giovedì 3 novembre 2016

Recensione WCW Superbrawl (19 febbraio 1995)

Recensione WCW Superbrawl 1995
19 febbraio 1995 da Baltimore (Maryland)
Durata show: 2:35:12

Primo pay per view per la WCW del ’95, in seguito a un’edizione di Clash of the Champions decisamente deludente. Vader ha preso il posto di Butcher nel main event ed è una minaccia credibile per il regno di Hulk Hogan.
Ci sono problemi tecnici nella versione su WWE Network, che parte direttamente all’interno del primo match già in corso.

Alex Wright vs. Paul Roma
Questo match ha una storia interessante. Roma non voleva assolutamente servire come rampa di lancio ad Alex Wright e per tutto il match cerca di farlo apparire come un pessimo lottatore. Il risultato? Un match dove pure un pubblico capace di sopportare le peggiori cose grida disperatamente “boring, boring” mentre Roma umilia l’avversario, e, visto che deve comunque perdere, lo fa dopo aver parlato con Paul Orndorff a bordo ring, subendo un Dropkick per poi cadere ed essere schienato con un Roll-up dopo 13 minuti e 20 secondi. Il risultato? Paul Roma è stato licenziato dopo il match per comportamento non professionale. 4/10, orrendo da vedere, Alex Wright ne esce malissimo e non ha colpa in tutto ciò. Pessimo modo per aprire l’evento.

Mean Gene intervista gli Harlem Heat e Sherri, tutti e tre parlano della sfida contro i Nasty Boys.

Bunkhouse Buck (w/Col. Robert Parker & Meng) vs. Jim Duggan
Duggan è uno dei quei lottatori che tende alla ripetitività estrema, continuando a cercare cori del pubblico in ogni momento possibile per coprire la lentezza delle sue sfide. Buck ha fatto buoni match, è un ottimo brawler con uno stile che qualche anno prima lo avrebbe reso popolare ma nel ’95 pare aver perso il suo ritmo (dopo una discreta serie di match contro Dustin Rhodes l’anno precedente). Non c’è nulla di buono nella sfida, è un’agonia da seguire. Buck lancia Duggan contro Col. Parker, ma lui non cade all’esterno e connette con la Three Point Stance per la vittoria per schienamento in 11 minuti e 54 secondi. 2/10, decisamente sotto il livello minimo di come dovrebbe essere un match di Wrestling. Jim Duggan è riuscito a rimanere in WCW fino alla fine del 2000, nonostante prestazioni come questa.
Meng attacca Duggan dopo il match e lo demolisce con dei duri attacchi.

Intervista di “Mean” Gene ai Nasty Boys, più grintosi degli Harlem Heat.

Dave Sullivan vs. Kevin Sullivan (w/The Butcher)
Perfino il mio browser ha chiesto pietà al terzo match di pessimo livello consecutivo e si è chiuso da solo! Dave Sullivan ha cambiato look, non più da mega fan di Hulk Hogan ma nella norma e questo almeno permette di vederlo lottare con maggiore serietà. Purtroppo è un match orrendo, nel senso peggiore del termine, non per colpa di Kevin che è un veterano, Dave continua a guardarsi attorno confuso, urlando per tutto il tempo. Alla fine Kevin Sullivan pone fine alla sofferenza della sfida chiudendo con un Roll-up dopo 7 minuti e 16 secondi. La parte interessante è che Butcher viene ‘sacrificato’ per ottenere la vittoria, mostrando segnali di tensione fra i due alleati. 1/10, mi dispiace, ma questo è l’incubo di ogni fan di Wrestling. Per fortuna la breve durata mi evita di dargli 0, anche se sono sette fra i minuti più lunghi da sopportare.

Intervista a Big Bubba Rogers (che fino a Clash of the Champions 30 era Guardian Angel, qualche mese prima The Boss) e ad Avalanche, che sono abbastanza divertenti da sentire al microfono mentre parlano dei loro avversari, Sting e Randy Savage.

WCW World Tag Team Title Match: Harlem Heat (Booker T & Stevie Ray) (w/Sister Sherri) (c) vs. The Nasty Boys (Brian Knobbs & Jerry Sags)
Finalmente dopo oltre 50 minuti che lo rendono un evento di pessimo livello, arriva la prima sfida dove si vede un po’ di Wrestling ben fatto, anche se il ritmo purtroppo rimane troppo lento per parlare di una sfida valida. Solo dopo 15 minuti si assiste a qualcosa di buono, con i Nasty Boys che riescono a gettare a terra gli avversari, ma Booker T viene gettato oltre la terza corda e anche se Sherri va a colpire in tuffo Stevie Ray per errore, portando allo schienamento vincente dei Nasty, la decisione viene annullata perché buttare un avversario oltre la terza corda è da squalifica, quindi i campioni vincono in 17 minuti e 6 secondi. 5.5/10, c’è amarezza per un finale così anticlimatico, la sfida si era ormai ripresa e stava dando soddisfazioni. Il ritmo è troppo lento, qualche minuto in meno e più azione sarebbero stati di maggiore impatto.

Intervista a Sting e “Macho Man” Randy Savage, buon team ma non c’è un grande discorso prima della sfida.

Blacktop Bully (w/Col. Robert Parker) vs. Dustin Rhodes
Se il primo nome non vi dice nulla, si sta parlando di Smash dei Demolition, non so perché poi i lottatori cambiano spesso il nome in qualcosa di così lontano da quello originale. Se il prospetto era di un potenziale buon match con fasi di rissa interessanti, la realtà è diversa, è di pessimo livello, Rhodes non ha nemmeno delle vere occasioni per renderlo piacevole e il pubblico è muto, disinteressato. Nel finale Col. Parker afferra un piede a Rhodes e permette a Bully di schienarlo in un altro finale tremendo dopo 16 minuti e 8 secondi. 4.5/10, altra delusione, troppi minuti per un match che non ha una chiusura decente. Dustin Rhodes è irriconoscibile e demotivato.

Vader si prepara con la collera, lanciando sedie ovunque, è furioso e vuole distruggere Hulk Hogan.
Ric Flair invece è in mezzo al pubblico per osservare le ultime due sfide.

Avalanche & Big Bubba Rogers vs. Randy Savage & Sting
Senza dubbio il migliore match dell’evento, il carisma di Savage e Sting è eccezionale anche senza un buon gioco di squadra. Più volte i due lottatori si prendono gioco di Avalanche e lui si infuria. Anche la durata lo rende adatto a raccontare una storia senza eccedere nei tempi. Rogers da heel funziona molto meglio, finalmente si è lasciato alle spalle il nome di Guardian Angel che mi è sempre sembrato strano. Randy Savage va a schienare Rogers dopo l’Elbow Drop ma non è lui l’uomo legale, perciò è Sting a chiudere su Avalanche con una Flying Clothesline (ironicamente nemmeno Sting sarebbe l’uomo legale, ma non ci sono lamentele dall’arbitro) per la chiusura in 10 minuti e 16 secondi. 7.5/10, divertente e dritto al punto, un match non dispersivo che fa il suo dovere e risulta piacevole. Macho Man è chiaramente la stella principale, ci sono dei momenti dove viene stimolata l’idea di un possibile match fra lui e Ric Flair, che osserva da oltre la transenna.

Intervista a Hulk Hogan, che con il suo modo di fare si gioca tutto contro Vader e vuole la vittoria.

WCW World Heavyweight Title Match: Hulk Hogan (w/Jimmy Hart) (c) vs. Vader
La sensazione è che il pay per view pare completamente incentrato su questa sfida, come se potesse diventare un match colossale e storico per l’Hulkster. Non è così, Vader svolge bene il ruolo del wrestler da battere, mentre Hogan fa la sua solita sfida dove riesce a superare ogni avversità. Arriva la ripresa sul finale (con qualche fischio del pubblico per Hulk, inizia già ad avere gente che gli tifa contro), Big Boot sull’avversario e Atomic Leg Drop. Arriva lo schienamento, ma Vader esce immediatamente dalla manovra. Nemmeno Ultimate Warrior ci era riuscito e qui non ha senso. Hogan viene spinto contro l’arbitro e lui collassa a terra, poi Powerbomb di Vader che va a chiudere ma non c’è l’arbitro. Ric Flair raggiunge il ring e conta velocemente a favore dello sfidante, ma non vale. Big Splash in corsa di Vader e di nuovo schienamento, ma pure Hulk esce all’improvviso. Clothesline che fa finire Vader oltre la terza corda, ma Flair interviene e causa ad Hogan una vittoria per squalifica in 15 minuti e 8 secondi. 7-/10, per quanto il match sia teso e in parte efficace, vedere le mosse finali dei lottatori prive di significato lo svalorizza, è qualcosa che nel Wrestling non dovrebbe mai succedere ma qui diventa un punto chiave della sfida. Ancora una volta arriva una squalifica, quindi pure il main event non dà particolari soddisfazioni e questo serve ad allungare la rivalità.

In chiusura, Hulk Hogan festeggia la cintura mantenuta insieme a Sting e Randy Savage sul ring.


Voto finale: 3/10, clamoroso flop per il primo pay per view del 1995 in WCW. Le ultime due sfide sono le migliori e salvano l’evento dal diventare uno fra i peggiori di sempre (non che il risultato sia diverso, quattro match improponibili, uno insufficiente e due buoni ma non troppo. Le idee dietro ai match sono pessime, due match da oltre 15 minuti chiusi con una squalifica. Sicuramente la sorpresa arriva dalla squadra formata da Sting e Randy Savage, molto meglio del previsto, e anche i loro avversari sono all’altezza. Hogan vs Vader non è quel match leggendario che la WCW credeva di aver realizzato, con una conclusione che pare voler dire “ci vediamo alla prossima occasione”. Ma il dolore psicologico di vedere Sullivan contro Sullivan è inaccettabile! Con molta ironia questo pare l’apripista ideale per uno fra gli eventi più criticati in assoluto, Uncensored ’95. Spetta alla prossima recensione targata WCW vedere se le critiche sono fondate o se si è trattato di un giudizio erroneo, ma considerata la qualità della federazione nel ’95 non ho dubbi che purtroppo si riveleranno veritiere.

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