Recensione WCW Bash at the Beach 1994
17 luglio 1994 da Orlando
(Florida)
Durata show: 2:43:42
Questo è il famoso show dove si disputa il primo match di
Hulk Hogan in WCW, e si tratta della sfida valida per la cintura mondiale WCW
contro Ric Flair, che ha sconfitto Sting a Clash of the Champions 27 (leggete
prima quella recensione).
WCW World Television Title Match: Lord Steven Regal (c) vs. Johnny B.
Badd
Una buona sfida d’apertura, con Regal che ancora una volta è
abile a gestirla. I coriandoli sul ring e sui due lottatori sono una
distrazione, ma il match è tecnico e senza momenti di lentezza. Nel finale
Regal cerca di vincere con l’aiuto del manager Sir William, ma l’arbitro se ne
accorge e scalcia via il conteggio, Johnny prova a chiudere ma è comunque Regal
a chiudere con un Roll-up e mantenere la cintura televisiva dopo 10 minuti e 40
secondi. 7/10, il match adatto per aprire l’evento, dalla durata adatta per
lasciare il segno senza stancare.
The Guardian Angel vs. Vader (w/Harley Race)
Non mi dispiace lo scontro fra i due lottatori di grossa
stazza, con Vader che connette sia con un Sunset Flip all’esterno e con un
Moonsault, non proprio quello che ci si aspetterebbe da uno della sua taglia,
ma lui era un caso raro vista l’abilità atletica. Big Bossman ormai era
diventato Guardian Angel, eppure questo è il match del ripensamento, perché il
lottatore vede uno sfollagente e si prepara a usarlo, facendosi squalificare
dopo 7 minuti e 58 secondi (per l’intenzione più che per l’uso). In pratica,
anche la personalità del Guardian Angel viene gettata via quasi subito. 6/10,
pessima conclusione per un match che con qualche minuto in più e un finale
decente sarebbe stato migliore.
Arn Anderson &
Dustin Rhodes vs. Bunkhouse Buck & Terry Funk (w/Col. Robert Parker)
Il match viene preceduto da un lungo riassunto sulla
rivalità. Arn Anderson offre di sua iniziativa aiuto a Dustin Rhodes e durante
il match si prende dei momenti eroici. Peccato che si trattasse di una
copertura, infatti in chiusura connette con una DDT sul proprio compagno,
permettendo a Terry Funk di schienarlo dopo 11 minuti e 15 secondi. 5+/10, il
potenziale era valido, purtroppo rispetto ai match precedenti della rivalità
questo manca un po’ di mordente. La terza conclusione sporca su tre sfide non è
un buon segnale, manca ancora un match dalla chiusura regolare. Il tradimento
di Arn Anderson non ha un grande impatto.
Dopo il match, Anderson collabora con i suoi ‘rivali’ per
rompere un braccio a Rhodes.
WCW United States Heavyweight Title Match: Steve Austin (c) vs. Ricky
Steamboat
Il regno da campione di Steve Austin continua con un altro
match di ottimo livello contro uno fra i migliori lottatori a livello di
qualità dei match. Austin contro Steamboat è quasi un classico, i loro stili
non sono al 100% compatibili, ma ne esce una sfida di ottimo livello in ogni
caso. La parte migliore del match è un po’ prima della chiusura, con i
lottatori che si riversano a vicenda delle Tombstone Piledriver. Austin si fa
squalificare per l’uso scorretto delle corde, ma Steamboat fa proseguire la
sfida e il campione è in grado di chiudere con un Roll-up dopo 20 minuti e 6
secondi per mantenere la cintura. 8+/10, sono questi i match che realmente
tenevano in considerazione la WCW come nemica storica della WWE, grazie al
tradizionalismo senza bisogno di particolari sorprese per accendere una sfida.
Steve Austin è stato abilissimo, provocando l’avversario e rendendosi degno di
chiudere ancora una volta a suo favore. Non è ancora l’atto finale della loro
rivalità.
WCW World Tag Team
Title Match: Cactus Jack & Kevin Sullivan (w/Dave Sullivan) (c) vs. Pretty
Wonderful (Paul Orndorff & Paul Roma)
Un match sulla carta promettente ma che risulta pessimo ed
eccessivamente lungo. Cactus Jack e Paul Orndorff sono sicuramente i due
migliori lottatori della contesa, mentre gli altri due sembrano rallentarla in
ogni occasione possibile. Non risulta un buon match, che se fosse durato 10
minuti in meno magari sarebbe stato accettabile. Arriva la Double Arm DDT di
Cactus Jack, ma l’arbitro è distratto e se ne approfittano i rivali, con
Orndorff che va a chiudere in modo caotico (d’altronde è il quinto match su
cinque ad avere un finale confusionario) per lo schienamento dopo 20 minuti e
11 secondi che pesano come se fosse durato un’ora. 4.5/10, dimenticatevi la
psicologia del match, sono 20 minuti di pugni e prese statiche. Si poteva fare
molto meglio, ma questa è la fine del breve regno titolato di Cactus Jack, che
nel giro di pochi mesi avrebbe lasciato la WCW.
WCW World Heavyweight Title Match: Ric Flair (w/Sensuous Sherri) (c) vs.
Hulk Hogan (w/Jimmy Hart)
Questo è uno fra i match più importanti della storia della
WCW perché segna l’inizio di un’era che durerà per anni e, forse, sarà anche
l’inizio della fine per la federazione. L’ingaggio di Hulk Hogan ha portato
popolarità e prestigio, ma allo stesso tempo ha permesso al lottatore di
deciderne le sorti, spingendo sull’ingaggiare certe persone e rilasciarne
altre. Tanti hanno pagato quel prezzo e due fra questi, Mick Foley e Steve
Austin, sono diventati i simboli della federazione rivale. Dare a un lottatore
appena ingaggiato un primo match valido per la cintura mondiale è eccessivo,
questo purtroppo è un dato di fatto.
Ma tornando a questo match, che viene presentato come ‘il più
importante di sempre’, non c’è nulla di male sulla prestazione di Hulk Hogan,
che è accompagnato da Mr. T. e fin dall’inizio della sfida combatte da
favorito, con Ric Flair perfetto nel ruolo dell’heel scorretto che cerca di
tutto per vincere. Ci sono delle belle fasi, decisamente classiche, che vedono
l’intervento di Sherri, compreso un suo Diving Splash dalla terza corda. Flair
le prova tutte, il tirapugni e la Figure Four Leg Lock, ma Hogan riesce sempre
a liberarsi ed è lui a chiudere con un Big Boot, seguito dall’Atomic Leg Drop
per la vittoria dopo 21 minuti e 50 secondi. 8-/10, non è quel match
leggendario che la WCW avrebbe voluto, ma è una sfida comunque buona, che segna
la fine dell’era di Ric Flair e l’inizio dell’Hulkamania in WCW. Vantaggi e
svantaggi appartengono al periodo seguente, non a questo match che invece regala
un confronto classico fra due lottatori che mai si erano trovati contro in un
grande evento. Per Hogan debuttare sul ring e conquistare il suo sesto titolo
mondiale pare quasi una prassi, vista l’importanza del lottatore.
Segmenti e considerazioni:
- - Si parte con un video che racconta il debutto di Hulk Hogan in WCW e la sua rivalità con Ric Flair.
- - Antonio Inoki è ospite dell’evento e riceve un premio da Mean Gene Okerlund, ma Steven Regal interrompe la cerimonia e arriva quasi a scontrarsi con Inoki ma viene tenuto a distanza.
- - Intervista a Ric Flair e Sherri, che minacciano Hulk Hogan di non avere alcuna possibilità di battere il Nature Boy.
- - Festa per il trio di Bunkhouse Buck, Terry Funk e Arn Anderson, che festeggiano con dello spumante.
- - In chiusura, Hulk Hogan e Jimmy Hart festeggiano con Jim Duggan e Mean Gene intervista il nuovo WCW World Champion. Hogan dice di essere l’unico campione mondiale in circolazione (zero rispetto per Bret Hart, campione mondiale WWF) e festeggia il suo nuovo titolo.
Voto finale: 7/10, è difficile dare un
voto all’evento. La sua importanza è innegabile, così come è facile
considerarlo l’inizio di un’epoca di cambiamenti per una federazione che aveva
appena trovato la strada giusta nei mesi precedenti. Eppure, guardandolo per
quello che offre, cioè buoni match e un main event che pur non essendo iconico
evita di deludere, allora risulta ancora nella lista dei buoni eventi WCW del
1994. Non condivido la scelta di mandare subito Hulk Hogan contro il lottatore
che si è preso carico della federazione negli ultimi due anni, facendo passare
Ric Flair per scorretto e immeritevole della cintura mondiale. Sting non è
presente all’evento a causa di un infortunio, mentre il roster comincia a
cambiare (si intravede già Jim Duggan nel finale). Steve Austin contro Ricky
Steamboat è la ragione principale per vedere questo evento, e alla fine dei
conti Hulk Hogan contro Ric Flair è più che sufficiente, perciò mi sento di
promuovere Bash at the Beach 1994.
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