lunedì 19 settembre 2016

WCW Fall Brawl (18 settembre 1994)

Recensione WCW Fall Brawl 1994
18 settembre 1994 da Roanoke (Virginia)
Durata show: 2:46:45

Un evento WCW nella seconda metà del 1994 senza Hulk Hogan nel main event? Molto interessante.

WCW World Television Title Match: Lord Steven Regal (w/Sir William) (c) vs. Johnny B. Badd
Alcune fasi sono molto simili o identiche al loro match del pay per view precedente, ma a livello qualitativo questa è un’ottima sfida. Johnny B. Badd è nel suo periodo migliore della carriera, addirittura connette con un Headscissors impressionante. Regal cerca ancora una volta la vittoria barando grazie al manager, ma l’arbitro glielo impedisce e Johnny arriva a chiudere con un Backslide, schienandolo dopo 11 minuti e 8 secondi per conquistare la cintura televisiva. Grande chiusura e pubblico veramente coinvolto da questa sfida. 8+/10, un po’ per la folla presente e in buona parte per la qualità del match, è una vera sorpresa e la sfida perfetta per aprire l’evento. Il regno di Regal si chiude con uno fra i suoi migliori match.

Cactus Jack vs. Kevin Sullivan (w/Dave Sullivan) [Loser Leaves WCW Match]
Incredibile nota dolente in questo evento, i match in cui lo sconfitto deve abbandonare la federazione dovrebbero sempre avere un mordente per interessare alla gente. Questo segue lo split fra i due lottatori che erano diventati campioni di coppia anche se per poche settimane. Lo scontro è durissimo ma Cactus Jack ne esce male, dall’esterno Dave Sullivan fa in modo di farlo rimbalzare contro una sedia e Kevin si limita a chiudere dopo 6 minuti 38 secondi. Terribile ultimo match per uno fra i migliori lottatori degli ultimi tre anni, assolutamente ingiusto nei suoi confronti. 4.5/10, c’è tanta amarezza nel vedere uno fra i favoriti dai fan andarsene in quel modo, con qualche minuto in più sarebbe stata una buona sfida.

Ricky Steamboat dovrebbe affrontare Steve Austin per la cintura americana, ma è infortunato e il commissario Nick Bockwinkle si ritrova ad assegnare la cintura d’ufficio al suo avversario. Austin è soddisfatto ma deve fare la prima difesa proprio ora contro… Jim Duggan.

WCW United States Heavyweight Title Match: Steve Austin (c) vs. Jim Duggan
Non è un match di Wrestling, è un piccolo siparietto stupido in cui Austin si lamenta per 30 secondi del suo avversario, poi Backdrop e schienamento in tuffo. Steve Austin perde la cintura in 35 secondi di regno, e non vedrà più alcuna gloria nell’ultimo periodo in WCW. Squash, un altro risultato ingiusto, è questo il premio per l’ottimo lavoro svolto da Austin nel suo lungo regno mondiale? Venire distrutto da un wrestler degli anni ’80 che già era ripetitivo a quei tempi?

WCW World Tag Team Title Match: Pretty Wonderful (Paul Orndorff & Paul Roma) (c) vs. Stars And Stripes (Marcus Alexander Bagwell & The Patriot)
The Patriot è uno fra i lottatori che non sono mai riuscito a digerire, nel 1997 si è trovato immediatamente nel main event in WWE a lottare contro Bret Hart per la cintura mondiale. Il suo unico vantaggio è di avere una maschera americana e risultare patriottico. Bagwell è ancora anonimo a quel punto della carriera, dopo anni in cui non è emerso come popolarità. La sfida non è granché, c’è un ottimo Piledriver all’esterno di Orndorff ma a parte quello va sul tradizionale, prese statiche e mosse basilari in una WCW che cerca quasi di cancellare la sua evoluzione degli ultimi anni. The Patriot non è l’uomo legale e l’arbitro lo caccia fuori, mentre Paul Roma va a chiudere su Bagwell dopo 12 minuti e 54 secondi in un finale confusionario. 5/10, c’è veramente poco di buono nel match, Orndorff fa un buon lavoro ma gli altri tre sono tremendamente noiosi.

WCW World Heavyweight Title #1 Contendership: Sting vs. The Guardian Angel vs. Vader (w/Harley Race) [Triangle Elimination Match]
In italiano lo si potrebbe chiamare triangolare, ma non è nemmeno il termine corretto perché è una sfida divisa in due fasi visto che non esisteva ancora il concetto di Three Way o Triple Threat nel Wrestling (almeno non nelle federazioni maggiori americane). Si va a round e la prima sfida è fra Guardian Angel (che poi è già parzialmente Big Bossman come modo di comportarsi) e Vader. I due ormai sono abituati a combattersi a vicenda e quello che mi impressiona di più è vedere Vader dominare sia in potenza che agilità, per poi chiudere con un Pump Splash dopo 7 minuti e 4 secondi.
La seconda fase è decisamente più epica, Sting è uno fra i personaggi più carismatici della WCW e lo dimostra fin da subito. Il match ha una cadenza a minutaggio, arrivando oltre i 20 minuti della scadenza (e nel frattempo ci sono ottimi momenti, compreso il Vadersault). Purtroppo l’ultimo minuto è totalmente sfasato, Vader parla a Sting e sembra quasi dirgli ‘prendiamocela con calma’, infatti il tempismo è sbagliato ed è incredibile vedere rallentare un match del genere all’improvviso per non rischiare di arrivare allo schienamento. Si va all’overtime, dove vince il primo che butta giù l’avversario. Sting riesce a buttare giù Vader ma l’arbitro è impegnato con Harley Race, perciò arriva il misterioso uomo mascherato ad attaccare Sting, portando Vader a vincere appena l’arbitro si volta verso il ring dopo 30 minuti e 22 secondi (totali, comprensivi del primo round). 8.5/10, per me questo ‘triangolare’ è ottimo, la fase Vader contro Sting è sicuramente epica e c’è tutto il loro impegno, oltre a considerare che il Big Man è rimasto sul ring per 30 minuti senza rallentare il ritmo.

Arn Anderson, Bunkhouse Buck, Col. Robert Parker & Terry Funk (w/Meng) vs. Dustin Rhodes, Dusty Rhodes & The Nasty Boys (Brian Knobbs & Jerry Sags) [War Games Match]
I War Games sono una stipulazione basata su due ring, nella gabbia d’acciaio e con ordine d’ingresso a tempo, con vittoria solo tramite sottomissione. Cominciano Dustin Rhodes e Arn Anderson, mentre gli heel hanno il vantaggio dell’ordine d’ingresso. Dusty Rhodes entra per ultimo ed aggredisce Robert Parker (non capisco il senso di avere lui nel match e non Meng), applicandogli la Figure Four Leg Lock per poi farlo cedere e portare la vittoria al suo team dopo 19 minuti e 5 secondi. Finale prevedibile. 6.5/10, ci sono alcune fasi interessanti, in particolare quella iniziale dove Dustin appoggia la testa di Arn Anderson fra un ring e l’altro in una manovra rischiosa. A differenza di molti War Games non c’è sangue e la violenza è ridotta, diminuendo il senso di ‘sfida decisiva’ fra le due squadre.

Segmenti e considerazioni:
  • -          Si comincia con l’inno nazionale americano, l’evento è altamente patriottico con diversi momenti di ‘orgoglio americano’.
  • -          Lungo filmato riassuntivo sulla rivalità fra Hulk Hogan e Ric Flair, con l’assalitore misterioso di Clash of the Champions 28. Vi raccomando di leggere la mia recensione se siete interessati agli avvenimenti di quello show.
  • -          Breve promo di Bunkhouse Buck e compagni in preparazione ai War Games.
  • -          Breve promo anche di Rhodes e dei Nasty Boys, i War Games si avvicinano.
  • -          Confronto a distanza fra Hulk Hogan, che è in palestra ad allenarsi, e Ric Flair, che invece fa festa e ha la sua cintura ‘big gold’, quella storica NWA che poi è diventata la cintura mondiale internazionale della WCW. I due si parlano insieme e Flair dice di essere il vero campione del mondo, ma Hogan lo vuole sul ring contro di lui. Nick Bockwinkle prende una decisione e decide che loro si affronteranno ad Halloween Havoc in uno Steel Cage match, con lo sconfitto costretto al ritiro dalla lotta. E quella è una stipulazione significativa per entrambi. Grande segmento, uno fra i punti più alti del pay per view.
  • -          Lungo riassunto dell’intera rivalità fra le due squadre dei War Games, devo dire che a livello organizzativo è uscito bene grazie alla presenza di Dusty Rhodes e dei suoi ottimi promo.



Voto finale: 6/10, qui giudicare l’intero evento è più difficile del solito. Ci sono due ottimi match ed entrambi meritano di essere visti. Il Triangle Elimination match è ottimo, Sting e Vader offrono spettacolo e c’è attesa verso la conclusione. Inoltre, Regal contro Johnny B. Badd è a sorpresa un’altra ottima sfida contro ogni mia aspettativa. Anche il main event è passabile. E poi c’è qualcosa di indecente, Cactus Jack abbandona la WCW in un match che è umiliante, mentre Steve Austin vede il suo slancio distrutto da Jim Duggan nell’era Hogan fatta di gente degli anni ’80 che domina la scena a scapito dei talenti interni della federazione. È fastidioso perché fa male da vedere ma aiuta ad attirare più spettatori, e questa è la stessa tattica usata dalla TNA circa 15 anni dopo con risultati catastrofici. Sembra davvero che nessuno riesca ad imparare da questi errori, il successo momentaneo rischia di avere delle conseguenze disastrose (tipo trovarsi con Steve Austin e Mick Foley catalizzatori del successo della WWE sulla WCW quattro anni dopo).

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