sabato 24 settembre 2016

WCW Clash of the Champions 29 (16 novembre 1994)

Recensione WCW CLASH OF THE CHAMPIONS XXIX (29)
16 novembre 1994 da Jacksonville (Florida)
Durata show: 1:32:36

Ultimo dei Clash of the Champions del 1994, che si chiude con quattro eventi, mentre nei tre anni seguenti ce ne saranno soltanto due (con il 1997 a porre fine alla tradizione di Clash of the Champions).

WCW World Tag Team Title Match: Pretty Wonderful (Paul Orndorff & Paul Roma) (c) vs. Stars And Stripes (Marcus Alexander Bagwell & The Patriot)
C’è una stipulazione speciale nella sfida, The Patriot rischia di perdere la maschera in caso di sconfitta. A sorpresa il match è migliore delle sfide precedenti, con buone fasi e una psicologia decente. Orndorff come sempre ha buone idee e per lui è facile farsi tifare contro. Il finale però appare un po’ fuori luogo, arriva un Suplex di Bagwell su Orndorff ma entrambi hanno le spalle a terra e solo all’ultimo secondo Bagwell le solleva, arrivando quindi a vincere dopo 9 minuti e 20 secondi e portare al team la vittoria e la conquista delle cinture di coppia per la seconda volta. 7/10, sicuramente meglio delle mie previsioni, Bagwell è l’esempio ideale del lottatore che migliora lentamente ma è ancora in grado di compiere degli errori come nell’esecuzione della manovra finale. The Patriot e Paul Roma anche in una serata positiva continuano a non convincermi.

WCW World Television Title Match: Johnny B. Badd (c) vs. The Honky Tonk Man
I brutti match si vedono dall’inizio, anche se qui si potrebbe già rimanere perplessi dall’abbinamento sballato (anche se ogni match di Honky Tonk Man nel ’94 sa di errore). Oltre a essere una sfida pessima e breve anche il finale è inconcludente. Honky Tonk Man usa la chitarra e si fa squalificare dopo 6 minuti e 10 secondi, rimanendo poi sorpreso dalla decisione arbitrale. 4+/10, non c’è alcun senso logico nella sfida, la breve durata è l’unica ancora di salvezza. Chiaramente la permanenza del wrestler dell’epoca precedente durerà ancora per poco e non arriverà nemmeno a Starrcade.

Harlem Heat (Booker T & Stevie Ray) (w/Sister Sherri) vs. The Nasty Boys (Brian Knobbs & Jerry Sags)
Finalmente i membri degli Harlem Heat hanno i nomi con cui li conosciamo tuttora. Booker T è già il wrestler più abile del team e comincia a costruirsi la sua reputazione, anni di distanza dalla fama in singolo. I Nasty in questo caso ricoprono il ruolo del team da battere per arrivare a grandi traguardi. Ci sono dei momenti in cui il match è veramente lento, altri dove risulta più scorrevole e facile da apprezzare. Nel finale, Sensuous Sherri (ora Sister Sherri) interviene e aiuta gli Harlem Heat e spinge Booker T a tuffarsi su Saggs e portare la vittoria agli Harlem Heat dopo 10 minuti e 36 secondi. 6/10, non è un grande match ma si salva in parte, sicuramente si sentiva bisogno di un nuovo tag team emergente visto che a lottare per le cinture erano sempre le solite coppie.

Dustin Rhodes vs. Vader (w/Harley Race)
In uno show scadente come questo c’è per fortuna una sfida di buon livello che non ha bisogno di una grande storia per funzionare. Il match è valido semplicemente perché funziona e le sue fasi sono interessanti. La forza fisica di Vader è ancora più evidente con un avversario di stazza inferiore, nel finale il Big Man connette con un Facebuster potente per chiudere la sfida in 11 minuti e 43 secondi. 8/10, continua il periodo positivo di entrambi i lottatori, che riescono a sfornare un match avvincente.
Dopo il match Vader cerca di attaccare nuovamente Rhodes, ma interviene Jim Duggan a salvarlo.

WCW United States Heavyweight Title Match: Jim Duggan (c) vs. Steve Austin
Molti pensano che il crollo della carriera di Steve Austin sia arrivato a causa di questioni politiche. In parte è vero, ma c’è da dire che Austin ha subito due brutti infortuni a pochi mesi di distanza. Qui è infortunato e quindi c’è una tattica per evitare di farlo competere, mentre nel ’95 si è infortunato nuovamente ed è stato licenziato. Forse era visto come ‘debole’ fisicamente, invece è un wrestler che ha passato quasi tutta la sua carriera a combattere con il fisico distrutto, non hanno visto in lui quel potenziale. Sono comunque il primo a sostenere che Jim Duggan lo abbia affossato, e questa è l’ultima volta in cui potrò recensire un match di Austin in WCW. C’è una sorpresa preparata da Austin e si tratta di Vader, che aggredisce Duggan e lo fa vincere per squalifica dopo 54 secondi. Finisce non appena ha inizio. 0/10, chiedersi cosa sarebbe stato in grado di ottenere Steve Austin in WCW rimanendo nel ’95 è fantawrestling, ma di sicuro dopo aver perso la cintura è stato distrutto nella reputazione nei suoi match con Jim Duggan. E questo fa male visto che è stato uno fra i lottatori di punta dell’intero 1994.

Dave Sullivan, Hulk Hogan & Sting (w/Jimmy Hart) vs. The Three Faces Of Fear (Avalanche, Kevin Sullivan & The Butcher) [Six Man Tag Team Match (Special Referee: Mr. T)]
Purtroppo l’unico elemento di interesse del match è vedere Hulk Hogan insieme a Sting, anche se quest’ultimo pare secondario vista il dominio del campione mondiale WCW sul ring. I Sullivan sono elementi negativi per la sfida, The Butcher è assolutamente indegno del main event, mentre Avalanche (il vecchio Earthquake) riesce a sfornare qualche buon momento. Purtroppo il risultato è mediocre, Mr. T attacca Kevin Sullivan con un pugno dopo le sue provocazioni e Hogan va a chiudere su di lui dopo 10 minuti e 55 secondi. 4+/10, sicuramente una brutta sfida conclusiva, l’Hulkamania rende meno importanti tutti gli altri lottatori coinvolti, e non c’era verso che Hogan perdesse per rendere più interessante il match di Starrcade.
L’assalto degli sconfitti avviene dopo la sfida, Hogan viene urtato con il megafono e poi lasciato a terra. The Butcher dovrebbe uscire ‘pericoloso’ dal segmento ma non lo pare affatto, e questa è la fine dello show.

Segmenti e considerazioni:
  • -          La maggior parte dei segmenti backstage servono a promuovere la linea telefonica a pagamento, uno dei modi più famosi negli anni ’90 per attirare gente a spendere soldi.
  • -          Brother Bruti, o The Butcher come si fa chiamare ora, è con Avalanche (Earthquake) e Kevin Sullivan, e ognuno di loro spende tempo a parlare del team rivale. Il promo esce bene, Sullivan in particolare è abile al microfono.
  • -          “Mean” Gene intervista Hulk Hogan, Sting e Dave Sullivan, tutti con un look da Hulkamaniacs. Sting con trucco giallo e rosso è orrendo. Come sempre due di loro sono carismatici e l’altro è una presenza inutile e sgradevole.



Voto finale: 4/10, continua il crollo della WCW, e qui si comincia a sprofondare in un territorio pessimo. Ho sempre sentito parlare male del periodo dalla metà del ’94 al ’95 prima di Nitro, ma è solo seguendo questi show che mi rendo conto di quanto sia cambiata in negativo. Non c’è verso che Brutus Beefcake dopo un anno e mezzo dal ritiro potesse funzionare nel main event, così come Jim Duggan sembra inarrestabile ed eccessivamente lanciato. Regal, uno fra i lottatori con le migliori abilità sul ring, è fuori dai giochi che contano, Steve Austin si ritrova lentamente sulla strada per l’addio alla federazione, Cactus Jack è già fuori. Gli unici in grado di fare un buon match sono Dustin Rhodes e Vader, il primo avrebbe cambiato federazione entro un anno, il secondo avrebbe lasciato la WCW sempre nel ’95. Certo, Hulk Hogan è carismatico e la sua presenza si fa notare, ma il livello di qualità degli show cala sempre di più. Gli screzi nel main event fra Mr. T e Kevin Sullivan servono a portarli a un match, mentre si forma anche la rivalità fra Sting e Avalanche. L’interesse per Starrcade è pari a zero.

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