lunedì 27 marzo 2017

Recensione Wrestlemania XII (31 marzo 1996)

Recensione Wrestlemania XII
31 marzo 1996 da Anaheim (California)
Durata show: 2:47:40

A differenza di molte edizioni di Wrestlemania, non c’è una lunga introduzione, si passa presto all’azione con la sfida iniziale. Nel pre-show, i Body Donnas (Skip & Zip) sconfiggono i Godwinns per conquistare le cinture di coppia.

Ahmed Johnson, Jake Roberts & Yokozuna (w/Mr. Fuji) vs. Camp Cornette (Owen Hart, The British Bulldog & Vader) (w/James E. Cornette)
Questo è un match strano, tutto fa pensare a un successo del team di Yokozuna perché in caso di vittoria lui otterrebbe cinque minuti sul ring contro Jim Cornette, perciò la degna conclusione della loro rivalità. Invece è un match combattuto anche se un po’ dispersivo, perlomeno lottatori abili come Owen Hart e British Bulldog hanno il loro spazio, con Vader protagonista della fase finale, in cui esegue la Vader Bomb su Jake Roberts dopo un intervento a suo favore di Jim Cornette per la vittoria per schienamento in 12 minuti e 51 secondi. Già… niente vittoria per Yokozuna! 6/10, una sfida decisamente generica, con alcuni momenti validi, ma si capisce che è un riempitivo per far stare dei lottatori importanti in un evento con un match da un’ora intera. Il lato migliore della sfida è che rende Vader un mostro inarrestabile, qualcosa che serviva realmente.

Goldust vs. Roddy Piper [Hollywood Backlot Brawl Match]
Questo è un match strano, diviso in due parti, la prima all’esterno, ispirata a They Live di Carpenter di cui Roddy Piper era il protagonista, con una scena d’azione veramente spettacolare per strada. Non è male come confronto, considerato che è un periodo dove non sapevano nemmeno come fare un match hardcore, questo ha un fascino retrò e rende giustizia. Però Goldust fugge e Roddy Piper lo insegue, abbandonando la sfida. Fine prima parte!

Intervista molto piatta a Savio Vega, non c’è nulla di interessante.

Savio Vega vs. Steve Austin (w/Ted DiBiase)
Serve Stone Cold Steve Austin per vedere un buon match sul piano tecnico! Perché nel ’96 lui era uno fra i lottatori più talentuosi sul ring, ben lontano dal futuro rissaiolo. Purtroppo il pubblico è spento perché non c’è motivo di tifare per Savio Vega, che ha perso qualsiasi segno di interesse da mesi. Cade l’arbitro, DiBiase passa la Million Dollar Belt a Austin e lui la usa per stordire Vega, facendolo cedere nella Sleeper Hold, o Million Dollar Dream se preferite chiamarla così, dopo 10 minuti. 7.5/10, Austin era uno fra i migliori lottatori in WCW nel ’94, qui si conferma degno della considerazione. Certo, è ancora al fondo della card e si capisce che ci sono altri lottatori più lanciati di lui, ma è un percorso lento che funziona. Stavolta, anche Vega ha fatto un buon lavoro sul ring.

Mr. Perfect intervista Diesel per una decina di secondi, mentre viene mostrato un aggiornamento sull’inseguimento in macchina di Piper ai danni di Goldust, situazione stabile.

Hunter Hearst Helmsley (w/Sable) vs. The Ultimate Warrior
La valletta di HHH è Sable, diventata famosa come diva qualche mese dopo. Questo è sicuramente uno dei momenti più strani della carriera di Triple H, perché non poteva mancare a Wrestlemania, ma allo stesso tempo serviva un lottatore da mandare contro a Ultimate Warrior. Perciò la scelta è ricaduta su di lui e pare una di quelle cose che stroncano la carriera (ma tanto HHH non è mai calato nella considerazione). L’ingresso di Ultimate Warrior è elettrizzante, i fan impazziscono per lui. HHH esegue subito il Pedigree, ma lui esce come se non avesse effetto e chiude con la sua serie di mosse e il Warrior Splash per schienamento in 1 minuto e 36 secondi. Squash, estremamente divertente, considerato chi l’ha subito.

“Wildman” Marc Mero (Johnny B. Badd della WCW) è a Wrestlemania nel backstage, con un personaggio diverso da quello in WCW, molto più maschile e aggressivo. HHH lo raggiunge e lo attacca, facendo scattare una rissa fra loro.

Diesel vs. The Undertaker (w/Paul Bearer)
Dopo 50 minuti di evento, si entra nel vivo con le sfide principali. Questo confronto non è il migliore match ‘di Wrestling’ ma ha una psicologia eccezionale, con Diesel che riesce a mettere in difficoltà Taker tante volte e si prende il tempo per mostrare arroganza, e The Phenom riesce a rialzarsi e intimorirlo. Si prosegue di questo passo fino al finale, dove arrivano la Chokeslam e il Tombstone Piledriver su Diesel, così Undertaker vince per schienamento dopo 16 minuti e 46 secondi, portandosi sul 5-0 in una Streak che come concetto non esiste ancora. 8-/10, il primo grande match di Undertaker a Wrestlemania, con un Diesel praticamente perfetto nel ruolo dell’ostacolo da superare.

Roddy Piper e Goldust tornano prima nel backstage e poi sul ring per proseguire la loro rissa da strada, che all’improvviso diventa un match in cui cercano di strapparsi i vestiti ed è Piper a riuscirci, mostrando che Goldust veste un intimo in nero da ‘dominato’ (probabilmente da Marlena). Eccessivo? Forse. Carismatico? Tanto, finalmente hanno trovato la sfida giusta per Piper dopo alcuni tentativi sbagliati negli anni precedenti. Non valutabile, potrei dargli 4/10 o anche 7/10.

WWF World Heavyweight Title: Bret Hart (c) vs. Shawn Michaels (w/Jose Lothario) [60 Minute Iron Man Match]
Questo main event richiede una grande concentrazione, anche se si è fan di Wrestling, non è detto che si riesca ad apprezzare una sfida così lunga senza distrarsi. Io arrivo dalla passione per il mondo indie (che non recensisco sul blog, ma vorrei trovare il modo di lasciare almeno giudizi in breve sugli show che vedo) trovo facile star dietro a un confronto di pura tecnica. Ci sono delle buone fasi ma generalmente tende a essere un match lento, tenuto fermo da un risultato di 0-0 che non si smuove. Gli ultimi cinque minuti sono i migliori, quelli con maggiore enfasi e finalmente si fa sentire il pubblico, spento per il resto della sfida. Alla fine Bret Hart applica la Sharpshooter ma scade il tempo e il risultato rimane sullo 0-0.
Finisce qui? No! Il rientrante presidente Gorilla Monsoon decide di far continuare la sfida fino a che non arriverà un cambio di punteggio (Sudden Death, il Golden Gol del Wrestling). Hart è aggressivo e cerca di prendere vantaggio ma subisce la Sweet Chin Music per due volte di fila e Shawn Michaels va a schienarlo dopo 61 minuti e 52 secondi totali. 8.5/10, sono sincero, non è uno fra i miei match preferiti di sempre, l’Iron Man match da 60 minuti è fantastico, purtroppo vedere il punteggio inalterato lo rende meno epico. So che molti avranno apprezzato questa scelta che rende entrambi i lottatori eroici, ma con quel pubblico che sembrava annoiarsi non ha funzionato. Alla fine corona Shawn Michaels come il nuovo volto principale della federazione.

Si chiude con la festa di Shawn Michaels dopo la conquista della cintura mondiale WWF.


Voto finale: 7/10, un ottimo main event, forse non per tutti i tipi di fan, e un altro avvincente Undertaker contro Diesel, questo con una psicologia tipica delle sfide più importanti del Phenom. Risulta anche godibile la rissa fra Goldust e Roddy Piper, con le sue esagerazioni, e Steve Austin contro Savio Vega. Ultimate Warrior fa un match tipico di dominio incontrastato, anche se la sua ‘vittima’ è il futuro dominatore della federazione Triple H, perciò risulta divertente da vedere.  L’unico match che stona con il resto dell’evento è il 3 contro 3 iniziale, che almeno risulta sufficiente per quello che ha da offrire. Questa Wrestlemania segna il passaggio dell’era di Bret Hart a quella di Shawn Michaels, due lottatori entrambi con l’obiettivo di dominare e spesso in opposizione.

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