sabato 28 aprile 2018

Recensione WWE Greatest Royal Rumble 2018 (27 aprile 2018)


Recensione WWE Greatest Royal Rumble 2018
27 aprile 2018 da Jeddah (Arabia Saudita)
Durata show: 5:00:18

Questo è sicuramente un evento atipico, di 5 ore di durata, con il terzo match Royal Rumble dell’anno, per di più l’unico a 50 lottatori. Arriva subito dopo Wrestlemania e ha una card di altissimo livello, con diversi ritorni ufficializzati.


John Cena vs. Triple H
Voto: 7+/10. Questa sfida è sempre un classico, ricordo di averli visti combattere a Milano e già era stato un match di buon livello, anche qui non c’è alcuna delusione, ma una sfida solida fra due icone della federazione. Cena vince per schienamento in 15 minuti e 45 secondi. Niente di leggendario ma di sicuro non manca nulla per avere una sfida da seguire con interesse.

WWE Cruiserweight Title: Cedric Alexander © vs. Kalisto
Voto: 6.5/10. Scarso interesse da parte mia, il solito match dei pesi leggeri con poco appeal da parte del pubblico e nulla di innovativo. Cedric Alexander mantiene la cintura vincendo in 10 minuti e 14 secondi. Passo oltre pur ritenendolo più che sufficiente.

WWE RAW Tag Team Titles: The Bar (Cesaro & Sheamus) vs. The Deleter Of Worlds (Bray Wyatt & Matt Hardy)
Voto: 5.5/10. Qui invece sono deluso, i due team avevano la possibilità di tirar fuori un gran bel match, ma non è successo nulla del genere, si è rimasti sulla sfida standard. La cintura viene riassegnata (dopo il curioso match a Wrestlemania) e vede trionfare Hardy e Wyatt in 8 minuti e 50 secondi. A mio parere le scelte fatte per queste cinture di Raw sono davvero poco ispirate negli ultimi mesi, si stanno svalutando sempre di più.

WWE United States Title: Jeff Hardy © vs. Jinder Mahal (w/Sunil Singh)
Voto: 5/10. Il peggiore match dell’evento, quello che non trasmette alcuna emozione. Mahal è stato un pessimo campione WWE e un mediocre campione americano che non è nemmeno durato quanto serviva per farsi valere. Jeff Hardy praticamente ottiene una vittoria facile per schienamento in 6 minuti e 10 secondi.

WWE SmackDown Tag Team Titles: The Bludgeon Brothers (Harper & Rowan) © vs. The Usos (Jey Uso & Jimmy Uso)
Voto: 6-/10. La sfida più breve ma pur sempre interessante per quel poco che è durata. Gli Uso si trovano davanti al team dominante di Smackdown e i Bludgeon Brothers li sconfiggono in 5 minuti e 9 secondi.

WWE Intercontinental Title: Seth Rollins (c) vs. Finn Balor vs. Samoa Joe vs. The Miz [Fatal Four Way Ladder Match]
Voto: 8.5/10. Il Ladder match più efficace è quello ricco d’azione, questo dura quasi 15 minuti ed è soddisfacente, a mio parere la sfida migliore dell’evento, quella più solida e spettacolare. Samoa Joe si inserisce benissimo, Rollins e Balor sono entrambi spettacolari, Miz è il meno portato per queste sfide perché non ama prendersi dei rischi, ma alla fine dei conti è un match che funziona benissimo. Seth Rollins vince in 14 minuti e 33 secondi, rimanendo campione.

WWE Title: AJ Styles (c) vs. Shinsuke Nakamura
Voto: 7+/10. Ancora una volta siamo ben sotto al potenziale che questi due possono portare a una sfida. È irritante vedere una bella costruzione accompagnata da un finale pessimo, ma forse necessario per mandare avanti la rivalità. Nakamura è aggressivo e riesce a rendersi pericoloso, AJ Styles è un degno campione, non si tira mai indietro. Nel finale i due lottatori vengono contati fuori dopo 14 minuti e 26 secondi e la sfida prosegue anche dopo il suono della campanella.

Rusev (w/Aiden English) vs. The Undertaker [Casket Match]
Voto: 6/10. Sicuramente non è questo il Rusey Day, ma contro Undertaker in un match della bara l’esito era scontato. Oggi vedere lottare Undertaker è divenuto raro o addirittura storico, mentre il Casket match in passato significava mesi di assenza per lo sconfitto, mentre ora è una stipulazione come tante. È impressionante la caduta finale di Aiden English nella bara con Rusev, sembra essersi fatto malissimo mentre il match dura 9 minuti e 37 secondi, con Undertaker che almeno deve combattere un po’ prima di vincere (mi aspettavo meno di 5 minuti di match a dire il vero).

WWE Universal Title: Brock Lesnar (w/Paul Heyman) (c) vs. Roman Reigns [Steel Cage Match]
Voto: 5+/10. Okay, il titolo universale ruota attorno a una rivalità che non rende mai al meglio sul ring. Lesnar e Roman non stanno facendo dei match epici e spero che questo sia l’ultimo capitolo perché davvero non ne posso più. La conclusione è un bello schiaffo in faccia agli spettatori, con Roman che colpisce Lesnar con una Spear e lui vola fuori dalla gabbia e vince il match in 9 minuti e 14 secondi, mantenendo la cintura. Tralasciando il finale, che non è affatto innovativo, non c’è quell’intensità che ci si aspetterebbe da un match del genere, è uno fra i match nella gabbia meno ispirati di sempre.

Greatest Royal Rumble Match
Apollo Crews vs. Babatunde vs. Baron Corbin vs. Big Cass vs. Big E vs. Bobby Lashley vs. Bobby Roode vs. Bo Dallas vs. Braun Strowman vs. Chad Gable vs. Chris Jericho vs. Curt Hawkins vs. Curtis Axel vs. Daniel Bryan vs. Dan Matha vs. Dash Wilder vs. Dolph Ziggler vs. Drew Gulak vs. Elias vs. Fandango vs. Goldust vs. Heath Slater vs. Hiroki Sumi vs. Hornswoggle vs. Karl Anderson vs. Kevin Owens vs. Kofi Kingston vs. Konnor vs. Kurt Angle vs. Luke Gallows vs. Mark Henry vs. Mike Kanellis vs. Mojo Rawley vs. Primo Colon vs. Randy Orton vs. Rey Mysterio vs. Rhyno vs. Roderick Strong vs. Scott Dawson vs. Shane McMahon vs. Shelton Benjamin vs. Sin Cara vs. The Great Khali vs. Titus O'Neil vs. Tony Nese vs. Tucker Knight vs. Tye Dillinger vs. Tyler Breeze vs. Viktor vs. Xavier Woods
Durata Rumble: 77 minuti e 22 secondi.
Primo e secondo ingresso: Daniel Bryan / Dolph Ziggler
Numero 50: Chris Jericho
Debutti/Ritorni a sorpresa: Mark Henry, Hornswoggle, Rey Mysterio The Great Khali, Chris Jericho (ma in realtà c’erano annunci precedenti alla sfida, quindi niente sorprese)
Wrestler principali:  Daniel Bryan (1), Kurt Angle (16), Randy Orton (35), Braun Strowman (41), Bobby Lashley (44), Kevin Owens (46), Chris Jericho (50)

Fase iniziale: sufficiente, l’apertura è solida con Daniel Bryan e Dolph Ziggler sul ring, due lottatori capaci di resistere a lungo, ma gran parte dei lottatori di livello minore arrivano proprio qui. Mark Henry riaccende la sfida, Kofi Kingston chiude questa prima parte con un po’ di spettacolo. Nulla di davvero interessante.
Fase centrale: sufficiente, ci si perde molto con i tantissimi ingressi, ci sono buoni momenti ma il pubblico non è granché reattivo. Arrivano le eliminazioni interessanti e i talenti locali fanno una buona figura, specialmente Babatunde. Con il #28 entra Rey Mysterio, con il #35 Randy Orton, mentre non mancano i momenti divertenti, in particolare con Fandango e Tyler Breeze, ma pure con il New Day. A chiudere questa fase centrale c’è il momento improvvisato più divertente e probabilmente degno di Shockmaster, con Titus O’Neil che inciampa e finisce sotto al ring in maniera goffa, con i commentatori a riderci sopra a non finire.
Fase finale: buona, il mordente s’innalza con gli ultimi dieci ingressi. Strowman, il favorito, entra con il #41, Lashley con il #44, Khali con il #45, Owens e Shane McMahon seguono dopo di lui. Chris Jericho entra con il #50, quindi nella posizione più favorevole. È qui che si svolgono le fasi più interessanti, Daniel Bryan è l’uomo di ferro della sfida e resiste fino in fondo, dopo tutti gli ingressi. Shane McMahon viene gettato su un tavolo all’esterno da Braun Strowman in un volo assurdo, mentre nel finale ci sono sul ring Bryan, Jericho, Strowman e Big Cass. Jericho va fuori, poi Cass elimina Bryan e interrompe la sua maratona dopo 76 minuti di match, mentre Strowman vince la sfida, com’era prevedibile che succedesse, e impone il nuovo record di eliminazioni individuali a quota 13.
Voto Rumble: 7/10. Non sono così entusiasta per questa Royal Rumble, apprezzo il gran numero di lottatori presenti ma non è un ‘classico’, e nemmeno mi ha fatto emozionare come quella maschile di inizio anno che per me è stata fra le migliori di sempre. Qui manca quell’enfasi finale nel senso che poteva vincere chiunque che non sarebbe cambiato molto perché si lottava per un trofeo. Strowman come scelta del vincitore appare decente, è amato dal pubblico ed è in fase di lancio da mesi. Daniel Bryan fa la migliore prestazione, è fantastico vederlo resistere con il petto di colore rosso sapendo che fino a un mese fa era un lottatore ritirato, ma qui è una prestazione degna di quella di Chris Benoit nel 2004 e di Rey Mysterio nel 2006. Insomma, davvero pazzesco! Ci sono alcune delusioni e altri momenti esilaranti, la caduta goffa di O’Neil prima di entrare sul ring verrà ricordata per anni, assurda e divertente.

Voto finale: 6.5/10. Considero questo evento non così grandioso come da “promesse”, ma almeno più che sufficiente. Sono 5 ore che non annoiano mai, con l’attesa di quella che è la Rumble più numerosa di sempre, e in effetti è degna di tale nome anche se poi gli ingressi sono ogni minuto, quindi accavallati l’uno dopo l’altro. Tantissime stelle presenti, John Cena contro Triple H è la sfida d’apertura ma non può passare inosservata, mentre Undertaker combatte in un Casket match… cosa si può chiedere di più? Voglio dire, per quanto alcuni finali siano pessimi (le sfide per i due titoli mondiali), c’è tanto talento, questo è uno fra i roster migliori della storia della WWE, e non ho dubbi su questo, il talento non manca, la gestione delle sfide è spesso contestabile. Perché AJ Styles e Shinsuke Nakamura non riescono ancora a regalare una sfida sopra le 4 stelle è un mistero per me, considerato che sanno adattarsi molto bene a uno stile differente da quello tipico per loro. Brock Lesnar contro Roman Reigns è divenuta una rivalità quasi nauseante, incapace di regalare una degna sfida dopo tutta l’immensa costruzione che stanno portando, e questo finale mi fa temere che ci saranno nuove tappe, anche se spero sinceramente di no perché non se ne può più e non vedo molta gente entusiasta. La Royal Rumble a 50 lottatori funziona bene, ma non è perfetta, anzi, a mio parere è fra le meno entusiasmanti, si lascia guardare senza però regalare momenti immancabili (Titus O’Neil a parte), ma l’incredibile resistenza di Daniel Bryan e le 13 eliminazioni di Braun Strowman entrano nella storia, quindi è una Rumble che spezza i record e lascia il segno. Se poi si aggiunge il 4-way Ladder match, allora si ha tutto per promuovere questo evento pur considerandolo inferiore al suo potenziale. È più di un house show, ma tutto sommato è impossibile non vederlo come tale.

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