Recensione Raw 143
15 gennaio 1996 da
Newark (Delaware)
Durata show: 45:46
Rating: 2.4 (vs Nitro #20: 3.5)
Ultimo episodio registrato nel dicembre del ’95 e che precede
Royal Rumble ’96. Come ho scritto nella scorsa recensione di Nitro, da questo
momento le recensioni si faranno più brevi, con maggiore spazio per le opinioni
nei match invece che un tentativo di ‘recensione’ completo. Ciò non toglie che
provvederò a indicare il tipo di chiusura di ogni sfida, dandone una
valutazione.
Marty Jannetty vs. Owen Hart (w/Jim Cornette)
Non abbiamo di fronte il migliore Jannetty di sempre, però è
impossibile lamentarsi di un match valido come questo con due lottatori abili
che non lasciano un attimo di sosta alla sfida. Hart vince tramite uno
schienamento dal nulla. 7+/10, non riesco a dare di più perché non è la sfida
di alto livello che mi aspettavo di vedere, anche il pubblico non pare
particolarmente preso dal match.
Royal Rumble Report con brevi promo all’interno e nulla di
nuovo da menzionare a parte Vader che urla per tutto il tempo con voce profonda.
Matt Hardy vs. “The Ringmaster” Steve Austin (w/Ted DiBiase)
Debutto sul ring per Steve Austin a Raw dopo la presentazione
dell’episodio precedente. Dimenticatevi lo ‘Stone Cold’ dal ’97 in poi, questo
è Austin che combatte in modo tecnico, risultando diverso dallo stile efficace
che usava in WCW. Non manca la Stun Gun alla terza corda che diventa una fra le
manovre caratteristiche del lottatore, anche se la sua manovra finale è la
Sleeper Hold, con cui fa cedere Hardy in 4 minuti e 36 secondi in uno dei tanti
match dove non sarà ricordato prima del ’99. Squash.
Lungo filmato su Shawn Michaels per mettere attesa per il suo
ritorno, ma è pesante e noioso, lontano dai suoi soliti standard.
WWF World Tag Team Title Match: The Smoking Gunns (Bart Gunn & Billy
Gunn) (c) vs. The Spiders (Spider #1 & Spider #2)
Nulla da commentare, il solito match a senso unico che dura
meno di un minuto. Squash.
Segmento di Billionaire Ted, con nuove battute sulla WCW,
specialmente su Hogan.
McMahon è spaventato da Goldust mentre lo intervista (quando
il lottatore era ancora una presenza misteriosa, tempi lontani), e l’uomo
dorato ammette la sua attrazione per Razor Ramon ed è stato catturato dal Bad
Guy, vuole tutto il ‘peggio’ di lui, chiedendogli di non dimenticare il suo
nome. Okay, questo segmento era più maturo rispetto a tutto quello che si è
visto finora.
Isaac Yankem DDS vs. The Undertaker (w/Paul Bearer)
Kane contro Undertaker… più o meno! Jerry Lawler sostiene il
dentista prima della sfida, mentre The Phenom indossa ancora la maschera
protettiva al volto. Lawler interviene anche per colpire Paul Bearer con una
catena. Il pubblico urla ‘riposa in pace’ al dentista, che addirittura prova a
eseguire lui la Tombstone Piledriver, ma viene riversata da Undertaker (non è
mostrato dalla regia, immagino che ci fosse un errore d’esecuzione per cambiare
inquadratura, essendo un episodio registrato). Poi arriva la chiusura con
schienamento da parte di Undertaker sul rivale dopo 8 minuti e 30 secondi.
Segmento finale dove Goldust sta per essere intervistato ma
viene attaccato da Razor Ramon nel backstage, utilizzando anche un bidone della
spazzatura e un tavolo nelle vicinanze. In pratica il suo ‘odio’ è scaturito
dalla lettera d’ammirazione ricevuta da lui. Se oggi ci fosse un segmento del
genere insorgerebbero chissà quante persone! Infine, il Bad Guy viene colpito
alle ‘parti basse’ e si allontana per poi far scattare un’altra rissa che si
sposta all’esterno davanti alla neve a terra (con una visuale notturna orrenda
in bianco e nero) mentre viene annunciato Bret Hart contro Goldust per il
prossimo episodio di Raw dopo Royal Rumble ’96.
Voto finale: 5/10, Undertaker contro
Isaac Yankem intrattiene, il dentista non è uno di quei personaggi con
prospettive di carriera (per fortuna del lottatore) ma ha sempre avuto ruoli
che giustificassero la sua presenza sul ring. C’è ben poco dagli altri match,
perfino Owen Harty contro Marty Jannetty delude le aspettative, mentre il
debutto di Ringmaster/Steve Austin è accettabile ma non lascia una buona
impressione per il cambiamento dello stile di lotta da rissaiolo a tecnico. Non
è una puntata sufficiente, però si salva nella parte introduttiva e nel suo
main event, toccando il fondo con due sfide a senso unico e un’intervista
tributo a Shawn Michaels interminabile.
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