meng)
La rivalità era fra Johnny B. Badd e Honky Tonk Man, ma quest’ultimo ha lasciato la federazione prima dello show, lasciando spazio ad Arn Anderson, un wrestler qualitativamente superiore e capace di buone prestazioni. Tuttavia il match non pare ingranare, non c’è mai un momento che mi abbia fatto pensare che sia stata una sfida interessante, ed è un peccato visto che i match di Johnny erano stati tutti buoni negli ultimi mesi. Anderson va per lo schienamento, ma tocca le corde e l’arbitro lo sposta, così Johnny connette con un Roll-up e chiude la sfida in 11 minuti e 21 secondi, mantenendo la cintura. 3/10, purtroppo non c’è nulla che riesca ad attirare l’attenzione, è un match creato sul momento per la mancante di Honky Tonk Man.

Harlem Heat (Booker T & Stevie Ray) (w/Sister Sherri) vs. The Nasty Boys (Brian Knobbs & Jerry Sags)
Riassumendo la situazione caotica attorno alle cinture di coppia, i Nasty Boys hanno vinto una title shot a Clash of the Champions 29, ma allo stesso tempo gli Stars and Stripes sono diventati campioni, poi hanno perso le cinture contro gli Harlem Heat. E si arriva a una sfida dove i #1 contenders non lottano per i titoli! Sì, non ci sono le cinture in palio. Anche qui la sfida dura più di quanto dovrebbe ed è confusionaria e spesso noiosa, quasi tutta basata sulla rissa fra le due squadre. Il finale è pessimo e inconcludente, Sherri spruzza il suo spray ma colpisce Stevie Ray per errore, poi lei cerca di rimediare e si lancia con il suo Headbutt dalle corde, finendo ancora su Ray. Viene data la vittoria per squalifica ai Nasty Boys dopo 17 minuti e 49 secondi. 5/10, pessima sfida di coppia, poteva uscire qualcosa di più godibile, inoltre dopo tutto quel tempo vedere un finale del genere è irritante. Si potevano almeno mettere in palio le cinture anche se non penso che sarebbe servito a migliorarne la qualità.

Kevin Sullivan vs. Mr. T
Visto che piovono premi per tutto l’evento (vedere segmenti), ecco un premio da parte mia: il peggiore match dell’anno. Il problema non è Mr. T, che subisce per tutta la durata della sfida senza nemmeno una reazione, e nemmeno Kevin Sullivan. Ma c’è Santa Claus (Babbo Natale), che è chiaramente Dave Sullivan, a distribuire regali, poi se ne approfitta per usare il suo sacchetto in cui ha il megafono di Jimmy Hart per attaccare il fratello Kevin, permettendo a Mr. T di chiudere su di lui dopo 3 minuti e 50 secondi. 0/10, breve ma tremendamente doloroso, e il post-match è pesante e non sembra terminare.
Quale post-match? Il pestaggio di Kevin nei confronti di Dave Sullivan. Il pubblico inneggia a Hulk Hogan, ma nessuno interviene. Orrore senza fine.

Avalanche (w/Kevin Sullivan) vs. Sting
Trovo Avalanche (Earthquake) un buon lottatore, il suo ritorno in WWF nel 1994 è stato fallimentare, un paio di match a Raw e poi è sparito nel nulla per catapultarsi in WCW, dove è subito stato lanciato ai piani alti, in rivalità con Hulk Hogan e Sting. Dopo minuti di noia, perché purtroppo non succede niente di rilievo, l’arbitro cade e Sting riesce a gettare il rivale a terra con un Bodyslam per poi applicare la Scorpion Death Lock. Kevin Sullivan interviene ed Avalanche prende il sopravvento. Hulk Hogan interviene armato di una sedia ma un secondo arbitro pensa che lui abbia attaccato Sting e gli dà la vittoria per squalifica dopo 15 minuti e 26 secondi. Ma che è successo? Che senso ha? 5-/10, senza interferenze sarebbe stato meglio, non di molto perché i primi dieci minuti erano tremendi. Il finale è inaccettabile e non porta da nessuna parte.

WCW World Heavyweight Title Match: Hulk Hogan (w/Jimmy Hart) (c) vs. The Butcher (w/Avalanche & Kevin Sullivan)
Lungo filmato riassuntivo sulla rivalità fra Hulk Hogan e The Butcher. Per chi se la fosse persa (nelle mie recensioni ci sono i punti salienti), Brother Bruti era dalla parte di Hogan, ma allo stesso tempo giocava il ruolo di uno dei wrestler mascherati (l’altro era Kevin Sullivan) che lo aggredivano di continuo. Alla fine è stato smascherato e si è scoperto che era proprio il grande amico di Hogan… ormai diventato The Butcher.
Addirittura Hulk Hogan riceve due volte il suo tema d’ingresso, la prima mentre entra, la seconda dopo l’annuncio del match. L’Hulkster è aggressivo e si fa strada usando la sedia all’esterno del ring e morsicando l’avversario, mentre il rivale si limita a prese statiche, cercando poi di vincere con la Sleeper Hold. Hogan reagisce e si gasa prima di provare a chiudere. Intervengono Sullivan e Avalanche ma lui si occupa di tutti i membri dei Three Faces of Fear. Atomic Leg Drop dal nulla su Butcher e schienamento dopo 12 minuti e 7 secondi per la vittoria. 5/10, deludente ai massimi livelli per un main event, è il solito trionfo di Hulk Hogan ma a questo giro non c’è nemmeno interesse perché l’avversario non è mai credibile.

Segmenti e considerazioni:
  • -          In un dark match, Arn Anderson e Bunkhouse Buck sconfiggono Brad Armstrong & Scott Armstrong.
  • -          Come gli eventi precedenti, Starrcade si apre con l’inno americano dopo un video che presenta le rivalità in corso.
  • -          Intervista al nuovo acquisto della WCW, “Macho Man” Randy Savage. Tuttavia non è il wrestler amato che ha lasciato la WWE due mesi prima, ma è arrogante e vuole un confronto con Hulk Hogan. Savage dice che è pronto a stringergli la mano, però potrebbe anche sferrargli uno schiaffo e rispedirlo in California. Strano modo per presentare un wrestler la cui presenza sarebbe stata accolta in modo positivo dai fan della WCW, invece si ritrovano a fischiarlo.
  • -          Conferenza stampa con Hulk Hogan che riceve il premio di wrestler dell’anno da Pro Wrestling Illustrated (chiaramente il famoso ente che fa classifiche ogni anno e per cui il web si infuria senza alcuna ragione visto che ognuno è libero di votare come preferisce chi ritiene abbia fatto meglio). Anticipo che Hogan non sarà la mia prima scelta (ma nemmeno nei primi tre) nei Cith Awards del 1994, considerato che ha debuttato a metà anno e c’è chi ha fatto meglio dall’inizio del ’94.
  • -          Intervista a Three Faces of Fear, il trio composto da Kevin Sullivan, Avalanche e The Butcher (Brutus Beefcake). I tre lanciano un po’ di minacce ai rispettivi avversari.
  • -          Seconda parte della conferenza stampa del PWI, con il premio di migliore tag team ai Nasty Boys, e qui si tratta di una scelta più logica visto il loro successo e la quantità di buoni match nel corso dell’anno.
  • -          Terza parte della conferenza stampa del PWI, con il premio dei lettori al wrestler più popolare, che viene dato a Sting.
  • -          Promo di Hulk Hogan, con Jimmy Hart, che promette a “Mean” Gene di abbattere The Butcher e se necessario anche Randy Savage.
  • -          Quarta parte della conferenza stampa del PWI, con il premio al miglior manager dell’anno che va a… Jimmy Hart! Non è nemmeno nella mia Top 3 annuale ed è indubbio che sia stato truccato (anche se è probabile che sia lo stesso anche per gli altri premi annunciati, la WCW non era la prima federazione al mondo a quei tempi).
  • -          A main event concluso, interviene “Macho Man” Randy Savage, che decide di aiutare Hogan a respingere i Three Faces of Fear. Arriva poi la stretta di mano fra loro, con il pubblico contento per la scelta di Macho Man.
  • -          Mentre Hogan festeggia nello spogliatoio, Vader interrompe la festa e gli lancia una sfida, dicendo che ora che è diventato campione americano vuole batterlo e porre fine all’Hulkamania. Fra i due scatta una rissa che viene fermata dai lottatori presenti.



Voto finale: 2/10, ho visto tutte le edizioni di Starrcade dal 1983 in poi (cioè dall’inizio) e anche se alcune volte non era riuscito al meglio (mi rivolgo in particolare agli orrendi Battlebowl/Lethal Lottery) non è mai stato così tremendo come nel 1994, anche se l’edizione 1991 ci arriva comunque vicino. Non parte male, il match iniziale è sufficiente e funziona bene per scaldare l’atmosfera, buon lavoro da parte di Jim Duggan in una serata dove Vader non risplende. Dal match seguente in poi c’è il vuoto assoluto, nulla di salvabile, al massimo si può puntare il dito verso le sfide ‘meno’ peggiori delle altre. Avevo aspettative almeno su Sting contro Avalanche, ma è stato deludente e con un finale sgradevole. C’erano quattro lottatori che nel 1994 hanno reso grande la WCW senza stare nel main event: Steven Regal, Steve Austin, Cactus Jack e Dustin Rhodes, e nessuno di loro è presente a Starrcade, l’evento principale dell’anno. L’arrivo di Randy Savage è utile per costruire una storia con Hulk Hogan, ma non è così memorabile. Si può parlare di uno show fallimentare? Sicuramente, un buyrate basso e una risposta dell’arena quasi inesistente.

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