lunedì 27 febbraio 2017

Recensione Raw episodio 145 (29 gennaio 1996)

Recensione Raw 145
29 gennaio 1996 da Stockton (California)
Durata show: 44:27
Rating: 2.4 (vs Nitro #22: 2.8)

Secondo dei tre episodi registrati a Stockton, con due sfide su tre dall’ottimo potenziale.

Diesel vs. The British Bulldog (w/Jim Cornette)
Fa strano vedere ancora Diesel lottare con il supporto del pubblico dopo essersi messo contro Bret Hart e Undertaker, è una situazione simile a quella di Lex Luger in WCW.  Lo scontro è buono, come potrebbe non esserlo quando è British Bulldog a gestire i tempi e impostare la sfida sul piano tecnico? Nel finale interviene Yokozuna e per errore colpisce il suo compagno, annientandolo, così Diesel riesce a schienarlo e vincere la sfida. 7/10, buona partenza per lo show, con un match che funziona pur senza alcun picco qualitativo. Diesel riesce ancora ad avere molti fan dalla sua parte.

In Your House Report gestito da Dox Hendrix (Michael Hayes). All’interno Bret Hart in un’intervista parla del suo Steel Cage match contro Diesel per la difesa della cintura mondiale, mentre c’è un nuovo segmento di Billionaire Ted quando viene svelato che c’è una causa legale in corso dalla WCW, offesa dal contenuto di queste scenette.

The Body Donnas (Skip & Zip) (w/Sunny) vs. The Godwinns (Henry O. Godwinn & Phineas I. Godwinn) (w/Hillbilly Jim)
Match semplice per i Godwinns contro un team che ormai non ha alcuna capacità di resistere agli avversari. Bastano circa 2 minuti di sfida per vedere i Godwinns vincere per schienamento. Il focus è su Phineas, il compagno di Henry. Squash.

Viene annunciato Bret Hart contro Undertaker con il titolo mondiale in palio nel prossimo episodio di Raw.

L’avvocato Clarence Mason aiuta Jim Cornette a far annullare la sospensione di Vader dalla federazione.

“Rowdy” Roddy Piper viene nominato il sostituto di Gorilla Monsoon durante la sua assenza per infortunio (sempre da parte di Vader). Dunque Piper ritorna con un ruolo di potere e fa le sue ‘promesse’ da presidente, poi solleva McMahon con un Airplane Spin mostrandosi un po’ fuori di testa ma apprezzabile dai fan.

Vignetta pre-debutto per Mankind, con un’inquadratura da vicino dell’orecchio sfigurato dal famoso incidente, il lottatore si chiede perché è l’uomo che è, e chiude con il suo motto “Have a nice day” che farà storia. Scena perfetta per presentare le abilità al microfono di Mick Foley.

Shawn Michaels vs. Yokozuna (w/Jim Cornette)
Sappiamo tutti che Michaels renderebbe ottimo un match contro un carro armato, ma qui Yokozuna esce veramente bene, facendo una buona prestazione. HBK è in rampa di lancio ed è altamente motivato nella sfida, fra Moonsault e Diving Headbutt, per poi vincere pulito dopo un Superkick. 7+/10, da segnalare un match riuscito meglio di ogni previsione, che è godibile come main event ed ha una durata giusta.

Yokozuna ha problemi con Owen Hart e British Bulldog dopo la sconfitta ma i tre uniscono le forze per accerchiare Shawn Michaels, però interviene Diesel dalla sua parte. Jim Cornette propone un tag team match per la prossima puntata di Raw fra le squadre.


Voto finale: 7/10, una puntata meno vista di Nitro ma sicuramente interessante, con due match che si lasciano guardare con piacere, sia Diesel che Shawn Michaels appaiono nel pieno delle loro forze, con il primo che riesce ancora a farsi tifare dal pubblico anche da rivale di Bret Hart e Undertaker, mentre HBK è sempre più vicino al suo match titolato a Wrestlemania XII. C’è l’introduzione di Mankind, Roddy Piper ritorna e diventa presidente per un periodo non specificato, la puntata scorre bene e sembra aver trovato una formula valida per fare concorrenza a Nitro, così come la precedente offre buoni spunti.

domenica 26 febbraio 2017

Recensione WCW Clash of the Champions 32

Recensione WCW Clash of the Champions XXXII (32)
23 gennaio 1996 da Las Vegas (Nevada)
Durata show: 1:40:36

Nota: la qualità audio dell’evento è pessima, c’è un eco irritante ed è difficile capire tutto.
A un solo giorno di distanza da un episodio di Nitro che ha visto Randy Savage tornare campione mondiale, torna il supershow storico della WCW. Viene inoltre annunciato il ‘matrimonio’ a Las Vegas fra Sister Sherri (o come si fa chiamare lì) e Col. Parker. “Mean” Gene si reca da loro per un’intervista in esterna e il report del matrimonio. Ci sono diversi segmenti brevi, riassumo solo le parti più importanti.

The Nasty Boys (Brian Knobbs & Jerry Sags) vs. The Public Enemy (Johnny Grunge & Rocco Rock)
Nastys, get the table! O qualcosa del genere perché la sfida vede l’uso di un tavolo posizionato sul ring. Considerato che non è una sfida hardcore, i due team vengono squalificati dopo 4 minuti. 4/10, quasi ingiudicabile, è al fondo della scala perché quello che succede non ha senso, è troppo forte la volontà di farsi squalificare.
I due team continuano la sfida, ma il tavolo non viene rotto in alcun modo, tranne quando viene buttato fuori dal ring addosso a Johnny Grunge. Sono chiari i richiami allo stile ECW per attirare il pubblico.

Promo di Ric Flair e The Giant sulla rampa dove emerge tutto il carisma del Nature Boy, che pare non aver preso malissimo la perdita della cintura contro Savage.

Alex Wright vs. Dean Malenko
Qui c’è sicuramente del buon Wrestling, anche se Wright è chiaramente un lottatore sottovalutato che svolge sempre la funzione di quello che combatte bene ma alla fine perde. Malenko vince per schienamento dopo 5 minuti e 29 secondi. 7+/10, con qualche minuto in più sarebbe stato ottimo.

Disco Inferno vs. The Taskmaster (w/Jimmy Hart)
Okay, qui siamo su livelli atroci, il Taskmaster non è un buon lottatore, ma il problema è Disco Inferno che imita Elvis, rendendosi ridicolo per poi finire gettato fuori dal ring senza che nemmeno sia contata la sfida. 0/10, un segmento invece che una sfida ma di quelli pessimi.

Intervista di Eric Bischoff ai campioni di coppia Sting e Lex Luger. Irrompono i Road Warriors, ritornati in WCW come team, e Sting vorrebbe subito offrire loro una possibilità di lottare per le cinture di coppia, ma Luger non concorda e dice che devono mettersi in coda a tutti gli altri team. Il segmento mostra la differenza caratteriale fra Sting e Luger.

Segmento intervista a Paul Orndorff che ripercorre i suoi cambiamenti negli ultimi mesi e la rivalità con i Four Horsemen.

Brian Pillman vs. Eddie Guerrero
Pillman sfrutta il cambio di personaggio delle ultime settimane, mostrandosi più aggressivo e fuori di testa, infatti questo è il famoso match dove prende per il collo Bobby Heenan (una zona delicata che potrebbe causargli seri problemi) e lui gli risponde con un insulto in diretta, un segmento che ha fatto storia e che pare il precursore del licenziamento ormai vicino di Flyin’ Brian. Guerrero combatte bene anche se la sfida non riesce a prendere il ritmo giusto, nel senso che potrebbe essere molto più di quello che offre. Nel finale Pillman riesce a vincere in soli 5 minuti e 59 secondi per schienamento. 7-/10, c’è stato molto più Pillman di Guerrero.

Intervista a Hulk Hogan, Randy Savage e la stella del football Kevin Greene (che non conosco). Alla fine è solo un modo per intervistare l’ospite, poi si parla di Miss Elizabeth e secondo l’Hulkster lei era troppo difficile da mantenere dalla sua parte per Macho Man. I toni passano spesso dal gioviale al competitivo.

WCW World Tag Team Title Match: Lex Luger & Sting (c) vs. The Blue Bloods (Earl Robert Eaton & Lord Steven Regal)
Una difesa abbastanza facile per i campioni di coppia, ma fa piacere vedere per una volta Luger e Sting ottenere una vittoria pulita senza lasciare altri sospetti sul Total Package. Sting sottomette Eaton dopo 7 minuti e 47 secondi. 6+/10, sfida nella norma, più che sufficiente.

Continuano i segmenti del matrimonio e le cose si mettono male quando Parker svela a Sherri di aver perso i soldi con il gioco d’azzardo.

Intervista a Brian Pillman, che minaccia di usare parole volgari in diretta tv e si lamenta di Paul Orndorff, suo rivale, per poi attaccare anche Kevin Sullivan.

Mexican Heavyweight Title Match: Konnan (c) vs. Psicosis
No, non andate a controllare, la cintura non esiste. Serve solo per presentare Konnan come il campione del Messico. Match abbastanza breve che serve più che altro per mostrare il talento sul ring di Konnan, che non è il messicano più agile ma ha dimostrato di essere abile. Per lui non è difficile arrivare a vincere la sfida e chiude con una variante in piedi della Figure 4 per sottomissione in 5 minuti e 26 secondi. 7/10, nulla di speciale, ma funziona bene.

Il matrimonio viene annullato quando Madusa attacca Sherri, è stato un disastro (e non è stata una bella serie di segmenti).

Hulk Hogan & Randy Savage (w/Kevin Greene & Miss Elizabeth) vs. Ric Flair & The Giant (w/Jimmy Hart)
Miss Elizabeth debutta in WCW come manager di Randy Savage, ripristinando una fra le coppie più famose del Wrestling. L’alleanza fra Flair e Giant porta inoltre Dungeon of Doom e Horsemen a collaborare. La sfida è accettabile, c’è azione e la durata non è eccessiva. Ric Flair utilizza un oggetto per barare e ottenere la vittoria proprio su Macho Man dopo 9 minuti e 41 secondi. 7-/10, anche qui nulla di impressionante ma il match svolge la sua funzione e, a sorpresa, sono Flair e Giant a vincere.


Voto finale: 5/10, se quanto si vede sul ring è discreto, i segmenti lo rendono pesante. La storia fra Sherri e Col. Parker non era malaccio, è durata molti mesi e ci stava una sorta di conclusione, ma un matrimonio distribuito in vignette poco interessanti lo rende pesante. Inoltre, si vede l’intento di portare Clash of the Champions ad assomigliare ai vecchi Saturday’s Night Main Event della federazione rivale, con personaggi caricaturizzati e situazioni assurde che andrebbero bene negli anni ’80 o inizio ’90, ma non molto nel ’96. Non a caso si avvicina la fine di questi supershow anche per la WCW, ce ne saranno poi solo altri tre. Rimane comunque guardabile perché sul piano del Wrestling c’è ben poco di atroce (giusto un paio di sfide brevi), Brian Pillman contribuisce involontariamente a causare un momento surreale con Bobby Heenan. Ma non c’è comunque nulla che lo renda un evento da seguire.

lunedì 20 febbraio 2017

Recensione Nitro 21 (22 gennaio 1996)

Recensione WCW Nitro 21
22 gennaio 1996 da Las Vegas (Nevada)
Durata show: 51:38
Rating: 2.7 (vs Raw #144: 2.9)

Si parte con Konnan che si presenta al tavolo di commento e si annuncia come il ‘campione messicano’, mettendo in palio la sua cintura contro Psicosis la sera seguente a Clash of the Champions 32. Si tratta di una cintura fittizia e non appartenente a una federazione reale.

Prima della sfida iniziale viene annunciato il ritorno di Miss Elizabeth, che si riunirà con Macho Man anche in WCW la sera seguente.

WCW World Heavyweight Title Match: Ric Flair (w/Jimmy Hart) (c) vs. Randy Savage (w/Woman)
Stavolta si vede il migliore Randy Savage ed è no spettacolo vederlo motivato e capace di combattere con determinazione. Il match è breve ma ha un buon ritmo e una fase finale intensa. Arn Anderson interviene per aiutare Flair ma colpisce l’alleato con il tirapugni. Suona la campanella della squalifica ma la sfida prosegue, Hogan arriva a fare pulizia all’esterno e Savage vince con il suo Flying Elbow Drop per schienamento dopo 8 minuti e 35 secondi, tornando campione mondiale a breve distanza dopo aver perso la cintura. 7+/10, più che un voto per la sfida, abbastanza nella norma, è il momento a essere incredibile, un cambio di titolo mondiale in diretta a Nitro, non poteva esserci qualcosa di migliore, ma viene collocato all’inizio per attirare spettatori quando sarebbe stato un degno main event.

Hulk Hogan si congratula con Macho Man per la vittoria della cintura e vuole la sua title shot, ma lui lo zittisce, dicendogli che non è il commissario della federazione ma il campione, quando decideranno di dargli la sfida lui lo affronterà. Tuttavia loro rimangono alleati e Hogan vuole Savage dalla sua parte nel main event contro One Man Gang. Savage però è ancora polemico perché dice che quando lo avrà battuto durante la prima occasione vuole che Hogan gli stringa la mano. Oh, yeah.

Brian Pillman vs. Dean Malenko
La qualità del match è superiore al precedente, ma il pubblico è spento, ha già avuto il suo ‘main event’ e non sembra apprezzare particolarmente questa sfida (Malenko non è ancora un trascinatore supportato dal pubblico). Pillman vince con uno schienamento sporco in 6 minuti e 20 secondi. 7-/10, sicuramente non è uno dei migliori match dei due lottatori, ma una sfida godibile seppure breve.

WCW World Tag Team Title Match: Harlem Heat (Booker T & Stevie Ray) (c) vs. Lex Luger & Sting
Buona scelta di tenere in squadra Sting e Lex Luger, che si è fatto sempre più pericoloso per Sting al punto che anche lui comincia a perdere fiducia. Sting sta quasi tutto il tempo sul ring, poi dà il cambio al compagno, che con l’aiuto di Jimmy Hart bara per ottenere la vittoria, usando un sacchetto pieno di dollari d’argento del casinò per poi eseguire lo schienamento dopo 9 minuti e 33 secondi. Nuovi campioni di coppia. 7/10, altro match superiore alle aspettative, con un finale inatteso. Sting non sa che il cambio di titoli è arrivato grazie a Jimmy Hart e a una tattica sporca di Luger.

Hulk Hogan vs. The One Man Gang
La storia è semplice e prevedibile, Hogan domina la sfida e vince con l’Atomic Leg Drop in 3 minuti e 3 secondi. Squash, ironico perché One Man Gang è ancora il campione americano, ma fa la figura di un jobber come tanti.

Randy Savage aiuta Hogan a liberarsi degli Horseman e del Dungeon of Doom che giungono ad attaccarlo. The Giant è furioso e viene tenuto a distanza da Zodiac. L’Hulkster avvisa poi Macho Man che punterà a liberare la strada per ottenere una title shot contro di lui. Poi si preparano a combattere insieme contro Ric Flair e The Giant a Clash of the Champions 32.

Voto finale: 7/10, una puntata con due grandi sorprese, dal cambio di titolo da Ric Flair a Randy Savage, a Lex Luger e Sting nuovi campioni di coppia in modo sleale, lasciando sempre dei dubbi sulla loro amicizia. L’episodio funziona bene pur con qualche difetto strutturale, ma qui Hulk Hogan e Randy Savage sono protagonisti dell’episodio e mandano avanti una storia che prima o poi li vedrà contro, anche se quell’occasione è stata rimandata tante volte. La cosa più strana è vedere comunque Hogan nel main event nonostante due sfide decisamente più importanti.

Nitro, voto 7; Raw, voto: 7.5. Nonostante i cambi di titolo a Nitro, Raw è stato un episodio migliore.


Nitro 14 – Raw 4

lunedì 13 febbraio 2017

Recensione Raw episodio 144 (22 gennaio 1996)

Recensione Raw 144
22 gennaio 1996 da Stockton (California)
Durata show: 45:19
Rating: 2.9 (vs Nitro #21: 2.7)

Di solito gli episodi dopo i pay per view riescono a ottenere ascolti maggiori di Nitro, anche se la Monday Night War comincia a volgere a favore della WCW proprio in questo periodo. Di ritorno dalla Royal Rumble, Shawn Michaels ha vinto il match a 30 uomini.

Jim Cornette chiede che ora è… ed è Vader Time!

Savio Vega vs. Vader (w/Jim Cornette)
Primo match per Vader a Raw, che mostra la sua potenza inaudita diventando il nuovo mostro della federazione (ruolo che prima era di Yokozuna), distruggendo Savio Vega, che può far poco per contrastarlo, poi chiude con la Vader Bomb dalla terza corda in 3 minuti. 7/10, fa strano dare un voto alto a un match squash, ma Vader è impressionante e distrugge l’entusiasmo del rivale, grande esordio per lui a Raw.

Vader continua ad attaccare Savio Vega, perciò interviene il presidente Gorilla Monsoon a collidere con lui, decidendo di sospendere il lottatore, che gli mette le mani addosso e lui replica con delle Chop, per poi essere distrutto e anche l’arbitro viene travolto. È tutto perfetto, l’assalto a una figura di potere non era qualcosa che si vedeva spesso all’epoca. Devono intervenire Shawn Michaels e Razor Ramon per far fuggire Vader. Il lottatore urla poi alla telecamera e lancia sedie nel backstage in seguito alla sospensione.

Hunter Hearst Helmsley vs. Razor Ramon
HHH è accompagnato da una valletta, che appare mediocre e non aggiunge nulla al personaggio. Il Bad Guy pare un po’ svogliato nella sfida anche se questa è buona. Nel finale irrompe 1-2-3 Kid a distrarre Ramon, che lo segue e si fa contare fuori dopo 8 minuti e 1 secondo. 6.5/10, match più che okay fra due lottatori che hanno una buona compatibilità sul ring.

Spassoso Billionaire Ted dove si cerca un’idea originale non rubata alla WWF… e si tratta della linea telefonica a pagamento di “Scheme” Gene. Geniale.

Vince McMahon intervista Shawn Michaels e come al solito pare impazzire per lui, ridendo a ogni battuta, sempre con il sorriso stampato sul volto. Jim Cornette interrompe l’intervista per dire che Owen Hart gli ha quasi stroncato la carriera ed è lui a meritare la title shot per Wrestlemania. Michaels cade nella trappola e accetta di mettere in palio la title shot contro Owen Hart (ovviamente al prossimo In Your House), poi Cornette viene buttato fuori dal ring. Si va un po’ per le lunghe ma il carisma del manager e di HBK è un punto a favore del promo.

Vengono annunciati due match per il prossimo episodio di Raw, Diesel contro British Bulldog e Shawn Michaels contro Yokozuna.

Bret Hart vs. Goldust (w/Marlena)
Match da una decina di minuti con tre pause pubblicitarie all’interno, infatti non ci sono tempi morti durante la trasmissione della sfida, e risulta veramente buona. Bret Hart sottomette Goldust dopo 10 minuti e 58 secondi, complice un intervento di Razor Ramon. 7.5/10, main event di buon livello, con Bret Hart che sembra tenerci perché esca una grande sfida.
Breve intervista dopo la sfida a Bret Hart, in cui si prepara allo Steel Cage match contro Diesel al prossimo In Your House e spiega che non avrebbe problemi a concedere un’altra sfida ad Undertaker.


Voto finale: 7.5/10, una buona puntata dopo una Royal Rumble abbastanza scialba, il merito è soprattutto dell’ottimo debutto nello show di Vader, che distrugge tutto e tutti e lascia un grande impatto, risultando pericoloso e temibile (d’altronde è un ex WCW Champion, giusto dargli spazio fin da subito). I tre match sono tutti validi, con un buon Bret Hart contro Goldust, e un’intervista a Shawn Michaels che lo vede collidere con Jim Cornette, il migliore manager in circolazione. Questo è il Raw che mi piace vedere, aggressivo, con il fascino della diretta e senza sfide dispersive con lottatori di terza fascia!

sabato 11 febbraio 2017

Recensione Royal Rumble 1996 (21 gennaio 1996)

Recensione Royal Rumble 1996
21 gennaio 1996 da Fresno (California)
Durata show: 2:48:52

L’evento segna il ritorno sul ring di Shawn Michaels dopo il ‘ritiro’ (non del tutto reale ma costruito in modo credibile e realistico) dalle scene qualche mese prima, ma non abbastanza da catalogarlo come un ritorno atteso.

Duke Droese vs. Hunter Hearst Helmsley
Il match non è presente nella versione dell’evento su WWE Network perché fa parte del pre-show (ai tempi chiamato Free For All), lo descrivo in breve perché è interessante e utile per il main event. Si parte con una contesa veloce, in cui HHH riesce a barare usando un oggetto che teneva nascosto dopo 6 minuti e 26 secondi. Tuttavia interviene Gorilla Monsoon a mostrare un replay e dunque squalifica Hunter, costandogli l’ingresso all’inizio della Rumble mentre Duke ottiene il numero 30. 6/10, sfida accettabile, partita molto bene per poi calare di ritmo. Non capisco come si possa ancora considerare interessante Duke, visto che in un anno la sua popolarità è calata molto.

Ahmed Johnson vs. Jeff Jarrett
Double J nel suo breve ritorno si focalizza su questa singola rivalità e non andrà oltre ad essa. Giusto perché il match del pre-show è terminato in squalifica, anche questo si conclude nello stesso modo dopo uno scontro fra astuzia e potenza. Jarrett usa la sua chitarra e colpisce Johnson dopo 6 minuti e 40 secondi, finendo per farsi squalificare. 6+/10, la cosa più interessante è vedere Johnson in fase distruttiva, la sua potenza è impressionante anche se ha qualche pecca come lottatore. In ogni caso Jarrett pare aver perso l’interesse del suo periodo iniziale in federazione.

Intervista a Diesel, che provoca Vader dicendo che sarà ‘Diesel Time’ nel Royal Rumble match.

WWF World Tag Team Title Match: The Smoking Gunns (Bart Gunn & Billy Gunn) (c) vs. The Body Donnas (Skip & Zip) (w/Sunny)
Questo match è pesante, non c’è nulla di buono nei Body Donnas a parte Sunny, che ha sicuramente maggiore interesse dei due lottatori che assiste. Ci sono delle fasi lente e pure qualche errore (ad esempio Skip scivola mentre cerca di salire all’angolo. La sfida si conclude con un successo degli Smoking Gunns grazie a un Roll-up dal nulla dopo 11 minuti e 14 secondi. 5.5/10, ci sono alcuni momenti buoni ma generalmente risulta poco interessante, se fosse durato qualche minuto in meno magari sarebbe stato migliore.

Billionaire Ted, torna il segmento di parodia sulla WCW, ma trattenete l’entusiasmo, sono segmenti già visti nelle puntate di Raw precedenti.

WWF Intercontinental Title Match: Razor Ramon (c) vs. Goldust (w/Marlena)
Sfida lunga e orientata al piano psicologico più che al lottato. Debutta Marlena come manager di Goldust, dando ancora più mistero al personaggio più enigmatico, che fa strani gesti e gioca con la mente del rivale, a volte risultando volgare o eccessivo. Mi piace vedere Razor Ramon spesso frenato dall’incapacità di analizzare il suo avversario, e dunque si trova in difficoltà proprio per queste difficoltà. Nel finale interviene 1-2-3 Kid mentre l’arbitro è distratto, si getta con uno Spinning Kick dalla terza corda e colpisce Ramon, permettendo a Goldust di schienarlo dopo 14 minuti e 17 secondi per diventare campione intercontinentale. 7-/10, dispiace un po’ per l’intervento esterno che toglie parte della psicologia dietro al wrestler dorato, facendolo risultare meno decisivo. Il match è lento ma non per questo noioso, è tutta strategia dall’inizio alla fine.

Aldo Montoya vs. Barry Horowitz vs. Bob Backlund vs. Bob Holly vs. Diesel vs. Dory Funk Jr. vs. Doug Gilbert vs. Duke Droese vs. Fatu vs. Hakushi vs. Henry O. Godwinn vs. Hunter Hearst Helmsley vs. Isaac Yankem DDS vs. Jake Roberts vs. Jerry Lawler vs. Kama vs. King Mabel vs. Marty Jannetty vs. Owen Hart vs. Savio Vega vs. Shawn Michaels vs. Squat Team 1 vs. Squat Team 2 vs. Takao Omori vs. Tatanka vs. The 1-2-3 Kid vs. The British Bulldog vs. The Ringmaster vs. Vader vs. Yokozuna [Royal Rumble Match]
Durata Rumble: 58 minuti e 49 secondi.
Primo e secondo ingresso: Hunter Hearst Helmsley / Henry O. Godwinn
Numero 30: Duke Droese
Ritorni a sorpresa: Jake Roberts, Dory Funk Jr. (ritorno per una singola notte), Takao Omori (anche lui per una notte), Vader (annunciato come debutto nel match)
Wrestler principali: Yokozuna (9), Vader (13), Owen Hart (17), Shawn Michaels (18), Diesel (22), British Bulldog (29)

Fase iniziale: insufficiente, una partenza pessima, si riprende la vecchia rivalità fra HHH e Godwinn, i vari ingressi non vedono grandi nomi, ci sono Backlund, Lawler, Mabel, il ritorno a sorpresa di Jake “The Snake” Roberts lo vede fare piazza pulita appena rilascia il suo pitone sul ring, e l’unica vittima è Jerry Lawler, che va a nascondersi dopo aver fatto conoscenza diretta con il pitone. Fino all’arrivo di Yokozuna con il numero 9 è uno fra i peggiori inizi di sempre. Yokozuna non risulta poi così decisivo come ci si attenderebbe dal più grosso nella competizione.
Fase centrale: accettabile, finalmente avvengono un po’ di cose interessanti con Yokozuna e Vader che ingaggiano una battaglia fra loro, poi un altro scossone con Owen Hart e Shawn Michaels, finché non entra Diesel che rappresenta un altro punto di svolta. La sfida purtroppo rallenta di nuovo quando i membri della Million Dollar Corporation (Kama e “Ringmaster” Steve Austin) rallentano l’azione. HHH che era dentro dall’inizio viene buttato fuori da Diesel dopo una lunga resistenza. La cosa migliore del match diventa la mini-rivalità interna fra Shawn Michaels e Owen Hart, responsabile del suo infortunio, che viene buttato fuori proprio da HBK.
Fase finale: insufficiente, gli ultimi tre ingressi sono Marty Jannetty, British Bulldog e Duke Droese (uno fra i numeri 30 meno impressionanti di sempre). Gli ultimi quattro rimasti sono Diesel, Kama, Shawn Michaels e British Bulldog.  Michaels butta fuori Bulldog, Diesel elimina Kama e viene gettato subito fuori con un Superkick di Shawn Michaels, che trionfa per il secondo anno di fila, diventando il primo wrestler a vincere due Royal Rumble per anni consecutivi.

Voto Rumble: 4/10, come nel ’95 questo è uno fra i peggiori roster a disposizione per la Rumble, con pochi favoriti e tanti riempitivi (Doug Gilberg su tutti) perché non era facile trovare 30 nomi a disposizione. Il match è soporifero e con pochissimi momenti interessanti. La delusione è comprensibile perché tanti talenti vengono sprecati (British Bulldog su tutti), anche se permette ad alcuni di mostrare il loro potenziale (HHH e Ringmaster). La scelta del vincitore è chiaramente azzeccata perché è da mesi che Shawn Michaels è il wrestler più tifato dal pubblico.

Shawn Michaels festeggia e Diesel sale sul ring e gli mostra rispetto prima di andarsene.

WWF World Heavyweight Title Match: Bret Hart (c) vs. The Undertaker (w/Paul Bearer)
La sfida passa in secondo piano perché si dà spazio alla costruzione della rivalità fra Diesel e Undertaker, sia prima dell’ingresso di Hart che nel finale. Lo scontro è acceso con alcune fasi all’esterno ma non prende mai il giusto ritmo nonostante la lunga durata. La maschera protettiva di Undertaker viene persa durante il match, mentre il pubblico è diviso nel tifo, forse leggermente a favore del Phenom. Arriva la Tombstone Piledriver ma Diesel trascina via l’arbitro e questo causa la squalifica di Bret Hart, che mantiene la cintura dopo 28 minuti e 28 secondi. 6.5/10, non è un brutto match ma manca di mordente, i due lottatori avranno una sfida decisamente migliore un anno dopo. C’è più Undertaker contro Diesel che Undertaker contro Hart.


Voto finale: 5.5/10, un’occasione mancata per un evento che sarebbe altrimenti stato buono. La Rumble in sé è deludente e pure uno fra i peggiori match, con il buon debutto di Vader e l’inatteso ritorno di Jake “The Snake” Roberts, oltre ad altri ritorni o debutti che invece passano in secondo piano. Bret Hart contro Undertaker non è il dream match che ci si aspettava, e inizia ufficialmente la rivalità fra Taker e Diesel in vista di Wrestlemania. Buone cose anche da Razor Ramon contro Goldust, ma non c’è molto altro da vedere con interesse, è tutto standard senza troppi problemi o nemmeno pregi. Un evento guardabile sull’orlo della sufficienza.

mercoledì 8 febbraio 2017

Recensione No Way Out 2001

Recensione No Way Out 2001
25 febbraio 2001 da Las Vegas (Nevada)
Durata show: 2:39:30

Siamo al centro dei tre eventi che sono passati alla storia come la migliore ‘fase di Wrestlemania’ di sempre (con un 2004 impressionante che ci arriva vicino). Royal Rumble 2001 ha visto “Stone Cold” Steve Austin vincere per la terza volta in carriera il Royal Rumble match, mentre qui si decide chi fra Kurt Angle e The Rock finirà nel main event di Wrestlemania X-Seven.

WWF Hardcore Title Match: Raven (c) vs. The Big Show
Voto: 6.5/10. La confusione è alla base della sfida perché intervengono lottatori dall’esterno, la cintura è nella sua fase 24/7. Ci sono Crash e Hardcore Holly, Steve Blackman e Billy Gunn, ma alla fine è Big Show a chiudere su Raven per lo schienamento dopo 4 minuti e 20 secondi. Divertente per strappare una sufficienza piena, è un match di quelli da guardare a cervello spento.

Chris Benoit ed Eddie Guerrero discutono della loro collaborazione in vista del Fatal 4 Way match, sicuri che rimarranno dalla stessa parte, ma è facile intravedere screzi fra loro, specialmente perché i tempi dei Radicals sono ormai lontani.

WWF Intercontinental Title: Chris Jericho (c) vs. Chris Benoit vs. Eddie Guerrero vs. X-Pac [Fatal Four Way Match]
Voto: 8.5/10. Sfida a quattro lottatori spettacolare e avvincente, ognuno di loro ha talento e perciò il match ci guadagna molto. C’è tutto il meglio di loro nel match, dai voli all’esterno alle manovre tecniche, oltre a una rivalità ancora molto accesa fra Jericho e Benoit dove anche Guerrero e X-Pac si inseriscono bene. In un finale dove tutti attaccano tutti, Y2J se ne approfitta per chiudere con un Roll-up su X-Pac in 12 minuti e 18 secondi, mantenendo la cintura intercontinentale. Personalmente ho trovato questo secondo match incredibilmente acceso, con colpi duri e tanto talento. Sicuramente raccomandato.

Vince McMahon si lamenta con William Regal, che è il ‘commissioner’ della federazione, per aver messo contro Trish Stratus (la ‘fidanzata’/segretaria) e sua figlia Stephanie, perciò gli chiede di rimediare e di fare la cosa giusta. Regal accetta ma poi chiede a se stesso cosa sia la cosa giusta da fare.
Test fa l’analisi tecnica dall’esterno sul match fra Stephanie e Trish… si è ridotto malissimo perché fino a uno o due anni prima era coinvolto in storie importanti con entrambe, e ora ci scherza sopra facendo battute, in quello che è il preludio al crollo totale della sua popolarità.
William Regal cerca di convincere Trish a non combattere contro Stephanie McMahon, ma lei lo ignora.

Stephanie McMahon-Helmsley vs. Trish Stratus
Voto: 7+/10. Questo è un match significativo per lo stile di lotta femminile nel 2001, difficile da valutare perché il piano tecnico è inesistente (Trish agli esordi non era ancora la lottatrice conosciuta per il suo talento qualche anno dopo), ma regala divertimento in una rivalità senza buone né cattive, con William Regal costretto a cercare di capire la scelta migliore. Lui prima interviene per fermare la vittoria di Trish, poi cambia idea e l’attacca, aiutando Stephanie a sconfiggerla in 8 minuti e 32 secondi. E' uno di quei casi dove la storia dietro alla sfida è talmente buona da giustificare anche un Wrestling di pessimo livello fra due non-lottatrici, senza comunque offendere i fan, ma garantendo divertimento per tutto il tempo.

Regal incontra Vince McMahon, che è furioso per la sua scelta, infatti chiaramente lui voleva che fosse Trish a trionfare, dicendogli che ci saranno conseguenze e che dovrà far team con Stephanie contro lui e Trish a Raw.

Steve Austin vs. Triple H [Three Stages Of Hell Match]
Voto: 9.5/10. È il periodo in cui Stone Cold entra con la theme dei Disturbed, l’ho sempre considerato il suo brano heel, ma a quanto pare ha iniziato ad usarlo dopo la vittoria della Royal Rumble. Sfida sulle tre riprese, con stipulazioni diverse.
Prima ripresa: sfida normale, è caos fin dall’inizio, perfetto stile Attitude in cui i lottatori si colpiscono duramente fino ad annientarsi già nei primi minuti. Austin riesce ad avere la meglio grazie alla Stunner dopo 12 minuti e 20 secondi, ottenendo il primo punto.
Seconda ripresa: Street Fight, sfida senza squalifiche, che vede Stone Cold lanciare sedie sul ring e scatenarsi, poi Triple H fa uso di un 2x4 (pezzo di legno) avvolto dal filo spinato, che usa per lacerare la fronte all’avversario. Questa seconda ripresa è migliore della precedente sia come intensità che per i duri colpi, risultando epica da seguire. HHH riesce ad avere la meglio e schiena Austin dopo 28 minuti e 10 secondi totali, pareggiando il punteggio.
Terza ripresa: Steel Cage match, il modo perfetto di chiudere la rivalità. Anche qui non ci si risparmia perché le armi della sfida precedente sono ancora sul ring. Anche qui si va sul pesante anche se è la sfida più breve fra le tre. Il finale è un po’ strano, perché torna di nuovo il 2x4, che viene usato da Austin per colpire Triple H, lui replica con il suo martellone da fabbro, ma l’impatto è così forte che HHH gli piomba addosso e lo schiena dopo 36 minuti e 31 secondi, ottenendo una vittoria quasi a sorpresa contro Stone Cold.
Un match epico, di alto livello e con ottime performance dei due lottatori, Triple H è incredibile, questo rientra fra i suoi migliori match di sempre come qualità, mentre Austin pare inarrestabile fino all’ultimo. Sfida passata alla storia, il primo Three Stages of Hell match (ce ne sarà uno l’anno seguente fra Triple H e Shawn Michaels), che appunto segna un punto di svolta e non manca di garantire tutto quello che i fan avrebbero voluto vedere, tranne la vittoria di Austin che sembrava scontata dopo il suo successo alla Rumble, invece Triple H vince in modo praticamente pulito.
A sfida conclusa, arriva una Stunner su Triple H che stava festeggiando.

Steven Richards parla con i compagni dei Right to Censor in un tentativo di convincersi che sarà lui a vincere il match contro Jerry Lawler. Mi ero dimenticato che anche Godfather fosse entrato nel gruppo.

Jerry Lawler (w/The Kat) vs. Steven Richards (w/Ivory)
Voto: 5/10. La stipulazione della sfida decide se Kat potrà spogliarsi (in caso di vittoria di Lawler) o entrare a far parte dei Right to Censor (in caso di vittoria di Richards). Tazz prende il posto di The King al tavolo di commento, mentre il match non è granché e sicuramente risulta la sfida meno interessante dell’evento. Lawler combatte alla ‘old school’ cercando di vincere con delle DDT, Ivory disturba la sfida e The Kat colpisce Lawler per errore, portando Richards a vincere in 5 minuti e 31 secondi. The Kat viene dunque portata via dal Right to Censor per essere ‘riprogrammata’. Niente di speciale, è una di quelle volte dove Richards riesce a ottenere un po’ di spazio ma non nella sfida adatta. Odio il tema musicale del Right to Censor, ma penso che fosse proprio quello l’intento.

Intervista ai Brothers of Destruction, con Undertaker che spiega che il loro match non riguarda le cinture, ma portare dolore e sofferenza ai loro avversari.

WWF World Tag Team Title: The Dudley Boyz (Bubba Ray Dudley & D-Von Dudley) (c) vs. Christian & Edge vs. Kane & The Undertaker [Triple Threat Tables Match]
Voto: 7.5/10. Buon match con tre team, i Brothers of Destruction partono favoriti, ma durante la sfida intervengono Rikishi e Haku ad attaccarli, separandoli dalla contesa sul ring, dove i Dudley Boyz riescono a sfruttare i tavoli per una vittoria contro Christian ed Edge in 12 minuti e 4 secondi. Un altro dei validi match di coppia con stipulazioni speciali, è il periodo d’oro dei tag team e anche questo match senza sorprendere risulta piacevole da seguire.

Dopo un filmato di riepilogo sulla rivalità fra Kurt Angle e The Rock, viene intervistato proprio lo sfidante al titolo, che in poche parole si fa trovare pronto.

WWF World Heavyweight Title: Kurt Angle (c) vs. The Rock
Voto: 8.5/10. Finalmente c’è il Kurt Angle che tutti siamo abituati a vedere e conoscere, non quello purista del 2000, ma l’intrattenitore aggressivo con grandi doti tecniche. La differenza fra Angle e Ken Shamrock è proprio questa, il secondo non è mai uscito dal suo stile di lotta, non ha mai cercato di ‘evolversi’ a intrattenitore perché non avrebbe mai apprezzato quel passaggio, mentre Angle ha sacrificato parte del suo stile per migliorare e diventare uno dei punti di riferimento, purtroppo, spesso tenuto fuori da dove conta realmente, ma con una carriera decisamente migliore di quella di Shamrock. Big Show interviene dopo qualche minuto e attacca sia Angle che Rocky per lasciare un messaggio. La sfida da quel momento diventa caotica, arbitri che cadono e si infortunano, tentativi di rubare la vittoria da parte di entrambi i lottatori. Arrivano Rock Bottom, People’s Elbow, Olympic Slam e Angle Lock, ma nulla sembra in grado di spezzare l’equilibrio della sfida. Ci vogliono due Rock Bottom di fila per permettere a The Rock di schienare Angle dopo 16 minuti e 53 secondi e diventare il nuovo campione mondiale. Spesso considerato un classico, non è quel match ‘perfetto’ che ci si attenderebbe ma dopo l’intervento di Big Show migliora notevolmente con tante mosse eseguite che non sembrano mai decisive. La cosa migliore del match è che si vede Angle al pieno del suo potenziale.


Voto finale: 9/10, ancora meglio del già ottimo Royal Rumble 2001, un altro evento cardine nel periodo finale della guerra fra WWF e WCW (con la ECW già fuori dai giochi), con l’ultimo grande sprint verso il trionfo. Non viene risparmiata alcuna carta vincente, The Rock conquista la cintura nell’evento precedente a Wrestlemania X-Seven, Kane e Undertaker non vincono e anzi lasciano spazio ai team che hanno portato avanti la divisione nei mesi precedenti, mentre Triple H vince un Three Stages of Hell match contro Steve Austin che è fra i migliori di sempre, oltre a un Fatal 4 Way match per la cintura intercontinentale di alto livello all’interno del regno titolato di Chris Jericho. Lo scenario porta così a The Rock vincente contro Steve Austin in crisi in vista di Wrestlemania X-Seven. Sicuramente è un evento imperdibile, da vedere in combinazione con il precedente e il seguente.

martedì 7 febbraio 2017

Recensione Nitro episodio 20 (15 gennaio 1996)

Recensione WCW Nitro 20
15 gennaio 1996 da Miami (Florida)
Durata show: 52:18
Rating: 3.5 (vs Raw #143: 2.4)

L’attrazione dell’episodio è Ric Flair contro Sting per la cintura mondiale, una sfida attesa dal pubblico come dimostrano gli ascolti altissimi dell’episodio.

Lex Luger vs. Randy Savage
Si parte con un match equilibrato ma non particolarmente interessante, lento e noioso. Macho Man continua a sembrare fuori forma fisica, mentre Luger addirittura ha parecchi fan dalla sua parte ed è lui a vincere in modo pulito con la Torture Rack per sottomissione in 5 minuti e 10 secondi. 6/10, sfida appena sufficiente, che dura poco e non garantisce spettacolo nonostante gli ottimi nomi coinvolti. Mi chiedo perché Savage debba spesso subire sfide che lo fanno passare per debole.

Confronto verbale sul ring fra Dungeon of Doom e Four Horsemen al completo, con Ric Flair e “Taskmaster” Kevin Sullivan come rappresentanti principali. Si parla di rispetto fra le due squadre in vista di un potenziale scontro, ma Brian Pillman riceve uno schiaffo da Arn Anderson per aver esagerato nell’atteggiamento e c’è dunque maggiore tensione all’interno degli Horsemen.

The American Males (Marcus Alexander Bagwell & Scotty Riggs) vs. The Public Enemy (Johnny Grunge & Rocco Rock)
Debutto per i Public Enemy, che imitano i Nasty Boys in versione ‘ballerini’ mentre entrano sul ring. Non è un buon debutto perché risultano abbastanza anonimi e tutto l’entusiasmo dell’ingresso si spegne nella sfida, che viene comunque vinta proprio da loro in 3 minuti e 28 secondi. 4.5/10, niente di particolare da parte del nuovo team, anzi, la prima impressione è negativa.
Il post-match funziona meglio perché i Public Enemy preparano due tavoli uno sopra l’altro e li usano per causare distruzione agli avversari.

WCW World Heavyweight Title Match: Ric Flair (w/Jimmy Hart) (c) vs. Sting
Sarà almeno la quinta volta in 20 puntate che c’è Flair contro Sting, ma stavolta c’è la cintura mondiale in palio e il pubblico è veramente preso dalla sfida. C’è equilibrio e forse Sting pare dominante nel finale, ma interviene Lex Luger che addirittura pare aiutare Sting, togliendo il megafono a Jimmy Hart, ma si ritrova per colpire proprio Sting, perciò Flair se ne approfitta e lo fa cedere in 12 minuti, mantenendo la cintura. 6+/10, un match nella norma come ci si poteva aspettare da entrambi quando non ci mettono il pieno impegno. Invece l’intervento di Luger ha senso perché serve a portare avanti una storia.

Arrivano Macho Man e Hulk Hogan sul ring, entrambi per convincere Sting che non può fidarsi di Lex Luger. Tuttavia poi l’Hulkster se la prende anche con Savage e dice che non è giusto che lui abbia una title shot quando è stato sconfitto dal Total Package (con la solita arroganza che un beniamino del pubblico non dovrebbe avere, ma Hogan è sempre stato così), quindi anche i due amici collidono fra loro. Se c’è qualcosa che la WCW sa far bene è creare tensione fra le maggiori stelle e rendere il titolo mondiale il punto d’arrivo che può distruggere amicizie.

Hulk Hogan vs. Meng (w/The Taskmaster)
Niente di speciale, potete già immaginare il corso della sfida, Hogan praticamente domina, va in difficoltà e poi si riprende gasando il pubblico. Anche Taskmaster prova a intervenire ma Hogan lo scaraventa fuori con un Big Boot e chiude con una Samoan Spike su Meng, rubandogli la mossa finale (e l’arma) per vincere per schienamento dopo 4 minuti e 41 secondi. 5+/10, per fortuna è breve, altrimenti rischiava di diventare un match pesante da seguire.

Voto finale: 5/10, ci sono due match sufficienti, Sting contro Ric Flair per la cintura, che tuttavia ha un post-match appassionante, e Lex Luger contro Randy Savage. Il debutto dei Public Enemy non è convincente, mentre Hogan contro Meng risulta blando e altamente prevedibile. C’è poco altro nello show, il confronto fra Dungeon of Doom e Four Horsemen è strano e non pare portare a grandi spunti per il futuro, ma tutto è possibile perché a volte basta un episodio per cambiare quello che si dà per certo. Sicuramente non è una puntata competitiva, la card è buona ma la qualità non lo è altrettanto.

Nitro, voto 5; Raw, voto: 5. Per la prima volta do lo stesso identico voto ai due show, dunque il punteggio rimane invariato rispetto alla settimana precedente.


Nitro 14 – Raw 3

lunedì 6 febbraio 2017

Recensione Raw episodio 143 (15 gennaio 1996)

Recensione Raw 143
15 gennaio 1996 da Newark (Delaware)
Durata show: 45:46
Rating: 2.4 (vs Nitro #20: 3.5)

Ultimo episodio registrato nel dicembre del ’95 e che precede Royal Rumble ’96. Come ho scritto nella scorsa recensione di Nitro, da questo momento le recensioni si faranno più brevi, con maggiore spazio per le opinioni nei match invece che un tentativo di ‘recensione’ completo. Ciò non toglie che provvederò a indicare il tipo di chiusura di ogni sfida, dandone una valutazione.

Marty Jannetty vs. Owen Hart (w/Jim Cornette)
Non abbiamo di fronte il migliore Jannetty di sempre, però è impossibile lamentarsi di un match valido come questo con due lottatori abili che non lasciano un attimo di sosta alla sfida. Hart vince tramite uno schienamento dal nulla. 7+/10, non riesco a dare di più perché non è la sfida di alto livello che mi aspettavo di vedere, anche il pubblico non pare particolarmente preso dal match.

Royal Rumble Report con brevi promo all’interno e nulla di nuovo da menzionare a parte Vader che urla per tutto il tempo con voce profonda.

Matt Hardy vs. “The Ringmaster” Steve Austin (w/Ted DiBiase)
Debutto sul ring per Steve Austin a Raw dopo la presentazione dell’episodio precedente. Dimenticatevi lo ‘Stone Cold’ dal ’97 in poi, questo è Austin che combatte in modo tecnico, risultando diverso dallo stile efficace che usava in WCW. Non manca la Stun Gun alla terza corda che diventa una fra le manovre caratteristiche del lottatore, anche se la sua manovra finale è la Sleeper Hold, con cui fa cedere Hardy in 4 minuti e 36 secondi in uno dei tanti match dove non sarà ricordato prima del ’99. Squash.

Lungo filmato su Shawn Michaels per mettere attesa per il suo ritorno, ma è pesante e noioso, lontano dai suoi soliti standard.

WWF World Tag Team Title Match: The Smoking Gunns (Bart Gunn & Billy Gunn) (c) vs. The Spiders (Spider #1 & Spider #2)
Nulla da commentare, il solito match a senso unico che dura meno di un minuto. Squash.

Segmento di Billionaire Ted, con nuove battute sulla WCW, specialmente su Hogan.

McMahon è spaventato da Goldust mentre lo intervista (quando il lottatore era ancora una presenza misteriosa, tempi lontani), e l’uomo dorato ammette la sua attrazione per Razor Ramon ed è stato catturato dal Bad Guy, vuole tutto il ‘peggio’ di lui, chiedendogli di non dimenticare il suo nome. Okay, questo segmento era più maturo rispetto a tutto quello che si è visto finora.

Isaac Yankem DDS vs. The Undertaker (w/Paul Bearer)
Kane contro Undertaker… più o meno! Jerry Lawler sostiene il dentista prima della sfida, mentre The Phenom indossa ancora la maschera protettiva al volto. Lawler interviene anche per colpire Paul Bearer con una catena. Il pubblico urla ‘riposa in pace’ al dentista, che addirittura prova a eseguire lui la Tombstone Piledriver, ma viene riversata da Undertaker (non è mostrato dalla regia, immagino che ci fosse un errore d’esecuzione per cambiare inquadratura, essendo un episodio registrato). Poi arriva la chiusura con schienamento da parte di Undertaker sul rivale dopo 8 minuti e 30 secondi.

Segmento finale dove Goldust sta per essere intervistato ma viene attaccato da Razor Ramon nel backstage, utilizzando anche un bidone della spazzatura e un tavolo nelle vicinanze. In pratica il suo ‘odio’ è scaturito dalla lettera d’ammirazione ricevuta da lui. Se oggi ci fosse un segmento del genere insorgerebbero chissà quante persone! Infine, il Bad Guy viene colpito alle ‘parti basse’ e si allontana per poi far scattare un’altra rissa che si sposta all’esterno davanti alla neve a terra (con una visuale notturna orrenda in bianco e nero) mentre viene annunciato Bret Hart contro Goldust per il prossimo episodio di Raw dopo Royal Rumble ’96.


Voto finale: 5/10, Undertaker contro Isaac Yankem intrattiene, il dentista non è uno di quei personaggi con prospettive di carriera (per fortuna del lottatore) ma ha sempre avuto ruoli che giustificassero la sua presenza sul ring. C’è ben poco dagli altri match, perfino Owen Harty contro Marty Jannetty delude le aspettative, mentre il debutto di Ringmaster/Steve Austin è accettabile ma non lascia una buona impressione per il cambiamento dello stile di lotta da rissaiolo a tecnico. Non è una puntata sufficiente, però si salva nella parte introduttiva e nel suo main event, toccando il fondo con due sfide a senso unico e un’intervista tributo a Shawn Michaels interminabile.

venerdì 3 febbraio 2017

Recensione dell'episodio 19 di Nitro (08 gennaio 1996)

Recensione WCW Nitro 19
08 gennaio 1996 da Charleston (South Carolina)
Durata show: 53:44
Rating: 2.8 (vs Raw #142: 3.0)

A partire da questa recensione, sarò più sintetico per comodità personale (finora recensire mi ha portato a passare metà del tempo a guardare e metà a scrivere), sperando di poter in questo modo dimezzare i tempi e raggiungere più velocemente l’obiettivo prefissato. Detto questo, eviterò segmenti come “intervista del lottatore X che si dice pronto per il match da disputare”, specialmente quando durano 20-30 secondi e non aggiungono nulla. Ad esempio una cosa che non farò più è elencare la manovra di chiusura delle sfide, spiegando comunque il modo in cui termina il match e trasformando la ‘recensione’ dei match in opinioni più che una vera recensione.

Alex Wright vs. Chris Benoit (w/Brian Pillman)
Wright è stato sottovalutato, in questo match dimostra ancora una volta di essere un buon lottatore, anche se ovviamente spesso passa in secondo piano perché Benoit, Guerrero, Regal e Jerry Lynn sono dei fenomeni, talenti naturali. Brian Pillman aiuta Benoit dall’esterno, mentre Wright compie ben due voli fuori dal ring. Benoit vince per schienamento in 6 minuti e 40 secondi. 7.5/10, ottima performance di Wright nonostante la sconfitta.

Eddie Guerrero vs. Lord Steven Regal (w/Jeeves)
Solita abilità tecnica di Regal, con Guerrero che si trova in difficoltà e vince solo grazie a uno schienamento dal nulla dopo 8 minuti e 8 secondi. 7+/10, non ci sono grandi emozioni o momenti epici ma è una sfida solita, più che valida per Nitro anche grazie a una durata accettabile.

Sting e Lex Luger sono ospiti di “Mean” Gene sulla rampa, e Sting ha una domanda per Luger, riguardante cos’è successo dopo il match a Starrcade (quando Luger ha impedito a Sting di salire sul ring). Il Total Package spiega che non c’era nulla di male e poi entrambi rivelano che potrebbe formarsi un loro team per competere in squadra.

Diamond Dallas Page vs. Sting
DDP è ancora un lottatore immaturo e le sue fasi di dominio lo dimostrano, non riesce a tenere la sfida e si limita ad addormentarla, il pubblico è annoiato più che infastidito dal suo comportamento. Sting reagisce ma fa fatica a vincere, riuscendo a sottomettere l’avversario solo dopo diversi tentativi, chiudendo in 6 minuti e 20 secondi. 6.5/10, il carisma di Sting salva la sfida.

Hulk Hogan & Randy Savage vs. The Four Horsemen (Arn Anderson & Ric Flair)
Main event combattuto e con alcune buone fasi, con due squadre sicuramente di ottimo livello per intrattenere il pubblico. Nel finale Hulk Hogan chiude con la combinazione Big Boot – Atomic Leg Drop per la vittoria dopo 15 minuti. 7.5/10, è una sfida che non delude le aspettative e tutti i lottatori si impegnano, perfino Savage per una volta non ne esce debole (anche se il ruolo principale nel suo team è di Hogan).

Il Dungeon of Doom attacca Hulk Hogan e Randy Savage, The Giant infierisce ma Zodiac lo ferma per evitare il pestaggio, schierandosi ancora una volta dalla parte dei rivali in chiusura di show.

Voto finale: 7.5/10, uno show più orientato al Wrestling lottato che al resto, ma tutto pare scorrere bene anche senza nulla di veramente impressionante o momenti da ricordare. Lex Luger e Sting sembrano aver chiuso ogni possibile contrasto fra loro, mentre Hogan e Savage si prendono una vittoria utile sui Four Horsemen. Buoni match con Guerrero, Regal, Benoit e Wright. Insomma, tutto procede per il meglio e i lottatori più importanti compaiono nell’episodio o sono presenti sul ring.

Nitro, voto 7.5; Raw, voto: 4. Lezione di Wrestling da parte di Nitro in questa puntata nettamente superiore.


Nitro 14 – Raw 3

giovedì 2 febbraio 2017

Recensione Raw episodio 142 (08 gennaio 1996)

Recensione Raw 142
08 gennaio 1996 da Newark (Delaware)
Durata show: 46:07
Rating: 3.0 (vs Nitro #19: 2.8)

3 di rating è il punteggio maggiore finora collezionato durante la Monday Night War. La ragione principale è la ritrasmissione del match fra Bret Hart e British Bulldog di In Your House 5, okay, la stessa sfida se avete letto la recensione o visto l’evento.

Hakushi vs. Jeff Jarrett
Jarrett è appena rientrato ed è già il suo ultimo match a Raw prima di andarsene di nuovo dopo Royal Rumble ’96, uno fra i ritorni più a breve termine ed inefficaci di sempre (ma tornerà l’anno seguente). Hakushi appare atletico come sempre, senza però suscitare reazioni dal pubblico. Dopo una sua fase d’attacco, Jarrett gli applica la Figure 4 Leg Lock e lo fa cedere. 7-/10, un match quasi buono, che non ha particolare mordente.

Royal Rumble Report (esistono ancora?) con Jim Ross, che presenta il Royal Rumble match e c’è un breve video su Vader in attesa del suo debutto.

Ahmed Johnson vs. Jeff Brettler
Chissà se Raw ha ottenuto dei buoni ascolti grazie a questo match a senso unico. In circa un minuto, Johnson vince con la Pearl River Plunge. Squash.

Viene annunciato The Undertaker contro Isaac Yankem per il prossimo episodio di Raw, inoltre ci sarà anche Marty Jannetty contro Owen Hart.

Brother Love Show con ospite il Million Dollar Man, che presenta “The Ringmaster” (Steve Austin, ancora senza il suo nome e con i capelli cortissimi), a cui viene consegnata la cintura di Million Dollar Champion. Il Ringmaster annuncia che sarà presente nel Royal Rumble match e mostra già una predilezione per stare al microfono in un discorso abbastanza generico.

Aldo Montoya vs. Goldust
Montoya attacca per tutto il tempo ma Goldust riesce a stenderlo con una singola mossa, il suo Curtain Call (che il team di commento non sa definire chiamandolo ‘uh, oh, una mossa devastante’). 5/10, c’è ben poco da giudicare in un match breve che vede il vincitore eseguire una sola mossa.

Conferenza stampa in cui Shawn Michaels annuncia il suo ritorno alla lotta, partecipando al Royal Rumble match (di cui era stato vincitore l’anno precedente). Vari lottatori commentano il suo ritorno.

Viene riproposto l’intero match fra Bret Hart e British Bulldog di In Your House 5, rimando alla recensione se volete saperne di più. Hitman vince dopo una lunga sfida grazie a una culla e mantiene la cintura mondiale.

Breve promo di Paul Bearer e Undertaker in vista della sfida per il titolo mondiale a Royal Rumble. Si chiude con un altro segmento della serie Billionaire Ted, che ammetto di trovare divertente e politicamente scorretto come dovrebbe essere un segmento di concorrenza.


Voto finale: 4/10, il mio voto è dovuto al non avere interesse nel rivedere un match da pay per view che ho seguito durante la recensione (penso che sarebbe successo lo stesso a chi ha comprato l’evento ai tempi). Se seguite gli episodi di Raw saltando i pay per view, potete anche considerarlo un 6/10. Il debutto di Steve Austin nei panni del Ringmaster è in secondo piano, qualche parola al microfono e l’assegnazione della cintura di Million Dollar Champion senza una particolare ragione, visto che Ted DiBiase ha gestito diversi lottatori prima di lui. Fra i match, Jarrett contro Hakushi risulta il migliore, mentre gli altri due sono brevi e di basso profilo. C’è da dire che a differenza di altri show brutti, il ritmo è buono e non ci sono match noiosi da seguire.

mercoledì 1 febbraio 2017

Recensione Nitro episodio 18 (01 gennaio 1996)

Recensione WCW Nitro 18
01 gennaio 1996 da Atlanta (Georgia)
Durata show: 51:51
Rating: 2.5 (vs Raw #141: 2.6)

Primo evento del 1996, l’anno della vera svolta nella battaglia fra le due federazioni al lunedì sera. Raw come spesso accade vince negli ascolti, ma nel corso dell’anno sarà Nitro a guadagnare maggiore consensi e sarà un piacere da parte mia descrivere le dinamiche di questo consenso maggiore per la WCW. Starrcade 95 ha visto la fine del breve regno mondiale di Randy Savage e un nuovo regno di Ric Flair (il suo dodicesimo).

Arn Anderson vs. Randy Savage
Match lento e poco interessante, con Savage che subisce per quasi tutta la sfida. Nulla di entusiasmante, anzi, l’ho trovato pesante e con un finale poco ispirato in cui Macho Man strappa il tirapugni all’avversario e lo usa per assestare il danno che lo porta allo schienamento in 6 minuti e 55 secondi. Non c’è nemmeno l’Elbow Drop! 4.5/10, pessimo abbinamento e nessuna voglia di fare un buono scontro.
Benoit e Pillman si lamentano della conclusione ma l’arbitro non li ascolta.

Chris Benoit vs. Lord Steven Regal (w/Jeeves)
Tutto si basa sulla tecnica, ma non è abbastanza da superare la norma, considerati gli standard a cui hanno abituato i due lottatori. In particolare è il finale a risultare poco efficace. Benoit colpisce Regal con il Piledriver, lui esce all’esterno e il canadese decide di lanciarsi con un volo dalla terza corda, ma va a vuoto e basta questo a Regal per schienarlo quando è di nuovo sul ring dopo 5 minuti e 42 secondi. 6.5/10, più che sufficiente ma non è un match capace di coinvolgere, oltre a far uscire il membro degli Horsemen come ‘debole’.
Brian Pillman è furioso con Benoit per la sconfitta e gli dice che è stato mediocre e lui si difende dicendo che quella di Regal è stata fortuna. Pillman si scatena prendendo di mira Hogan, Savage e il Dungeon, ma Anderson cerca di riportarlo alla ragione ma arriva il Dungeon of Doom, praticamente i Four Horsemen hanno troppi nemici.

Lex Luger & Sting vs. The Super Assassins (Super Assassin #1 & Super Assassin #2) (w/Col. Robert Parker)
I Super Assassins sono Barbarian e Warlord con una maschera generica. Sting e Lex Luger hanno un ingresso separato. Il match ha una gestione strana perché i lottatori mascherati dominano quando Sting è sul ring, poi Luger prende il cambio e ne fa cedere uno di loro con la Torture Rack in 5 minuti e 52 secondi. 6-/10, strano vedere il più amato del pubblico che subisce in quel modo e il lottatore che di solito si prende i fischi trovarsi a ricevere il trattamento da dominatore. Inoltre, il finale del loro match di Starrcade dovrebbe portarli a un contrasto visto che Luger ha praticamente costato la sconfitta a Sting, ma non c’è alcuna menzione e va tutto per il meglio.

The Giant e Jimmy Hart minacciano Hulk Hogan in una rivalità che pare interminabile.

WCW World Heavyweight Title Match: Ric Flair (c) vs. Hulk Hogan
Hogan contro Flair stavolta raggiunge buoni livelli di carisma, sia per la cintura in palio che per una serata particolarmente ispirata per entrambi. Ci sono delle buone fasi anche se il match è breve. Il team di commento fa notare il supporto del pubblico per l’Hulkster ma in realtà è pieno di fan del Nature Boy. Hogan va per il Big Boot e atterra il rivale, ma Arn Anderson interviene e finisce per far squalificare Flair, che mantiene la cintura dopo 7 minuti e 55 secondi. 7/10, a sorpresa è questo il miglior match dello show, la tensione è ben gestita e sinceramente non avrei trovato impossibile vedere Hogan vincere subito la cintura contro il nuovo campione.

In una conclusione ormai tipica in WCW, interviene il Dungeon of Doom per attaccare Hogan e Randy Savage giunge a salvarlo. Zodiac cerca di fermare The Giant, impedendogli di aggredirli, come se volesse aiutare i suoi nemici. Viene poi lanciata una sfida per la prossima puntata, Hogan e Savage contro Arn Anderson e Ric Flair.

Voto finale: 5/10, un episodio che sembrava veramente pessimo prima del main event, forse comprensibile perché non penso che i lottatori avessero voglia di combattere il primo gennaio (so che è una motivazione all’apparenza stupida, ma un lavoratore può fare ragionamenti del genere). Flair contro Hogan mostra quanto sia sfruttata la difesa del titolo mondiale a Nitro, è già da diverse settimane che viene contesa nello show. Continua il periodo deludente di Randy Savage, che non fa mai la figura del wrestler vincente nei match anche quando poi riesce a vincere, è una gestione che non comprendo. Su quattro match, tutti e quattro i finali mi lasciano perplesso. C’è da dire che è una puntata ricca per quanto riguarda le storie, dai problemi interni degli Horsemen a quelli del Dungeon of Doom, perciò non me la sento di bocciare del tutto l’episodio, lo considero guardabile.

Nitro, voto 5; Raw, voto: 2. Non è la migliore combinazione di show per aprire il 1996, Nitro va un po’ meglio.


Nitro 13 – Raw 3