venerdì 18 novembre 2016

Recensione WCW Slamboree (21 maggio 1995)

Recensione WCW Slamboree 1995
21 maggio 1995 da St. Petersburg (Florida)
Durata show: 2:43:31

Dopo Uncensored 1995, uno fra i peggiori eventi che ho avuto il ‘piacere’ di recensire, la WCW torna alle regole tradizionali e ad almeno due sfide titolate per questo evento.

WCW World Tag Team Title Match: Harlem Heat (Booker T & Stevie Ray) (w/Sister Sherri) (c) vs. The Nasty Boys (Brian Knobbs & Jerry Sags)
Si parte con un match di coppia capace di fare il suo lavoro senza particolari meriti, che funziona meglio del mese precedente perché è più combattuto e non ha idee particolarmente esagerate. C’è anche lo Spinaroonie di Booker T che credo abbia fatto qui il suo debutto, ma potrei sbagliarmi. I Nasty riescono a dominare nel finale e Saggs is lancia con un Elbow Drop dalla terza corda su Booker T per la vittoria dopo 10 minuti e 52 secondi. Terzo titolo di coppia per i Nasty Boys. 6/10, scontro d’apertura sufficiente, nulla di più, dove c’è un buon gioco di squadra da parte degli Harlem Heat ma manca un po’ di mordente. Ben lontano da alcune sfide a cui i Nasty ci avevano abituato.
I Nasty Boys festeggiano con Eric Bischoff dopo la vittoria.

Intervista a Kevin Sullivan, che minaccia The Butcher per essersi messo contro di lui. Quindi ora stanno lanciando uno scontro fra heel che non interessano al pubblico, che buona idea, mi chiedo chi l’abbia pensata! Ah, già, probabilmente uno dei due lottatori.

Kevin Sullivan vs. The Man With No Name
Non so se era una gag ricorrente o meno, ma lo stesso lottatore ha cambiato un po’ troppi personaggi nel giro di due anni. Il vecchio Brutus Beefcake, dopo aver debuttato come Brother Bruti, ha tradito Hulk Hogan nei panni di The Butcher, poi è stato scaricato da Sullivan e dunque è diventato The Man With No Name… e in poco tempo diventerà Zodiac Man, tornando di nuovo ostile. La parte peggiore di tutto questo è che questa sfida ha zero presa sul pubblico, dovrebbero tifare per Butcher quando ancora il team di commento ci ricorda gli atti orrendi che ha compiuto a Hulk Hogan? Bah, alla fine con un nome o con l’altro è sempre un lottatore che ha superato la sua età ideale sul ring, e nemmeno Kevin Sullivan riesce a dare molto alla sfida. È Sullivan a vincere un po’ a sorpresa con un Double Foot Stomp dopo 5 minuti e 24 secondi. 2/10, pessimo livello per la sfida, e con un risultato che ha poco senso. Butcher era nel main event di Starrcade ’94, per quanto fosse un pessimo match e non si meritasse quel posto, vederlo perdere con Sullivan in pochi minuti è una punizione eccessiva, oltre che inutile. Pessima sfida, evitatela.

Non è finita, un uomo misterioso dal volto blu chiama Kevin Sullivan a unirsi a lui, è il maestro del Dungeon of Doom che è in fase di formazione e che porterà a una storia che tuttora è considerata fra le peggiori della storia della WCW, e se leggete le recensioni del blog sapete che non è una novità!

Intervista ai Monster Maniacs, Randy Savage e Hulk Hogan, carismatici come sempre, con l’Hulkster che parla di una nuova vena che gli è spuntata e si fa alitare in faccia da Macho Man. Una follia, ma di quelle che funzionano.

Dick Murdoch vs. Wahoo McDaniel
Ci aspetteremmo tutti un match normale fra due leggende per celebrare il tema della Old School di Slamboree, invece ancora una volta la WCW esagera e trasmette la sfida in BIANCO E NERO. Scusate l’uso delle maiuscole, ma non ha senso. Lottavano negli anni ’70 dove c’era la tv a colori, magari con qualità minore delle registrazioni (senza magari, certi match sono difficili da seguire se volete vedere un po’ di sana Old School) ma non erano in bianco e nero. Comunque, tutta la sfida è trasmessa così e riguardo ai due lottatori sono fuori forma. Avevo già visto McDaniel in azione a fine anni ’80 e già lì non era atletico, immaginatelo nel 1995 con la pancia, e il suo avversario non è da meno. Non è un grande omaggio alla Old School, ma almeno l’intento non è malvagio. McDaniel vince con la Tomahawk Chop classica dei nativi americani in 6 minuti e 18 secondi. 4.5/10, non lo consiglio perché il cambio di colore è ridicolo, non stiamo parlando di un match di Sammartino! Che dire, c’è intensità ma non basta senza un po’ di prestazioni atletiche necessarie a mandare avanti una sfida.

Paul Orndorff vs. The Great Muta
Great Muta ha segnato la storia della WCW quando era ancora nella fase finale della nomenclatura NWA, con alcuni buoni match e altri dimenticabili, ma in generale è un’icona del Wrestling giapponese, rispettato sia con questo nome o con quello più moderno di Keiji Muto. La sfida forse è valida per l’IWGP Championship, o magari no, non è del tutto chiaro. La parte peggiore è che ci troviamo di fronte a un match lungo ma non necessariamente di buon livello, che mi ricorda quelle sfide terribili che aveva fatto Rick Rude anni prima con wrestler stranieri, tenute al minimo livello per far apparire più abili i propri lottatori interni (purtroppo è una tattica che è stata usata più volte, non del tutto rispettosa del pubblico o delle star straniere). Muta riesce a superare l’avversario solo con molta fatica, chiudendo con un Moonsault dopo 14 minuti e 11 secondi. 5/10, terzo match sconsigliato su quattro e nemmeno il primo è stato in grado di garantire grande intrattenimento. Finora l’evento è pessimo e diventa difficile star dietro a una sfida così pesante senza i giusti stimoli. Un vero peccato perché Great Muta è un lottatore di alto livello e Orndorff ha fatto delle buone sfide in carriera.

Intervista di “Mean” Gene ad Arn Anderson, Ric Flair e Vader, chiaramente quello fenomenale al microfono è come sempre il Nature Boy, pronto a salire sul ring dalla stessa parte di Vader.

WCW World Television Title Match: Arn Anderson (c) vs. Alex Wright
Finalmente abbiamo il primo match con un po’ di agonismo e Wrestling godibile dell’evento. Alex Wright è in rampa di lancio, ma qui è Anderson a fare gran parte della sfida, esibendo il suo Spinebuster per poi chiudere con una DDT in 11 minuti e 36 secondi che pone fine alla scalata del lottatore, che rimane nel midcarding senza particolari chance di salire i ranghi. Faccio notare che Arn Anderson ha già un tema d’ingresso simile a quello dei Four Horseman che si sarebbero formati nei mesi seguenti. 7/10, dopo le sfide precedenti è più facile apprezzare quanto si è visto qui, Arn Anderson dà una lezione di Wrestling al rivale, che ha ancora bisogno di migliorare ma sta già facendo progressi.

Meng (w/Col. Robert Parker) vs. Road Warrior Hawk
Non aspettatevi niente da questa sfida, Meng per fortuna è tornato ad avere un look da wrestler e non da atleta di arti marziali, mentre Hawk in singolo non ha mai funzionato al meglio. Come se non bastasse questa è una rissa totale che termina per doppio conteggio fuori in 4 minuti e 41 secondi. 4.5/10, fischi del pubblico che non ne può più di finali del genere. Veramente difficile da sopportare anche se non è la peggiore sfida dell’evento.

Cerimonia della Hall of Fame WCW, l’ultima della storia della federazione. Non penso che sia un caso che sia la WWF che la WCW abbiano interrotto le Hall of Fame nello stesso anno e in un periodo simile. Il 1996 è stato un anno di grandi cambiamenti e un preludio all’era Attitude nel mezzo della Monday Night War. Perciò poco spazio per celebrare le leggende. Qui entrano nella Hall of Fame Antonio Inoki (che già l’anno precedente aveva ritirato un premio alla carriera), Dusty Rhodes (immancabile), Terry Funk (altra leggenda meritevole), Big John Studd, Wahoo McDaniel, l’annunciatore Gordon Solie e… Angelo Poffo? Il padre di Randy Savage! Fra l’altro con il suo vero nome, giusto per spezzare l’idea che Savage fosse un nome d’arte. Si tratta di un segmento lunghissimo, di cui vi parlerei in modo dettagliato ma mi sono addormentato due volte mentre cercavo di seguirlo, perciò lascio perdere.

Big Bubba Rogers vs. Sting
Sting è quel lottatore così carismatico che può permettersi di entrare con un tavolo sulle spalle con il boato del pubblico. La stipulazione è un No Holds Barred, ma come lo chiamano loro è un Lights Out match. La sfida è sentita visto che è una rivalità longeva, il tavolo torna presto in gioco in una fase all’esterno, ed è uno di quelli con legno spesso che non si spezzano al contatto fisico, a differenza di quelli moderni che si rompono per niente. Il commento raggiunge nuovi punti bassi con frasi come “ma cos’è questo” che non servono a creare la giusta atmosfera per un match che invece è piacevole. Il tavolo passa sul ring e Sting esegue la Stinger Splash su di esso, mancando l’avversario per subire lui l’impatto. Il lottatore si riprende e attacca fino a chiudere con la Scorpion Death Lock per sottomissione in 9 minuti e 29 secondi. 7.5/10, ancora una volta Sting e Rogers sono i migliori lottatori in uno show di pessimo livello. Tutto riesce per il meglio e il pubblico per una volta riesce a farsi coinvolgere dalla sfida senza annoiarsi.

C’è un breve filmato che racconta la storia dietro al main event, c’è anche il coinvolgimento di Renegade, che continua a essere fatto passare per Ultimate Warrior pure se non gli assomiglia fisicamente.

Hulk Hogan & Randy Savage (w/Jimmy Hart & The Renegade) vs. Ric Flair & Vader (w/Arn Anderson)
Renegade ha il ruolo di enforcer, rimanendo a bordo ring per evitare il gioco sporco della squadra rivale, mentre Jimmy Hart usa il suo sgradevole fischietto. Per quasi 20 minuti il match è abbastanza caotico, con scambi sul ring e scarsa psicologia della sfida, non c’è costruzione per la fase finale, che potrebbe arrivare in qualsiasi momento visto che manca di caratterizzazione. Alla fine Savage e Vader si affrontano all’esterno, Flair sferra pugni a Hogan ma lui si carica e lo colpisce. Flair lo afferra da dietro e Arn Anderson si getta dalla terza corda ma colpisce l’alleato, perciò arriva l’Atomic Leg Drop per la vittoria dell’Hulkster. 7+/10, non volevo apparire troppo critico perché è un main event più che accettabile e in parte divertente, con due ottimi lottatori, Flair e Vader, e due wrestler che puntano tutto sul loro carisma.

Angelo Poffo, il padre di Savage, arriva a fermare un pestaggio ai danni del figlio ma viene colpito da Ric Flair e sottomesso alla Figure 4 Leg Lock per essere portato via dall’arena.


Voto finale: 4/10, dopo WCW Uncensored mi aspettavo un miglioramento e in parte è arrivato, ma non è ancora accettabile e si tratta di un altro evento da evitare e guardare soltanto Sting contro Bubba Rogers. La Hall of Fame è pesante, eccessivamente lunga, mentre un match come Orndorff contro Great Muta poteva essere di qualità migliore, ma sostanzialmente non c’è impegno. Il main event è più che valido anche se il suo post-match risulta banale, con l’inserimento del padre di Savage per mandare avanti la sua rivalità con Flair. Non è un buono show e per più di metà del tempo è inguardabile, ma ha qualche match discreto.

Nessun commento:

Posta un commento