giovedì 24 novembre 2016

Recensione WCW Bash at the Beach (16 luglio 1995)

Recensione WCW Bash at the Beach 1995
16 luglio 1995 Huntington Beach (California)
Durata show: 2:24:36



La particolarità dell’evento è di essere ambientato su una spiaggia, dove è stato posto un ring. Sicuramente qualcosa di atipico con fan in costume e un perfetto clima estivo. È uno shock notare che ha un buyrate di 0.82 che non sarà superato soltanto a fine ’96 con Starrcade, ma si può dire che ogni edizione di Bash at the Beach riesce ad avere buoni numeri nelle vendite fino al ’99 dove ormai la federazione è in piena crisi, ma quella è un’altra storia. Il pubblico della spiaggia è lì con ingresso gratuito, perciò la gente va e viene e non sembra tremendamente a conoscenza dei lottatori e delle rivalità in corso.

Sting viene intervistato da “Mean” Gene (in tenuta estiva e cappello da sole) e riconosce che Meng è minaccioso, ma lì è in casa e non si lascerà mettere alle strette da lui.

WCW United States Heavyweight Title Match: Sting (c) vs. Meng (w/Col. Robert Parker)
Ho apprezzato il loro match precedente al punto da dargli 8- (che non è un voto che rasenta la perfezione, ma rende giustizia), questo rematch per la cintura americana non è allo stesso livello, è di una lentezza spropositata e il pubblico non pare affatto coinvolto, ma questo è un problema dell’intero evento. Sting sta lì e subisce per una decina di minuti, reagendo ogni tanto senza mai controllare la sfida. Il campione si salva da uno schienamento con un piede sulle corde, e arriva un Big Splash di Meng, ma non è sufficiente. Sting blocca l’avversario in corsa e lo spinge a terra con un Roll-up dopo 15 minuti e 31 secondi in un finale senza costruzione. 5.5/10, pessima scelta di mettere questa sfida in apertura, la lentezza lo rende insopportabile quando invece i fan, specialmente persone non necessariamente esperte di Wrestling, dovrebbero esaltarsi con un match veloce ed efficace. Per fortuna Meng è un buon combattente ed evita che la sfida risulti un disastro.
Meng attacca Sting ed è Hawk dei Road Warriors a salvarlo.

Renegade urla davanti alla telecamera e blatera cose senza senso cercando di imitare (male) Ultimate Warrior, ovviamente non ci riesce e Jimmy Hart cerca di rimediare.

WCW World Television Title Match: The Renegade (w/Jimmy Hart) (c) vs. Paul Orndorff
L’espressione all’ingresso di Orndorff è quella di uno che si domanda come sia finito ad affrontare Renegade, non pare nemmeno carico con una cintura in palio. Considerato il pubblico della spiaggia, non capiscono che dovrebbero tifare per Renegade, preferendo il rivale, o limitandosi a fischiare entrambi. Dopo qualche minuto con zero offensiva, sabbia tirata negli occhi e manovre ripetute all’infinito dal campione, Orndorff lo solleva per eseguire un Suplex, ma lui si libera e connette con un Belly to Back Suplex per la vittoria in 6 minuti e 12 secondi. Fischi del pubblico e il team di commento ha osato definirlo un grande successo due minuti prima! 4/10, non voglio eccedere con la negatività perché è una sfida breve e quasi sopportabile, ma lo piazzo al fondo della scala di punteggio (ho dato voti inferiori al 4 ma sempre in casi più gravi di questo).
Orndorff attacca l’avversario ma lui reagisce e lo travolge con un Crossbody, costringendolo alla fuga.

Segmento sul Dungeon of Doom, il gruppo di malvagi grotteschi che risiede in una caverna e di cui fanno parte The Master, e Taskmaster (ma non era un villain della Marvel?), interpretato da Kevin Sullivan. Il Master del Dungeon ‘evoca’ Kamala, con lo stesso identico personaggio e trucco che aveva in WWF.

Jim Duggan in un’intervista parla di questa minaccia del Dungeon of Doom.

Jim Duggan vs. Kamala (w/The Taskmaster)
Okay, il Dungeon of Doom promette di essere una fra le storie peggiori di sempre e mi sa che andrà avanti per tutto il ’95! Non proprio l’ideale quando sta per iniziare la trasmissione di Nitro e la Monday Night War. Kamala contro Duggan nel 1995 è un colpo duro allo stomaco degli spettatori, già tre anni prima sarebbe stato insopportabile, possiamo ringraziare la presenza di Hulk Hogan per questo revival di inizio anni ’90 in WCW. Partiamo da un presupposto: non ci sono manovre di Wrestling, Kamala abbraccia Hacksaw per non so quanto tempo, non sembra nemmeno una Bear Hug. E a spezzare questo non-match c’è l’intervento di Zodiac (che è Brutus Beefcake, o The Butcher se preferite chiamarlo così, o magari The Man with no name fino a poche settimane prima), che attacca alle spalle Jim Duggan e permette a Kamala di schienarlo dopo 6 minuti. 2/10, terrificante, se prima dicevo che una sfida da 6 minuti non può essere così malvagia, qui mi ricredo, è un orrore. Da evitare, non c’è nemmeno qualcuno che fischia, sono tutti disinteressati.

Intervista a “Macho Man” Randy Savage, che continua la sua rivalità con Ric Flair mentre promuove la marca Slim Jim con un vestito ridicolo a tema pubblicitario.

Dave Sullivan vs. Diamond Dallas Page (w/Diamond Doll & Maxx Muscle)
Arrivato al quarto match mi sono reso conto che questo evento è tutto sommato un house show sulla spiaggia con scarsa costruzione e sfide mal gestite. Dopo aver vinto il match di braccio di ferro (già…) nell’evento precedente, Dave/Evad Sullivan cerca di causare nuovi problemi a DDP, che è in rampa di lancio ma contro l’avversario sbagliato per avere l’attenzione del pubblico. Almeno a questo punto dell’anno la WCW ha realizzato che bisogna dare il minor tempo possibile al secondo Sullivan, perciò dopo aver dominato per qualche minuto, Maxx Muscle lo distrae e DDP può chiudere con la Diamond Cutter dopo 5 minuti e 4 secondi. 4/10, anche se Page subisce per tutta la sfida, è quasi uno squash a suo favore perché l’avversario ha la stessa offensiva di un jobber che non riesce ad assestare un colpo valido. Terza sfida di pessimo livello in successione, e dopo quattro match ancora non è stata raggiunta la sufficienza. Siamo sui livelli di Uncensored ’95 per ora!

Promo degli Harlem Heat, pronti ad affrontare gli altri due team.

WCW World Tag Team Title: Harlem Heat (Booker T & Stevie Ray) (w/Sister Sherri) (c) vs. The Blue Bloods (Earl Robert Eaton & Lord Steven Regal) vs. The Nasty Boys (Brian Knobbs & Jerry Sags) [Triangle Match]
Il Triangle match della WCW non è un Three Way Tag Team match, anzi, è una sfida due contro due nella fase iniziale. Per la prima volta nello show si sentono dei cori per qualcuno e sono a favore dei Nasty Boys. L’arbitro fa partire il lancio della moneta ma tutti ottengono lo stesso lato quindi viene fatto di nuovo, così si parte con Nasty Boys contro Harlem Heat. La sfida è caotica, tanti cambi, a volte troppa gente sul ring e non si capisce chi sta facendo cosa, perciò anche qui il match è scomodo da guardare e non c’è un motivo particolare per concentrarsi e seguire tutto, tanto anche il finale è assurdo. Stevie Ray collassa su Regal ma viene schienato da Saggs, che dunque ottiene lo schienamento e festeggia, invece viene contato lo schienamento di Stevie Ray su Regal (non credo che le regole del Wrestling funzionino in quel modo), dunque gli Harlem Heat mantengono dopo 13 minuti e 41 secondi. 5/10, nella media, un match che non ha particolari pregi ma che riesce a togliere l’entusiasmo al pubblico che invece all’inizio era caldissimo. Questo triangolare fra tag team l’ho visto fare in modi migliori in altre occasioni (e altre federazioni), perciò è un esperimento riuscito seppure gestito male.

Gli Harlem Heat festeggiano il successo nella sfida con la manager Sherri.

Randy Savage vs. Ric Flair [Lifeguard Lumberjack Match]
Ci sono le bagnine ma servono a fare presenza all’esterno, in realtà sono i Lumberjack (lottatori del roster) a fare la differenza. E come sempre penso che sia una brutta stipulazione, di quelle che tolgono il senso di una rivalità così accesa. Che poi anche con questi difetti strutturali Savage e Flair riescono a garantire un buono spettacolo, con momenti intensi come una Figure 4 Leg Lock ribaltata. Randy Savage ha la meglio nel finale e si lancia con il Flying Elbow Drop per lo schienamento vincente in 13 minuti e 55 secondi. 7+/10, il migliore match dello show, anche se non è memorabile o nemmeno al livello del main event del pay per view precedente. Sinceramente la vittoria di Macho Man era facile da prevedere visto che era l’uomo dell’evento per i legami con lo sponsor (e la maglia a tema), una sconfitta non sarebbe stata l’ideale per promuovere un prodotto.

Promo di Vader, intenso come sempre, forse anche troppo perché distrugge tutto ed è minaccioso. It’s Vader Time! Il wrestler è pronto.

Hulk Hogan invece prende la sfida sul piano del divertimento, si sa che andare contro la peggiore minaccia della federazione non dovrebbe nemmeno rappresentare un momento di tensione! Ci sono anche Dennis Rodman (giocatore NBA dei Chicago Bulls) e l’immancabile manager Jimmy Hart.

WCW World Heavyweight Title: Hulk Hogan (w/Dennis Rodman & Jimmy Hart) (c) vs. Vader [Steel Cage Match]
Hulk Hogan è a un passo dall’anno di regno, ma deve superare questa prova contro l’avversario più minaccioso della WCW, Vader, che invece è ormai al suo ultimo pay per view nella federazione. Il match è eccessivamente a favore dell’Hulkster, addirittura indossa l’armatura di scena dell’avversario per colpirlo a testate. Vader ha una fase di dominio centrale ma poi subisce come non lo si era mai visto prima d’ora. Zodiac cerca di intervenire, avvicinandosi alla gabbia (che è chiusa) ma Dennis Rodman lo respinge con una sedia, perciò è un intervento inutile. Dopo aver messo KO lo sfidante, Hogan connette con l’Atomic Leg Drop, poi cerca di fuggire ma Vader a sorpresa reagisce e lo blocca finché non viene distrutto a suon di Chop, così Hogan può fuggire e trionfare nella sfida dopo 13 minuti e 13 secondi. 6/10, per quanto mi riguarda è un match sufficiente, ma che non rivedrei mai una seconda volta, c’è troppo vantaggio da parte di Hulk Hogan e Vader perde la sua aura minacciosa, trovandosi distrutto in continuazione dal campione mondiale.

Non è ancora finita, Ric Flair raggiunge Vader nella gabbia e perde le staffe, lamentandosi della sua sconfitta, a quel punto il lottatore lo afferra alla gola ma arriva anche Arn Anderson a fermarlo. Flair e Anderson si danno alla fuga e c’è dunque un cambio di personaggio per Vader, che comunque viene fischiato lo stesso e i fan gli lanciano pure la spazzatura addosso.


Voto finale: 3/10, potete far finta che questo evento non esista, non succede nulla degno di nota. L’atmosfera è veramente spettacolare, bisogna ammetterlo, c’è la spiaggia di contorno e tante persone attorno al ring, purtroppo non c’è quella passione che contraddistingue il pubblico di uno show di Wrestling, soltanto nelle ultime tre sfide i fan si fanno sentire, prima c’è il vuoto assoluto e il disinteresse generale, alimentato da sfide pessime. Non c’è un match raccomandabile, non c’è qualcosa che valga la pena di seguire anche se come spesso accade il grande del lavoro lo fanno Ric Flair e Randy Savage, che sembrano tenerci alla riuscita della sfida, mentre Hulk Hogan non prende nemmeno seriamente Vader e lo tratta al pari di tanti avversari che sono caduti contro di lui. Una delusione personale è quella fra Sting e Meng, dopo il match precedente mi aspettavo una sfida almeno di pari qualità. Per fortuna l’evento è più breve delle 2 ore e 30 minuti, quindi non c’è nulla di eccessivamente prolungato, ma davvero, è uno show su una spiaggia che non ha la qualità di un pay per view. Da evitare a tutti i costi.

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