Recensione WCW Slamboree
1995
21 maggio 1995 da St.
Petersburg (Florida)
Durata show:
2:43:31
Dopo Uncensored 1995, uno fra i
peggiori eventi che ho avuto il ‘piacere’ di recensire, la WCW torna alle
regole tradizionali e ad almeno due sfide titolate per questo evento.
WCW World Tag Team Title Match:
Harlem Heat (Booker T & Stevie Ray) (w/Sister Sherri) (c) vs. The Nasty
Boys (Brian Knobbs & Jerry Sags)
Si parte con un match di coppia
capace di fare il suo lavoro senza particolari meriti, che funziona meglio del
mese precedente perché è più combattuto e non ha idee particolarmente
esagerate. C’è anche lo Spinaroonie di Booker T che credo abbia fatto qui il
suo debutto, ma potrei sbagliarmi. I Nasty riescono a dominare nel finale e
Saggs is lancia con un Elbow Drop dalla terza corda su Booker T per la vittoria
dopo 10 minuti e 52 secondi. Terzo titolo di coppia per i Nasty Boys. 6/10, scontro
d’apertura sufficiente, nulla di più, dove c’è un buon gioco di squadra da
parte degli Harlem Heat ma manca un po’ di mordente. Ben lontano da alcune
sfide a cui i Nasty ci avevano abituato.
I Nasty Boys festeggiano con Eric
Bischoff dopo la vittoria.
Intervista a Kevin Sullivan, che
minaccia The Butcher per essersi messo contro di lui. Quindi ora stanno
lanciando uno scontro fra heel che non interessano al pubblico, che buona idea,
mi chiedo chi l’abbia pensata! Ah, già, probabilmente uno dei due lottatori.
Kevin Sullivan vs. The Man With No
Name
Non so se era una gag ricorrente o
meno, ma lo stesso lottatore ha cambiato un po’ troppi personaggi nel giro di
due anni. Il vecchio Brutus Beefcake, dopo aver debuttato come Brother Bruti,
ha tradito Hulk Hogan nei panni di The Butcher, poi è stato scaricato da
Sullivan e dunque è diventato The Man With No Name… e in poco tempo diventerà
Zodiac Man, tornando di nuovo ostile. La parte peggiore di tutto questo è che
questa sfida ha zero presa sul pubblico, dovrebbero tifare per Butcher quando
ancora il team di commento ci ricorda gli atti orrendi che ha compiuto a Hulk
Hogan? Bah, alla fine con un nome o con l’altro è sempre un lottatore che ha
superato la sua età ideale sul ring, e nemmeno Kevin Sullivan riesce a dare
molto alla sfida. È Sullivan a vincere un po’ a sorpresa con un Double Foot
Stomp dopo 5 minuti e 24 secondi. 2/10, pessimo livello per la sfida, e con un
risultato che ha poco senso. Butcher era nel main event di Starrcade ’94, per
quanto fosse un pessimo match e non si meritasse quel posto, vederlo perdere
con Sullivan in pochi minuti è una punizione eccessiva, oltre che inutile.
Pessima sfida, evitatela.
Non è finita, un uomo misterioso dal
volto blu chiama Kevin Sullivan a unirsi a lui, è il maestro del Dungeon of
Doom che è in fase di formazione e che porterà a una storia che tuttora è
considerata fra le peggiori della storia della WCW, e se leggete le recensioni
del blog sapete che non è una novità!
Intervista ai Monster Maniacs, Randy
Savage e Hulk Hogan, carismatici come sempre, con l’Hulkster che parla di una
nuova vena che gli è spuntata e si fa alitare in faccia da Macho Man. Una
follia, ma di quelle che funzionano.
Dick Murdoch vs. Wahoo McDaniel
Ci aspetteremmo tutti un match
normale fra due leggende per celebrare il tema della Old School di Slamboree,
invece ancora una volta la WCW esagera e trasmette la sfida in BIANCO E NERO.
Scusate l’uso delle maiuscole, ma non ha senso. Lottavano negli anni ’70 dove c’era
la tv a colori, magari con qualità minore delle registrazioni (senza magari,
certi match sono difficili da seguire se volete vedere un po’ di sana Old
School) ma non erano in bianco e nero. Comunque, tutta la sfida è trasmessa
così e riguardo ai due lottatori sono fuori forma. Avevo già visto McDaniel in
azione a fine anni ’80 e già lì non era atletico, immaginatelo nel 1995 con la
pancia, e il suo avversario non è da meno. Non è un grande omaggio alla Old
School, ma almeno l’intento non è malvagio. McDaniel vince con la Tomahawk Chop
classica dei nativi americani in 6 minuti e 18 secondi. 4.5/10, non lo
consiglio perché il cambio di colore è ridicolo, non stiamo parlando di un
match di Sammartino! Che dire, c’è intensità ma non basta senza un po’ di prestazioni
atletiche necessarie a mandare avanti una sfida.
Paul Orndorff vs. The Great Muta
Great Muta ha segnato la storia della
WCW quando era ancora nella fase finale della nomenclatura NWA, con alcuni
buoni match e altri dimenticabili, ma in generale è un’icona del Wrestling
giapponese, rispettato sia con questo nome o con quello più moderno di Keiji
Muto. La sfida forse è valida per l’IWGP Championship, o magari no, non è del
tutto chiaro. La parte peggiore è che ci troviamo di fronte a un match lungo ma
non necessariamente di buon livello, che mi ricorda quelle sfide terribili che
aveva fatto Rick Rude anni prima con wrestler stranieri, tenute al minimo
livello per far apparire più abili i propri lottatori interni (purtroppo è una
tattica che è stata usata più volte, non del tutto rispettosa del pubblico o
delle star straniere). Muta riesce a superare l’avversario solo con molta
fatica, chiudendo con un Moonsault dopo 14 minuti e 11 secondi. 5/10, terzo
match sconsigliato su quattro e nemmeno il primo è stato in grado di garantire
grande intrattenimento. Finora l’evento è pessimo e diventa difficile star
dietro a una sfida così pesante senza i giusti stimoli. Un vero peccato perché
Great Muta è un lottatore di alto livello e Orndorff ha fatto delle buone sfide
in carriera.
Intervista di “Mean” Gene ad Arn
Anderson, Ric Flair e Vader, chiaramente quello fenomenale al microfono è come
sempre il Nature Boy, pronto a salire sul ring dalla stessa parte di Vader.
WCW World Television Title Match: Arn
Anderson (c) vs. Alex Wright
Finalmente abbiamo il primo match con
un po’ di agonismo e Wrestling godibile dell’evento. Alex Wright è in rampa di
lancio, ma qui è Anderson a fare gran parte della sfida, esibendo il suo
Spinebuster per poi chiudere con una DDT in 11 minuti e 36 secondi che pone
fine alla scalata del lottatore, che rimane nel midcarding senza particolari
chance di salire i ranghi. Faccio notare che Arn Anderson ha già un tema d’ingresso
simile a quello dei Four Horseman che si sarebbero formati nei mesi seguenti. 7/10,
dopo le sfide precedenti è più facile apprezzare quanto si è visto qui, Arn
Anderson dà una lezione di Wrestling al rivale, che ha ancora bisogno di
migliorare ma sta già facendo progressi.
Meng (w/Col. Robert Parker) vs. Road
Warrior Hawk
Non aspettatevi niente da questa
sfida, Meng per fortuna è tornato ad avere un look da wrestler e non da atleta
di arti marziali, mentre Hawk in singolo non ha mai funzionato al meglio. Come
se non bastasse questa è una rissa totale che termina per doppio conteggio
fuori in 4 minuti e 41 secondi. 4.5/10, fischi del pubblico che non ne può più
di finali del genere. Veramente difficile da sopportare anche se non è la
peggiore sfida dell’evento.
Cerimonia della Hall of Fame WCW, l’ultima
della storia della federazione. Non penso che sia un caso che sia la WWF che la
WCW abbiano interrotto le Hall of Fame nello stesso anno e in un periodo simile.
Il 1996 è stato un anno di grandi cambiamenti e un preludio all’era Attitude
nel mezzo della Monday Night War. Perciò poco spazio per celebrare le leggende.
Qui entrano nella Hall of Fame Antonio Inoki (che già l’anno precedente aveva
ritirato un premio alla carriera), Dusty Rhodes (immancabile), Terry Funk
(altra leggenda meritevole), Big John Studd, Wahoo McDaniel, l’annunciatore
Gordon Solie e… Angelo Poffo? Il padre di Randy Savage! Fra l’altro con il suo
vero nome, giusto per spezzare l’idea che Savage fosse un nome d’arte. Si
tratta di un segmento lunghissimo, di cui vi parlerei in modo dettagliato ma mi
sono addormentato due volte mentre cercavo di seguirlo, perciò lascio perdere.
Big Bubba Rogers vs. Sting
Sting è quel lottatore così
carismatico che può permettersi di entrare con un tavolo sulle spalle con il
boato del pubblico. La stipulazione è un No Holds Barred, ma come lo chiamano
loro è un Lights Out match. La sfida è sentita visto che è una rivalità
longeva, il tavolo torna presto in gioco in una fase all’esterno, ed è uno di
quelli con legno spesso che non si spezzano al contatto fisico, a differenza di
quelli moderni che si rompono per niente. Il commento raggiunge nuovi punti
bassi con frasi come “ma cos’è questo” che non servono a creare la giusta
atmosfera per un match che invece è piacevole. Il tavolo passa sul ring e Sting
esegue la Stinger Splash su di esso, mancando l’avversario per subire lui l’impatto.
Il lottatore si riprende e attacca fino a chiudere con la Scorpion Death Lock
per sottomissione in 9 minuti e 29 secondi. 7.5/10, ancora una volta Sting e
Rogers sono i migliori lottatori in uno show di pessimo livello. Tutto riesce
per il meglio e il pubblico per una volta riesce a farsi coinvolgere dalla
sfida senza annoiarsi.
C’è un breve filmato che racconta la
storia dietro al main event, c’è anche il coinvolgimento di Renegade, che
continua a essere fatto passare per Ultimate Warrior pure se non gli assomiglia
fisicamente.
Hulk Hogan & Randy Savage (w/Jimmy Hart & The Renegade) vs. Ric
Flair & Vader (w/Arn Anderson)
Renegade ha il ruolo di enforcer, rimanendo a bordo ring per
evitare il gioco sporco della squadra rivale, mentre Jimmy Hart usa il suo
sgradevole fischietto. Per quasi 20 minuti il match è abbastanza caotico, con
scambi sul ring e scarsa psicologia della sfida, non c’è costruzione per la
fase finale, che potrebbe arrivare in qualsiasi momento visto che manca di
caratterizzazione. Alla fine Savage e Vader si affrontano all’esterno, Flair
sferra pugni a Hogan ma lui si carica e lo colpisce. Flair lo afferra da dietro
e Arn Anderson si getta dalla terza corda ma colpisce l’alleato, perciò arriva
l’Atomic Leg Drop per la vittoria dell’Hulkster. 7+/10, non volevo apparire
troppo critico perché è un main event più che accettabile e in parte
divertente, con due ottimi lottatori, Flair e Vader, e due wrestler che puntano
tutto sul loro carisma.
Angelo Poffo, il padre di Savage, arriva a fermare un
pestaggio ai danni del figlio ma viene colpito da Ric Flair e sottomesso alla
Figure 4 Leg Lock per essere portato via dall’arena.
Voto finale: 4/10, dopo WCW Uncensored
mi aspettavo un miglioramento e in parte è arrivato, ma non è ancora
accettabile e si tratta di un altro evento da evitare e guardare soltanto Sting
contro Bubba Rogers. La Hall of Fame è pesante, eccessivamente lunga, mentre un
match come Orndorff contro Great Muta poteva essere di qualità migliore, ma
sostanzialmente non c’è impegno. Il main event è più che valido anche se il suo
post-match risulta banale, con l’inserimento del padre di Savage per mandare avanti
la sua rivalità con Flair. Non è un buono show e per più di metà del tempo è
inguardabile, ma ha qualche match discreto.
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