martedì 7 febbraio 2017

Recensione Nitro episodio 20 (15 gennaio 1996)

Recensione WCW Nitro 20
15 gennaio 1996 da Miami (Florida)
Durata show: 52:18
Rating: 3.5 (vs Raw #143: 2.4)

L’attrazione dell’episodio è Ric Flair contro Sting per la cintura mondiale, una sfida attesa dal pubblico come dimostrano gli ascolti altissimi dell’episodio.

Lex Luger vs. Randy Savage
Si parte con un match equilibrato ma non particolarmente interessante, lento e noioso. Macho Man continua a sembrare fuori forma fisica, mentre Luger addirittura ha parecchi fan dalla sua parte ed è lui a vincere in modo pulito con la Torture Rack per sottomissione in 5 minuti e 10 secondi. 6/10, sfida appena sufficiente, che dura poco e non garantisce spettacolo nonostante gli ottimi nomi coinvolti. Mi chiedo perché Savage debba spesso subire sfide che lo fanno passare per debole.

Confronto verbale sul ring fra Dungeon of Doom e Four Horsemen al completo, con Ric Flair e “Taskmaster” Kevin Sullivan come rappresentanti principali. Si parla di rispetto fra le due squadre in vista di un potenziale scontro, ma Brian Pillman riceve uno schiaffo da Arn Anderson per aver esagerato nell’atteggiamento e c’è dunque maggiore tensione all’interno degli Horsemen.

The American Males (Marcus Alexander Bagwell & Scotty Riggs) vs. The Public Enemy (Johnny Grunge & Rocco Rock)
Debutto per i Public Enemy, che imitano i Nasty Boys in versione ‘ballerini’ mentre entrano sul ring. Non è un buon debutto perché risultano abbastanza anonimi e tutto l’entusiasmo dell’ingresso si spegne nella sfida, che viene comunque vinta proprio da loro in 3 minuti e 28 secondi. 4.5/10, niente di particolare da parte del nuovo team, anzi, la prima impressione è negativa.
Il post-match funziona meglio perché i Public Enemy preparano due tavoli uno sopra l’altro e li usano per causare distruzione agli avversari.

WCW World Heavyweight Title Match: Ric Flair (w/Jimmy Hart) (c) vs. Sting
Sarà almeno la quinta volta in 20 puntate che c’è Flair contro Sting, ma stavolta c’è la cintura mondiale in palio e il pubblico è veramente preso dalla sfida. C’è equilibrio e forse Sting pare dominante nel finale, ma interviene Lex Luger che addirittura pare aiutare Sting, togliendo il megafono a Jimmy Hart, ma si ritrova per colpire proprio Sting, perciò Flair se ne approfitta e lo fa cedere in 12 minuti, mantenendo la cintura. 6+/10, un match nella norma come ci si poteva aspettare da entrambi quando non ci mettono il pieno impegno. Invece l’intervento di Luger ha senso perché serve a portare avanti una storia.

Arrivano Macho Man e Hulk Hogan sul ring, entrambi per convincere Sting che non può fidarsi di Lex Luger. Tuttavia poi l’Hulkster se la prende anche con Savage e dice che non è giusto che lui abbia una title shot quando è stato sconfitto dal Total Package (con la solita arroganza che un beniamino del pubblico non dovrebbe avere, ma Hogan è sempre stato così), quindi anche i due amici collidono fra loro. Se c’è qualcosa che la WCW sa far bene è creare tensione fra le maggiori stelle e rendere il titolo mondiale il punto d’arrivo che può distruggere amicizie.

Hulk Hogan vs. Meng (w/The Taskmaster)
Niente di speciale, potete già immaginare il corso della sfida, Hogan praticamente domina, va in difficoltà e poi si riprende gasando il pubblico. Anche Taskmaster prova a intervenire ma Hogan lo scaraventa fuori con un Big Boot e chiude con una Samoan Spike su Meng, rubandogli la mossa finale (e l’arma) per vincere per schienamento dopo 4 minuti e 41 secondi. 5+/10, per fortuna è breve, altrimenti rischiava di diventare un match pesante da seguire.

Voto finale: 5/10, ci sono due match sufficienti, Sting contro Ric Flair per la cintura, che tuttavia ha un post-match appassionante, e Lex Luger contro Randy Savage. Il debutto dei Public Enemy non è convincente, mentre Hogan contro Meng risulta blando e altamente prevedibile. C’è poco altro nello show, il confronto fra Dungeon of Doom e Four Horsemen è strano e non pare portare a grandi spunti per il futuro, ma tutto è possibile perché a volte basta un episodio per cambiare quello che si dà per certo. Sicuramente non è una puntata competitiva, la card è buona ma la qualità non lo è altrettanto.

Nitro, voto 5; Raw, voto: 5. Per la prima volta do lo stesso identico voto ai due show, dunque il punteggio rimane invariato rispetto alla settimana precedente.


Nitro 14 – Raw 3

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