martedì 22 novembre 2016

Recensione WCW Great American Bash (18 giugno 1995)

Recensione WCW Great American Bash 1995
18 giugno 1995 Dayton (Ohio)
Durata show: 2:38:12

Ci troviamo in un evento senza il campione mondiale Hulk Hogan e questa è un’ottima opportunità per dare spazio ad altri lottatori, ad esempio le giovani stelle che possono così trovarsi nel main event: Randy Savage e Ric Flair, ritirati fino a poco tempo prima. Ehm, anche senza Hulk non cambia molto! Great American Bash rimane il maggiore evento estivo per la WCW e c’è tutto l’intento per farlo passare come tale.

Alex Wright vs. Flyin' Brian
Si parte con quello che nella qualità è il match con maggiore potenziale (avrei detto Flair vs Savage, ma siamo nel ’95, cinque anni prima avrei puntato su quello). Il ritorno di Brian Pillman in pay per view è perfetto, fra Headscissors e manovre all’esterno è un preludio alla divisione Light Heavyweight che avrebbe contraddistinto la WCW negli anni a seguire. E qui siamo ancora prima dell’arrivo di Guerrero, Malenko e gli altri membri di punta della divisione. Flyin’ Brian semplicemente funziona al meglio e mostra un’aggressività che in passato non aveva. Alex Wright ha così modo di disputare un match in grado di lanciarlo ed è lui a vincere con un Roll-up dopo 15 minuti e 42 secondi. 8/10, la WCW torna a sfornare quei match per cui si era contraddistinta a inizio anni ’90 prima di perdere la sua identità. Questo è un match d’apertura nel vecchio stile, ma con le giuste mosse e la psicologia adatta a renderlo facile da seguire.

C’è subito un altro match, ma non è una sfida tradizionale, bensì un Arm Wrestling Contest, la sfida del braccio di ferro, fra Diamond Dallas Page e Dave/Evad Sullivan, che purtroppo è ancora parte del roster e continua con la sua comicità quasi demenziale che non fa ridere. In “palio” c’è un appuntamento con la Diamond Doll di DDP, Kimberly, oppure recuperare il coniglio di Dave. Ovviamente Sullivan ha le sue priorità e grazie a un errore di Kimberly (forse volontario) è lui a vincere e recupera il coniglio, ignorando la Diamond Doll. DDP è furioso e dà la colpa sia a lei che alla guardia del corpo Maxx Muscle. Poi si sfoga in un’intervista e non accetta quella sconfitta. Segmento lungo e poco divertente, ma lo preferisco invece di vedere Dave Sullivan sul ring.

Jim Duggan vs. Sgt. Craig Pittman
Sfida fra lottatori patriottici, ma Pittman è l’heel e il pubblico è tutto dalla parte di Duggan. Pittman non lo conoscevo ma dimostra un uso ottimo di manovre di arti marziali (vere, non le MMA fasulle di Uncensored) ed è anni avanti nello stile a qualcosa che diventerà poi popolare più avanti con Ken Shamrock e altri lottatori. Buone manovre di sottomissioni mentre Duggan sembra incredibilmente impegnarsi e tirar fuori una prestazione accettabile. Nel finale Pittman applica il Jujigatame (Cross Armbreaker) e Duggan tocca le corde, ma la presa viene continuata e quindi scatta la vittoria per squalifica per Jim Duggan in 8 minuti e 13 secondi. 6/10, a sorpresa mi sono divertito con un match del genere, darei i meriti a Pittman ma anche il suo avversario ha fatto una buona prestazione. Non do più della sufficienza ma è già un punto a favore.

Intervista ai Blue Blood, Robert Eaton e Steven Regal, che da nobili parlano con classe e superiorità nei confronti dei Nasty Boys.

Bunkhouse Buck & Dick Slater (w/Col. Robert Parker) vs. Harlem Heat (Booker T & Stevie Ray) (w/Sister Sherri)
Nel filmato di riepilogo si vede chiaramente Robert Parker baciare a tradimento Sherri, chissà come sarebbe visto oggi un segmento del genere, probabilmente ci sarebbero polemiche a non finire. Non riesco ad identificare chi dovrebbe tifare il pubblico visto che fino a quel momento sono stati tutti ostili ai fan. Il ring attire degli Harlem Heat mi ricorda quello di una macchina di Grand Theft Auto III talmente è surreale con le fiamme sul nero. Il match è una rissa dall’inizio alla fine, non c’è Wrestling, c’è intensità negli attacchi per dare un senso alla rivalità accesa, mentre il pubblico è in silenzio ed è insofferente, appunto non sapendo quale team è il male peggiore. Il finale è fra i più caotici perché Booker T e Buck cercano di schienarsi a vicenda con il Roll-up più statico di sempre, Parker spinge Buck sul rivale, ma arriva Sherri a invertire lo schienamento ed è Booker a chiudere sull’avversario, portando gli Harlem Heat alla vittoria in 8 minuti e 39 secondi. 5/10, sicuramente non è una buona sfida, nel periodo di maggiore popolarità gli Harlem Heat non sono riusciti a concretizzare, e se non ce l’hanno fatta contro i Nasty Boys dubito che avessero una chance contro questa squadra.

Filmato registrato sulla rissa fra Vader e Hulk Hogan, separati dagli altri lottatori. Il commissario Nick Bockwinkle decide di concedere un rematch a Vader per la cintura mondiale in uno Steel Cage match a Bash at the Beach ’95, il prossimo evento (che è anche l’ultimo pay per view WCW prima della Monday Night War).

Ric Flair si scatena in un promo, cita anche il match annunciato fra Hogan e Vader, per poi aggredire verbalmente Randy Savage nel suo stile.

WCW World Television Title Match: Arn Anderson (c) vs. The Renegade (w/Jimmy Hart)
Ancora una volta Renegade viene fatto sembrare Ultimate Warrior, portandosi dietro una reputazione infame da imitatore mentre c’è chi nel pubblico crede davvero che sia la stessa persona. Renegade per continuare l’imitazione sembra invocare gli spiriti durante la sfida, continuando a ispirarsi a un lottatore che non è lui, ma per qualche ragione c’è chi ci crede. Anderson cerca di tirar fuori dall’avversario la prestazione della vita, però è impossibile perché è contro un wrestler con scarse abilità. Renegade si lancia dalla terza corda con un Diving Splash e schiena l’avversario in 9 minuti e 7 secondi per vincere la cintura televisiva. 5.5/10, apprezzo gli sforzi fatti da Arn Anderson ma non c’è proprio nulla che possa salvare una sfida di Renegade. Almeno non è terribile, anche se fa strano vederlo uscire con la cintura continuando a seguire la falsa scia di un’altra persona.

In prima fila c’è The Giant, che qui è ancora uno ‘spettatore’ ma vista la stazza e il tono minaccioso con cui guarda Jimmy Hart, è chiaro che il suo debutto è vicino.

Intervista di “Mean” Gene ai Nasty Boys, che come sempre urlano alla telecamera blaterando frasi aggressive che probabilmente piacevano al pubblico dell’epoca.

WCW World Tag Team Title Match: The Nasty Boys (Brian Knobbs & Jerry Sags) (c) vs. The Blue Bloods (Earl Robert Eaton & Lord Steven Regal)
Due stili di lotta molto diversi fra loro, in questo caso il match risulta accettabile, penso che i Blue Boods siano una buona squadra da seguire per le loro tattiche scorrette mentre i Nasty sono imprevedibili. A decidere le sorti del match sono gli Harlem Heat, che vogliono causare una sconfitta ai Nasty Boys ma si ritrovano a causare un finale confusionario in cui Booker attacca Saggs, ma colpisce involontariamente anche Eaton ed è lui ad essere schienato da Saggs dopo 15 minuti e 3 secondi. I Nasty mantengono le cinture. 6-/10, non penso che sia uscito un gran match, è appena guardabile e la lunga durata non è proprio il meglio per coprire certe fasi vuote. Il finale è influenzato da un intervento esterno nel modo più caotico che si possa immaginare.

Viene mostrato il tabellone del torneo per l’assegnazione della cintura vacante di United States Champion che prima era in possesso di Vader, con Meng contro Sting che è la seconda semifinale, ma siccome nella prima semifinale Randy Savage e Ric Flair si fanno contare fuori, non ci sarà nessun altro finalista, dunque Meng contro Sting diventa automaticamente anche la finale. Un po’ controverso ma almeno vuol dire che il prossimo match è quello decisivo.

Il colonnello Robert Parker viene intervistato con Meng prima del match per la cintura americana. Poi è il turno di un’intervista a Sting.

WCW United States Heavyweight Title: Meng (w/Col. Robert Parker) vs. Sting
Ancora una volta Sting riesce a rendere di buon livello il match che lo riguarda, anche se devo ammettere di apprezzare anche Meng, sicuramente appare come una sfida diversa dal solito anche per un veterano come lo era già Sting, che qui incassa colpi per la maggior parte del match, rimanendo in difficoltà e rendendo credibile il pericolo rappresentato dal rivale. Il momento della sua reazione è grandioso, con il pubblico partecipe, coinvolto nel tifo per lui. Arriva la Scorpion Death Lock, ma non basta per chiudere, perciò Sting si lancia con una Diving Clothesline e con un Diving Splash, senza ancora avere la meglio. Alla fine il wrestler ha la meglio con una Jumping DDT che gli permette di sconfiggere Meng dopo 13 minuti e 34 secondi. 8-/10, non ha la stessa qualità della sfida iniziale ma allo stesso tempo racconta una storia ed è convincente. Meng esce bene dalla sfida mentre Sting si prende una cintura che lo riporta al centro dell’attenzione anche nel pieno dell’Hulkamania.

Intervista a Randy Savage, che si congratula con i suoi amici Sting e Renegade per le loro vittorie, poi si sente pronto per affrontare Ric Flair.

Randy Savage (w/Angelo Poffo) vs. Ric Flair
La WCW cerca di farlo passare per il match del secolo, la sfida più grande mai vista ma in realtà loro si sono affrontati a Wrestlemania VIII. La storia del match è che Savage ha preso la sfida sul personale perché Flair ha aggredito suo padre a Slamboree, mostrandosi aggressivo per tutto il mese. Savage domina la parte iniziale del match, che praticamente si tiene quasi tutta all’esterno del ring, con alcuni errori che portano Flair a recuperare e danneggiarlo. La sfida mantiene la giusta tensione e Savage riesce a connettere il Flying Elbow Drop, ma non è abbastanza per vincere. Disinteressato al risultato, Macho Man cerca di usare la campanella per colpire il rivale ma l’arbitro gliela porta via, perciò lui si lancia all’esterno ma va a finire contro le transenne. Flair strappa il bastone del padre di Savage e lo usa per colpirlo e andare allo schienamento dopo 14 minuti e 42 secondi. 8/10, il team di commento esagera come sempre definendolo il ‘match più emozionante della storia del Wrestling’, ma in realtà la loro sfida a Wrestlemania VIII lo era molto di più. In ogni caso è una buona sfida e un main event decente, capace di garantire alcuni grandi momenti, anche se a un certo punto è solo Ric Flair a guidare il match, con Savage che appare affaticato.

Nel finale Savage è provato da questa sconfitta mentre Flair riesce ad emergere vincitore in chiusura di evento.


Voto finale: 6/10, un pay per view senza Hulk Hogan riesce a essere convincente nelle sue due sfide principali ed ha una sfida d’apertura energica e spettacolare, mentre non riesce a vendere molto, risentendo dunque dell’assenza del campione mondiale, ma allo stesso tempo proponendo sfide capaci di sopperirne la mancanza. Tutta la parte centrale dell’evento soffre di una mediocrità che rischia di affossarlo, ma almeno l’ultima ora regala molte soddisfazioni agli spettatori, con Ric Flair e Randy Savage protagonisti di una sfida intensa, che fa dimenticare il calo di qualità delle sfide di Macho Man dopo il suo primo ritiro. La mia maggiore critica va all’idea di Renegade e del lancio che lo ha portato a vincere la cintura televisiva. Forse appare come un evento di passaggio, ma ci sono due cambi di cintura e alcuni validi momenti per renderlo piacevole e migliore degli eventi precedenti.

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