Recensione WWE Greatest Royal Rumble 2018
27 aprile 2018 da Jeddah
(Arabia Saudita)
Durata show: 5:00:18
Questo è sicuramente un evento atipico, di 5 ore di durata,
con il terzo match Royal Rumble dell’anno, per di più l’unico a 50 lottatori.
Arriva subito dopo Wrestlemania e ha una card di altissimo livello, con diversi
ritorni ufficializzati.
John Cena vs. Triple H
Voto: 7+/10. Questa sfida è sempre un classico, ricordo di averli
visti combattere a Milano e già era stato un match di buon livello, anche qui
non c’è alcuna delusione, ma una sfida solida fra due icone della federazione.
Cena vince per schienamento in 15 minuti e 45 secondi. Niente di leggendario ma
di sicuro non manca nulla per avere una sfida da seguire con interesse.
WWE Cruiserweight Title: Cedric Alexander © vs. Kalisto
Voto: 6.5/10. Scarso interesse da parte mia, il solito match
dei pesi leggeri con poco appeal da parte del pubblico e nulla di innovativo.
Cedric Alexander mantiene la cintura vincendo in 10 minuti e 14 secondi. Passo
oltre pur ritenendolo più che sufficiente.
WWE RAW Tag Team Titles: The Bar (Cesaro & Sheamus) vs. The Deleter
Of Worlds (Bray Wyatt & Matt Hardy)
Voto: 5.5/10. Qui invece sono deluso, i due team avevano la
possibilità di tirar fuori un gran bel match, ma non è successo nulla del genere,
si è rimasti sulla sfida standard. La cintura viene riassegnata (dopo il
curioso match a Wrestlemania) e vede trionfare Hardy e Wyatt in 8 minuti e 50
secondi. A mio parere le scelte fatte per queste cinture di Raw sono davvero
poco ispirate negli ultimi mesi, si stanno svalutando sempre di più.
WWE United States Title: Jeff Hardy © vs. Jinder Mahal (w/Sunil Singh)
Voto: 5/10. Il peggiore match dell’evento, quello che non
trasmette alcuna emozione. Mahal è stato un pessimo campione WWE e un mediocre
campione americano che non è nemmeno durato quanto serviva per farsi valere.
Jeff Hardy praticamente ottiene una vittoria facile per schienamento in 6
minuti e 10 secondi.
WWE SmackDown Tag Team Titles: The Bludgeon Brothers (Harper &
Rowan) © vs. The Usos (Jey Uso & Jimmy Uso)
Voto: 6-/10. La sfida più breve ma pur sempre interessante
per quel poco che è durata. Gli Uso si trovano davanti al team dominante di
Smackdown e i Bludgeon Brothers li sconfiggono in 5 minuti e 9 secondi.
WWE Intercontinental Title: Seth Rollins (c) vs. Finn Balor vs. Samoa
Joe vs. The Miz [Fatal Four Way Ladder Match]
Voto: 8.5/10. Il Ladder match più efficace è quello ricco d’azione,
questo dura quasi 15 minuti ed è soddisfacente, a mio parere la sfida migliore
dell’evento, quella più solida e spettacolare. Samoa Joe si inserisce
benissimo, Rollins e Balor sono entrambi spettacolari, Miz è il meno portato
per queste sfide perché non ama prendersi dei rischi, ma alla fine dei conti è
un match che funziona benissimo. Seth Rollins vince in 14 minuti e 33 secondi,
rimanendo campione.
WWE Title: AJ Styles (c) vs. Shinsuke Nakamura
Voto: 7+/10. Ancora una volta siamo ben sotto al potenziale
che questi due possono portare a una sfida. È irritante vedere una bella
costruzione accompagnata da un finale pessimo, ma forse necessario per mandare
avanti la rivalità. Nakamura è aggressivo e riesce a rendersi pericoloso, AJ
Styles è un degno campione, non si tira mai indietro. Nel finale i due
lottatori vengono contati fuori dopo 14 minuti e 26 secondi e la sfida prosegue
anche dopo il suono della campanella.
Rusev (w/Aiden English) vs. The Undertaker [Casket Match]
Voto: 6/10. Sicuramente non è questo il Rusey Day, ma contro
Undertaker in un match della bara l’esito era scontato. Oggi vedere lottare
Undertaker è divenuto raro o addirittura storico, mentre il Casket match in
passato significava mesi di assenza per lo sconfitto, mentre ora è una
stipulazione come tante. È impressionante la caduta finale di Aiden English
nella bara con Rusev, sembra essersi fatto malissimo mentre il match dura 9
minuti e 37 secondi, con Undertaker che almeno deve combattere un po’ prima di
vincere (mi aspettavo meno di 5 minuti di match a dire il vero).
WWE Universal Title: Brock Lesnar (w/Paul Heyman) (c) vs. Roman Reigns
[Steel Cage Match]
Voto: 5+/10. Okay, il titolo universale ruota attorno a una
rivalità che non rende mai al meglio sul ring. Lesnar e Roman non stanno
facendo dei match epici e spero che questo sia l’ultimo capitolo perché davvero
non ne posso più. La conclusione è un bello schiaffo in faccia agli spettatori,
con Roman che colpisce Lesnar con una Spear e lui vola fuori dalla gabbia e
vince il match in 9 minuti e 14 secondi, mantenendo la cintura. Tralasciando il
finale, che non è affatto innovativo, non c’è quell’intensità che ci si
aspetterebbe da un match del genere, è uno fra i match nella gabbia meno
ispirati di sempre.
Greatest Royal Rumble Match
Apollo Crews vs. Babatunde vs. Baron Corbin vs. Big Cass vs. Big E vs.
Bobby Lashley vs. Bobby Roode vs. Bo Dallas vs. Braun Strowman vs. Chad Gable
vs. Chris Jericho vs. Curt Hawkins vs. Curtis Axel vs. Daniel Bryan vs. Dan
Matha vs. Dash Wilder vs. Dolph Ziggler vs. Drew Gulak vs. Elias vs. Fandango
vs. Goldust vs. Heath Slater vs. Hiroki Sumi vs. Hornswoggle vs. Karl Anderson
vs. Kevin Owens vs. Kofi Kingston vs. Konnor vs. Kurt Angle vs. Luke Gallows
vs. Mark Henry vs. Mike Kanellis vs. Mojo Rawley vs. Primo Colon vs. Randy
Orton vs. Rey Mysterio vs. Rhyno vs. Roderick Strong vs. Scott Dawson vs. Shane
McMahon vs. Shelton Benjamin vs. Sin Cara vs. The Great Khali vs. Titus O'Neil
vs. Tony Nese vs. Tucker Knight vs. Tye Dillinger vs. Tyler Breeze vs. Viktor
vs. Xavier Woods
Durata Rumble: 77 minuti e 22 secondi.
Primo e secondo ingresso: Daniel Bryan / Dolph Ziggler
Numero 50: Chris Jericho
Debutti/Ritorni a sorpresa: Mark Henry, Hornswoggle, Rey
Mysterio The Great Khali, Chris Jericho (ma in realtà c’erano annunci precedenti
alla sfida, quindi niente sorprese)
Wrestler
principali: Daniel Bryan (1), Kurt Angle
(16), Randy Orton (35), Braun Strowman (41), Bobby Lashley (44), Kevin Owens (46),
Chris Jericho (50)
Fase iniziale: sufficiente, l’apertura è solida con Daniel
Bryan e Dolph Ziggler sul ring, due lottatori capaci di resistere a lungo, ma
gran parte dei lottatori di livello minore arrivano proprio qui. Mark Henry
riaccende la sfida, Kofi Kingston chiude questa prima parte con un po’ di
spettacolo. Nulla di davvero interessante.
Fase centrale: sufficiente, ci si perde molto con i
tantissimi ingressi, ci sono buoni momenti ma il pubblico non è granché
reattivo. Arrivano le eliminazioni interessanti e i talenti locali fanno una
buona figura, specialmente Babatunde. Con il #28 entra Rey Mysterio, con il #35
Randy Orton, mentre non mancano i momenti divertenti, in particolare con
Fandango e Tyler Breeze, ma pure con il New Day. A chiudere questa fase
centrale c’è il momento improvvisato più divertente e probabilmente degno di
Shockmaster, con Titus O’Neil che inciampa e finisce sotto al ring in maniera
goffa, con i commentatori a riderci sopra a non finire.
Fase finale: buona, il mordente s’innalza con gli ultimi
dieci ingressi. Strowman, il favorito, entra con il #41, Lashley con il #44,
Khali con il #45, Owens e Shane McMahon seguono dopo di lui. Chris Jericho
entra con il #50, quindi nella posizione più favorevole. È qui che si svolgono
le fasi più interessanti, Daniel Bryan è l’uomo di ferro della sfida e resiste
fino in fondo, dopo tutti gli ingressi. Shane McMahon viene gettato su un tavolo
all’esterno da Braun Strowman in un volo assurdo, mentre nel finale ci sono sul
ring Bryan, Jericho, Strowman e Big Cass. Jericho va fuori, poi Cass elimina
Bryan e interrompe la sua maratona dopo 76 minuti di match, mentre Strowman
vince la sfida, com’era prevedibile che succedesse, e impone il nuovo record di
eliminazioni individuali a quota 13.
Voto Rumble: 7/10. Non sono così entusiasta per questa Royal
Rumble, apprezzo il gran numero di lottatori presenti ma non è un ‘classico’, e
nemmeno mi ha fatto emozionare come quella maschile di inizio anno che per me è
stata fra le migliori di sempre. Qui manca quell’enfasi finale nel senso che
poteva vincere chiunque che non sarebbe cambiato molto perché si lottava per un
trofeo. Strowman come scelta del vincitore appare decente, è amato dal pubblico
ed è in fase di lancio da mesi. Daniel Bryan fa la migliore prestazione, è
fantastico vederlo resistere con il petto di colore rosso sapendo che fino a un
mese fa era un lottatore ritirato, ma qui è una prestazione degna di quella di
Chris Benoit nel 2004 e di Rey Mysterio nel 2006. Insomma, davvero pazzesco! Ci
sono alcune delusioni e altri momenti esilaranti, la caduta goffa di O’Neil
prima di entrare sul ring verrà ricordata per anni, assurda e divertente.
Voto finale: 6.5/10. Considero questo evento
non così grandioso come da “promesse”, ma almeno più che sufficiente. Sono 5
ore che non annoiano mai, con l’attesa di quella che è la Rumble più numerosa
di sempre, e in effetti è degna di tale nome anche se poi gli ingressi sono
ogni minuto, quindi accavallati l’uno dopo l’altro. Tantissime stelle presenti,
John Cena contro Triple H è la sfida d’apertura ma non può passare inosservata,
mentre Undertaker combatte in un Casket match… cosa si può chiedere di più?
Voglio dire, per quanto alcuni finali siano pessimi (le sfide per i due titoli
mondiali), c’è tanto talento, questo è uno fra i roster migliori della storia
della WWE, e non ho dubbi su questo, il talento non manca, la gestione delle
sfide è spesso contestabile. Perché AJ Styles e Shinsuke Nakamura non riescono
ancora a regalare una sfida sopra le 4 stelle è un mistero per me, considerato
che sanno adattarsi molto bene a uno stile differente da quello tipico per
loro. Brock Lesnar contro Roman Reigns è divenuta una rivalità quasi nauseante,
incapace di regalare una degna sfida dopo tutta l’immensa costruzione che
stanno portando, e questo finale mi fa temere che ci saranno nuove tappe, anche
se spero sinceramente di no perché non se ne può più e non vedo molta gente
entusiasta. La Royal Rumble a 50 lottatori funziona bene, ma non è perfetta,
anzi, a mio parere è fra le meno entusiasmanti, si lascia guardare senza però
regalare momenti immancabili (Titus O’Neil a parte), ma l’incredibile
resistenza di Daniel Bryan e le 13 eliminazioni di Braun Strowman entrano nella
storia, quindi è una Rumble che spezza i record e lascia il segno. Se poi si
aggiunge il 4-way Ladder match, allora si ha tutto per promuovere questo evento
pur considerandolo inferiore al suo potenziale. È più di un house show, ma
tutto sommato è impossibile non vederlo come tale.