Recensione WCW CLASH OF THE CHAMPIONS XXVIII (28)
24 agosto 1994 da Cedar
Rapids (Iowa)
Durata show: 1:48:56
Lo show ha dei problemi tecnici, perciò la versione su WWE
Network è la “più completa possibile” ma parte senza alcuna introduzione,
giusto in tempo per la sfida iniziale.
Pretty Wonderful (Paul Orndorff & Paul Roma) vs. The Nasty Boys
(Brian Knobbs & Jerry Sags)
I Nasty Boys sono passati fra i beniamini del pubblico e sono
tifati in questa sfida. Non ci sono le cinture in palio, quindi il risultato è
abbastanza scontato. I Nasty Boys riescono a dominare nelle fasi finali e Saggs
chiude su Orndorff con un Flying Elbow Drop. Non c’è la certezza che lui fosse
l’uomo legale, ma viene comunque assegnata la vittoria ai Nasty Boys dopo 9
minuti e 33 secondi. 5.5/10, sfida pianificata male, con i Nasty Boys ci vorrebbe
sempre una stipulazione speciale di supporto per migliorare il loro rendimento.
Sfida di costruzione per dare un’opportunità titolata ai due lottatori.
WCW United States Heavyweight Title: Steve Austin (c) vs. Ricky
Steamboat [No Disqualification Match]
Purtroppo si tratta dell’ultimo grande match di rilievo di
Steamboat, a causa di un infortunio imminente che gli causerà la fine della
carriera. In questo match si intravede una prima versione della Stunner (qui
chiamata semplicemente Jawbreaker, spezza mascella). La sfida è un po’ lenta,
ma appena guadagna ritmo diventa buona, quasi al livello di quella di Bash at
the Beach. Nel finale i due lottatori danno vita a una serie di schienamenti e
contrattacchi e la spunta Steamboat con uno Small Package, chiudendo dopo 16
minuti e 2 secondi per vincere la cintura americana, ponendo fine all’ottimo
regno di Austin. 8+/10, non mi è piaciuto come il precedente ma è sempre una
sfida appassionante, ed è senza dubbi il migliore match dello show. Steve
Austin è ancora una volta abile a farsi odiare per tutto il match, mostra già
il potenziale da wrestler di punta, anche se la situazione in WCW comincia a
diventare satura di vecchi ritorni, impedendogli di scalare i vertici.
Bunkhouse Buck &
Terry Funk (w/Col. Robert Parker & Meng) vs. Dustin Rhodes & Dusty
Rhodes
Prima del match viene mostrato un fantastico promo di Dusty
Rhodes, che cerca di motivare il figlio e poi lo abbraccia dopo avergli offerto
il suo aiuto. Il match purtroppo non è granché, difficile aspettarsi buone
prestazioni dall’American Dream a quel punto degli anni ’90. Però il suo
carisma e quello di Terry Funk dilagano per tutta la sfida. Dopo 7 minuti e 27
secondi, interviene Arn Anderson a colpire i due Rhodes, facendoli vincere per
squalifica. 6+/10, non è un match brutto, e non è nemmeno buono, dura poco e
quindi i difetti vengono mascherati facilmente. Una stipulazione più aperta
avrebbe permesso maggiore fisicità e una sfida migliore.
Antonio Inoki vs. Lord Steven Regal (w/Sir William)
A proposito di lottatori ben oltre il proprio limite fisico,
anche Antonio Inoki non è più l’abilissimo lottatore di un tempo e la sfida
dura poco. L’azione all’interno del ring non è malvagia, per Regal è
un’occasione unica per confrontarsi con una fra le più grandi leggende
giapponesi (il tutto è nato per la mancanza di rispetto mostrata dall’inglese
alla cerimonia di premiazione di Inoki a Bash at the Beach). Il giapponese
applica la Choke Sleeper e sottomette Regal dopo 8 minuti e 26 secondi. 5+/10,
credo che Inoki abbia fatto del suo meglio, ma fisicamente non era in ottime
condizioni. Regal ne è uscito un po’ meno bene del solito, però avere l’onore
di confrontarsi con lui in quell’anno è sicuramente qualcosa degno di menzione.
Peccato per il pubblico che sembrava non avere idea di chi fosse Antonio Inoki.
WCW World Heavyweight Title Match: Hulk Hogan (w/Jimmy Hart) (c) vs. Ric
Flair (w/Sensuous Sherri)
Ric Flair è convinto di vincere per forfeit del rivale, ma si
sbaglia perché Hogan torna ‘miracolosamente’ in salute accettabile per
combattere e l’infortunio a inizio show sembra un vecchio ricordo. Dopo molte
difficoltà, il Nature Boy riesce ad applicare la Figure Four Leg Lock, ma Hogan
compie un altro dei suoi miracoli e si libera. Sherri attacca l’Hulkster e lo
fa cadere fuori dal ring, dolorante, quindi Flair vince per conteggio fuori
dopo 14 minuti e 26 secondi. 6/10, sufficienza per un match di stampo classico
senza particolari doti tecniche ma che fa impazzire il pubblico dell’arena.
Grande festa per Ric Flair, che è convinto di aver vinto la
cintura mondiale, ma viene confermato campione Hulk Hogan. L’assalitore torna
sul ring per attaccare di nuovo Hogan però arriva Sting a salvare l’Hulkster,
mettendo in fuga l’assalitore e Ric Flair, che si porta dietro la cintura per
continuare questa rivalità. Buon finale in ogni caso.
Segmenti e considerazioni:
- - Hulk Hogan si prepara a raggiungere il ring per la prima difesa titolata in WCW, ma un assalitore misterioso lo aggredisce alle spalle, urtandolo al ginocchio sinistro. Nessuno ha visto nulla e in quasi dieci minuti di segmento assistiamo a Hogan che viene portato via in ambulanza.
- - Altro aggiornamento da parte del commissario Nick Bockwinkle, nel caso che Hogan non dovesse farcela a lottare contro Ric Flair la cintura mondiale passerebbe direttamente al Nature Boy. Mean Gene ha il sospetto che Flair abbia orchestrato l’attacco, ma il commissario dice che non ci sono prove.
- - Video musicale di Honky Tonk Man. Stesso personaggio, canzone molto simile al tema che aveva in WWE. Ecco un altro esempio di wrestler che tornano per caso solo perché facevano parte della cerchia anni ’80 di Hogan.
- - Intervista a Ric Flair e a Sensuous Sherri, che è la ‘donna in nero’ vestita a lutto per festeggiare la fine imminente del regno di Hulk Hogan (nei suoi desideri). Flair è convinto che Hogan fosse KO una volta per tutte.
Voto finale: 6.5/10, gran parte dello show
si focalizza su Hulk Hogan, sull’infortunio e sul suo ritorno, dimenticandosi
di svelare l’identità dell’assalitore. Ric Flair pare incredibilmente vicino a
riprendersi la cintura nel main event, ma Hogan supera questa prima prova. La
fine del regno di Steve Austin avviene in questo evento ed è un momento
significativo dopo un grande match contro Ricky Steamboat (ed è significativo
pure che si tratti dell’ultima sfida di valore del lottatore prima
dell’infortunio). C’è Antonio Inoki, i due Rhodes insieme sono simbolici e non
mancano altri momenti interessanti, compresa la costruzione dei War Games ’94,
perciò è uno show non di alto livello ma comunque discreto in un periodo di
grandi cambiamenti.
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