Recensione Survivor
Series 1994
23 novembre 1994 da San
Antonio (Texas)
Durata show: 2:42:12
L’ultimo pay per view del 1994 vede al tavolo di commento
Vince McMahon e Gorilla Monsoon. Il match per la cintura mondiale viene messo a
metà evento invece che in fondo, ed è quello che succede quando non si sa se la
sfida sarà accettabile. Ancora una volta il regno di Bret Hart viene messo in
secondo piano per far spazio al rematch di una fra le sfide più orrende
dell’intero 1994, il Casket match a Royal Rumble.
The Bad Guys (Fatu, Razor Ramon, Sionne, The 1-2-3 Kid & The British
Bulldog) (w/Afa & Captain Lou Albano) vs. The Teamsters (Diesel, Jeff
Jarrett, Jim Neidhart, Owen Hart & Shawn Michaels) [Survivor Series Ten Man
Tag Team Elimination Match]
Sicuramente questo è il match che mi interessa di più
dell’evento, due squadre con ottimi nomi all’interno e tanto potenziale. La
sfida non delude l’attesa, infatti i primi minuti sono incerti e senza
eliminazioni. Poi se ne vanno Fatu, 1-2-3 Kid e Sionne, lasciando i Bad Guys in
difficoltà. Poi se ne va anche British Bulldog. Razor Ramon è da solo, ma Shawn
Michaels colpisce Diesel con un Superkick e lui si infuria con i compagni.
Tutti lo seguono all’esterno e ironicamente l’intera squadra viene eliminata,
con Ramon che si rialza sul ring e scopre di aver vinto dopo 21 minuti e 45
secondi. 7.5/10, sfida discreta e un po’ strana, Diesel è il wrestler più
lanciato della sfida ed è la ragione della conclusione di essa. La rottura con
Michaels con cui è campione di coppia è importante e dà grandi spunti per le
puntate seguenti di Raw, oltre a renderlo uno fra i nomi principali della
federazione.
Clowns 'R Us (Dink, Doink, Pink & Wink) vs. The Royal Family
(Cheasy, Jerry Lawler, Queasy & Sleazy) [Survivor Series Eight Man Tag Team
Elimination Match]
Era inevitabile che dopo una rivalità pessima arrivasse un
match ancora più orrendo. Si poteva optare per una sfida di cinque minuti,
invece è interminabile ma a senso unico. Doink è il primo eliminato, poi
rimangono i suoi midget a farsi buttare fuori da quelli del team rivale. È un
successo totale per la Royal Family dopo 16 minuti e 5 secondi. Chiaramente è
una sfida comedy, anche se non c’è alcun momento che faccia ridere. 0/10,
alcuni brevi confronti fra Doink e Lawler non sono pessimi, ma il resto è
tremendo, assolutamente inguardabile per quella durata.
Dopo la sfida, The King insulta i suoi midget, dicendo di
aver vinto lui e non loro, perciò si coalizzano insieme ai clown per tendergli
un agguato e Doink gli sferra una torta in faccia. Triste
comicità anni ’60 per chiudere nel modo peggiore.
WWF World Heavyweight Title: Bret Hart (w/The British Bulldog) (c) vs.
Bob Backlund (w/Owen Hart) [Submission Match]
La storia del match è semplice, Bret Hart rappresenta la
nuova generazione, Bob Backlund il passato che non vuole saperne di tramontare.
Eppure, ancora una volta l’impressione è quella di una rivalità interna alla
famiglia Hart, con British Bulldog e Owen Hart all’esterno. Il match è
chiaramente tecnico, con richiami allo stile di inizio anni ’80 di cui Backlund
è un esperto. Si tratta di una sfida lunga, sopra gli standard tipici della
federazione. Hart applica sia la Sharpshooter che la Figure Four Leg Lock, ma
l’avversario dimostra di essere tenace, e ha un grande aiuto dall’esterno. Owen
interviene e colpisce il fratello, così Backlund può applicare la Chickenwing
Crossface. Dopo minuti di agonia, è Owen a chiamare i genitori per chiedere di
gettare il tovagliolo, così sono praticamente costretti a segnare loro la
sconfitta per sottomissione di Bret Hart, che perde la cintura dopo 35 minuti e
11 secondi a favore di Backlund in un momento a sorpresa. 8+/10, la più grande
delusione è la reazione dell’arena, quasi disinteressata alla sfida. Non ci
sono nemmeno grandi fischi al momento della vittoria di Backlund, non pare
avere alcun effetto. Il match però è di buona qualità, e non si vedono spesso
sfide da 35 minuti. Tuttavia potrebbe anche risultare pesante per chi non è
abituato alla Old School (e credetemi che questo non è un match tipico degli
anni ‘90).
Guts And Glory (Adam
Bomb, Bart Gunn, Billy Gunn, Lex Luger & Mabel) (w/Oscar) vs. The Million
Dollar Team (Bam Bam Bigelow, Jimmy del Ray, King Kong Bundy, Tatanka & Tom
Prichard) (w/Ted DiBiase) [Survivor Series Ten Man Tag Team Elimination Match]
A differenza della sfida iniziale, questa risulta decisamente
meno interessante, nei Guts and Glory l’unico trascinatore è Lex Luger, mentre
il team rivale ha diversi wrestler coinvolti nella storia. Mabel elimina
Prichard, poi viene contato fuori. Bigelow torna a combattere ai livelli buoni
dell’anno precedente ed elimina Adam Bomb con un Moonsault. Poi è Luger a
eliminare Del Ray. Tatanka elimina Bart Gunn, mentre Billy è eliminato da
Bundy. Il Made in USA rimane da solo ad affrontare i tre avversari rimasti e
riesce ad eliminare Tatanka, ma subisce uno splash da Bundy e viene sconfitto
in 23 minuti e 21 secondi. Quindi Bigelow e Bundy sono i due sopravvissuti
della sfida. 6-/10, match abbastanza noioso, manca lo starpower della prima
sfida ad eliminazione. Il recupero finale di Lex Luger non appare mai credibile
e non arriva nemmeno vicino alla vittoria, la squadra rivale è superiore e non
c’è alcuna ragione per credere il contrario.
The Undertaker (w/Paul Bearer) vs. Yokozuna (w/James E. Cornette &
Mr. Fuji) [Casket Match (Special Enforcer: Chuck Norris)]
Per concludere, un’altra sfida di Undertaker che risulta
quasi un disastro (dopo i terribili match contro il Fake Undertaker a
Summerslam e il primo Casket match contro Yokozuna a Royal Rumble). Chuck
Norris è carismatico a sufficienza per intrattenere all’esterno del ring,
fermando un’orda di lottatori che intervengono per il gusto di andare contro
Undertaker (e ancora una volta non c’è una ragione specifica, non c’erano
alleanze). Jeff Jarrett addirittura subisce un calcio da parte di Norris. Il
Deadman riesce a gettare Yokozuna nella bara, poi spezza la bandiera giapponese
e la getta dentro prima di chiuderla per arrivare alla vittoria dopo 15 minuti
e 24 secondi. 5+/10, pessima azione sul ring, mentre quello che succede all’esterno
intrattiene di più. Non doveva essere il main event, è fuori dalla sua
posizione ideale, per fortuna non è pessimo come il loro primo Casket match, ma
non si tratta di una sfida accettabile.
Segmenti e considerazioni:
- - Si parte con una breve introduzione sui team dell’evento, tutti impegnati a discutere sui propri match.
- - Owen Hart spiega che era il suo piano quello di coinvolgere i genitori per portare alla resa del fratello Bret, perciò è soddisfatto di avergli causato la fine del suo regno titolato.
- - Bob Backlund è euforico per la vittoria della cintura mondiale in un’intervista.
Voto finale: 4.5/10, dopo alcuni buoni pay
per view arriva una battuta d’arresto, dove il migliore match, quello fra Bret
Hart e Bob Backlund per il titolo WWF, viene posizionato a metà per lasciar
spazio a un altro Casket match fra Undertaker e Yokozuna che non ha particolare
mordente (diciamo la verità, la stipulazione non è granché se non ci sono idee
su come renderla piacevole). Fra i due match ad eliminazione spicca il primo
per la situazione che si va a creare fra Diesel e Shawn Michaels. Penso che Bob
Backlund in possesso della cintura sia una scelta un po’ strana, è chiaro che
non si voleva puntare su di lui ma usarlo come traghetto per Diesel per evitare
una rivalità dal grande potenziale fra Bret Hart e Diesel, magari come main
event di Wrestlemania XI, ma le cose sono andate diversamente. Non si può
dimenticare che c’è un match da 16 minuti del tutto inguardabile con Doink e
Jerry Lawler, perciò è un’edizione di Survivor Series in cui due match
risultano interessanti, il resto è evitabile e sconsigliato da parte mia.
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