Recensione Royal Rumble
1996
21 gennaio 1996 da Fresno
(California)
Durata show: 2:48:52
L’evento segna il ritorno sul ring di Shawn Michaels dopo il
‘ritiro’ (non del tutto reale ma costruito in modo credibile e realistico)
dalle scene qualche mese prima, ma non abbastanza da catalogarlo come un
ritorno atteso.
Duke Droese vs. Hunter Hearst Helmsley
Il match non è presente nella versione dell’evento su WWE
Network perché fa parte del pre-show (ai tempi chiamato Free For All), lo
descrivo in breve perché è interessante e utile per il main event. Si parte con
una contesa veloce, in cui HHH riesce a barare usando un oggetto che teneva
nascosto dopo 6 minuti e 26 secondi. Tuttavia interviene Gorilla Monsoon a
mostrare un replay e dunque squalifica Hunter, costandogli l’ingresso
all’inizio della Rumble mentre Duke ottiene il numero 30. 6/10, sfida
accettabile, partita molto bene per poi calare di ritmo. Non capisco come si
possa ancora considerare interessante Duke, visto che in un anno la sua
popolarità è calata molto.
Ahmed Johnson vs. Jeff
Jarrett
Double J nel suo breve ritorno si focalizza su questa singola
rivalità e non andrà oltre ad essa. Giusto perché il match del pre-show è
terminato in squalifica, anche questo si conclude nello stesso modo dopo uno
scontro fra astuzia e potenza. Jarrett usa la sua chitarra e colpisce Johnson
dopo 6 minuti e 40 secondi, finendo per farsi squalificare. 6+/10, la cosa più
interessante è vedere Johnson in fase distruttiva, la sua potenza è
impressionante anche se ha qualche pecca come lottatore. In ogni caso Jarrett
pare aver perso l’interesse del suo periodo iniziale in federazione.
Intervista a Diesel, che provoca Vader dicendo che sarà
‘Diesel Time’ nel Royal Rumble match.
WWF World Tag Team Title Match: The Smoking Gunns (Bart Gunn & Billy
Gunn) (c) vs. The Body Donnas (Skip & Zip) (w/Sunny)
Questo match è pesante, non c’è nulla di buono nei Body
Donnas a parte Sunny, che ha sicuramente maggiore interesse dei due lottatori
che assiste. Ci sono delle fasi lente e pure qualche errore (ad esempio Skip
scivola mentre cerca di salire all’angolo. La sfida si conclude con un successo
degli Smoking Gunns grazie a un Roll-up dal nulla dopo 11 minuti e 14 secondi.
5.5/10, ci sono alcuni momenti buoni ma generalmente risulta poco interessante,
se fosse durato qualche minuto in meno magari sarebbe stato migliore.
Billionaire Ted, torna il segmento di parodia sulla WCW, ma
trattenete l’entusiasmo, sono segmenti già visti nelle puntate di Raw
precedenti.
WWF Intercontinental Title Match: Razor Ramon (c) vs. Goldust
(w/Marlena)
Sfida lunga e orientata al piano psicologico più che al
lottato. Debutta Marlena come manager di Goldust, dando ancora più mistero al
personaggio più enigmatico, che fa strani gesti e gioca con la mente del
rivale, a volte risultando volgare o eccessivo. Mi piace vedere Razor Ramon
spesso frenato dall’incapacità di analizzare il suo avversario, e dunque si
trova in difficoltà proprio per queste difficoltà. Nel finale interviene 1-2-3
Kid mentre l’arbitro è distratto, si getta con uno Spinning Kick dalla terza
corda e colpisce Ramon, permettendo a Goldust di schienarlo dopo 14 minuti e 17
secondi per diventare campione intercontinentale. 7-/10, dispiace un po’ per
l’intervento esterno che toglie parte della psicologia dietro al wrestler
dorato, facendolo risultare meno decisivo. Il match è lento ma non per questo
noioso, è tutta strategia dall’inizio alla fine.
Aldo Montoya vs. Barry
Horowitz vs. Bob Backlund vs. Bob Holly vs. Diesel vs. Dory Funk Jr. vs. Doug
Gilbert vs. Duke Droese vs. Fatu vs. Hakushi vs. Henry O. Godwinn vs. Hunter
Hearst Helmsley vs. Isaac Yankem DDS vs. Jake Roberts vs. Jerry Lawler vs. Kama
vs. King Mabel vs. Marty Jannetty vs. Owen Hart vs. Savio Vega vs. Shawn
Michaels vs. Squat Team 1 vs. Squat Team 2 vs. Takao Omori vs. Tatanka vs. The
1-2-3 Kid vs. The British Bulldog vs. The Ringmaster vs. Vader vs. Yokozuna
[Royal Rumble Match]
Durata Rumble: 58 minuti e 49 secondi.
Primo e secondo ingresso: Hunter Hearst Helmsley / Henry O.
Godwinn
Numero 30: Duke Droese
Ritorni a sorpresa: Jake Roberts, Dory Funk Jr. (ritorno per
una singola notte), Takao Omori (anche lui per una notte), Vader (annunciato
come debutto nel match)
Wrestler
principali: Yokozuna (9), Vader (13), Owen Hart (17), Shawn Michaels (18), Diesel
(22), British Bulldog (29)
Fase iniziale: insufficiente, una partenza pessima, si
riprende la vecchia rivalità fra HHH e Godwinn, i vari ingressi non vedono
grandi nomi, ci sono Backlund, Lawler, Mabel, il ritorno a sorpresa di Jake
“The Snake” Roberts lo vede fare piazza pulita appena rilascia il suo pitone
sul ring, e l’unica vittima è Jerry Lawler, che va a nascondersi dopo aver
fatto conoscenza diretta con il pitone. Fino all’arrivo di Yokozuna con il
numero 9 è uno fra i peggiori inizi di sempre. Yokozuna non risulta poi così
decisivo come ci si attenderebbe dal più grosso nella competizione.
Fase centrale: accettabile, finalmente avvengono un po’ di
cose interessanti con Yokozuna e Vader che ingaggiano una battaglia fra loro,
poi un altro scossone con Owen Hart e Shawn Michaels, finché non entra Diesel
che rappresenta un altro punto di svolta. La sfida purtroppo rallenta di nuovo
quando i membri della Million Dollar Corporation (Kama e “Ringmaster” Steve
Austin) rallentano l’azione. HHH che era dentro dall’inizio viene buttato fuori
da Diesel dopo una lunga resistenza. La cosa migliore del match diventa la
mini-rivalità interna fra Shawn Michaels e Owen Hart, responsabile del suo
infortunio, che viene buttato fuori proprio da HBK.
Fase finale: insufficiente, gli ultimi tre ingressi sono
Marty Jannetty, British Bulldog e Duke Droese (uno fra i numeri 30 meno
impressionanti di sempre). Gli ultimi quattro rimasti sono Diesel, Kama, Shawn
Michaels e British Bulldog. Michaels
butta fuori Bulldog, Diesel elimina Kama e viene gettato subito fuori con un
Superkick di Shawn Michaels, che trionfa per il secondo anno di fila,
diventando il primo wrestler a vincere due Royal Rumble per anni consecutivi.
Voto Rumble: 4/10, come nel ’95 questo è uno fra i peggiori
roster a disposizione per la Rumble, con pochi favoriti e tanti riempitivi
(Doug Gilberg su tutti) perché non era facile trovare 30 nomi a disposizione.
Il match è soporifero e con pochissimi momenti interessanti. La delusione è
comprensibile perché tanti talenti vengono sprecati (British Bulldog su tutti),
anche se permette ad alcuni di mostrare il loro potenziale (HHH e Ringmaster).
La scelta del vincitore è chiaramente azzeccata perché è da mesi che Shawn
Michaels è il wrestler più tifato dal pubblico.
Shawn Michaels festeggia e Diesel sale sul ring e gli mostra
rispetto prima di andarsene.
WWF World Heavyweight Title Match: Bret Hart (c) vs. The Undertaker
(w/Paul Bearer)
La sfida passa in secondo piano perché si dà spazio alla
costruzione della rivalità fra Diesel e Undertaker, sia prima dell’ingresso di
Hart che nel finale. Lo scontro è acceso con alcune fasi all’esterno ma non
prende mai il giusto ritmo nonostante la lunga durata. La maschera protettiva
di Undertaker viene persa durante il match, mentre il pubblico è diviso nel
tifo, forse leggermente a favore del Phenom. Arriva la Tombstone Piledriver ma
Diesel trascina via l’arbitro e questo causa la squalifica di Bret Hart, che
mantiene la cintura dopo 28 minuti e 28 secondi. 6.5/10, non è un brutto match
ma manca di mordente, i due lottatori avranno una sfida decisamente migliore un
anno dopo. C’è più Undertaker contro Diesel che Undertaker contro Hart.
Voto finale: 5.5/10, un’occasione mancata
per un evento che sarebbe altrimenti stato buono. La Rumble in sé è deludente e
pure uno fra i peggiori match, con il buon debutto di Vader e l’inatteso
ritorno di Jake “The Snake” Roberts, oltre ad altri ritorni o debutti che
invece passano in secondo piano. Bret Hart contro Undertaker non è il dream
match che ci si aspettava, e inizia ufficialmente la rivalità fra Taker e
Diesel in vista di Wrestlemania. Buone cose anche da Razor Ramon contro
Goldust, ma non c’è molto altro da vedere con interesse, è tutto standard senza
troppi problemi o nemmeno pregi. Un evento guardabile sull’orlo della
sufficienza.
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