venerdì 2 dicembre 2016

Recensione WCW Fall Brawl (17 settembre 1995)

Recensione WCW Fall Brawl 1995
17 settembre 1995 da Asheville (North Carolina)
Durata show: 2:44:43

Arrivano i War Games del ’95 e ci sono già i due ring predisposti l’uno vicino all’altro.

WCW United States Heavyweight Title #1 Contendership Match: Brian Pillman vs. Johnny B. Badd
Qualcosa che la WCW ha spesso fatto bene è l’opener match, la sfida d’apertura, quella che dà la giusta carica al pubblico. In questo caso ci sono trenta minuti con due fra i migliori lottatori sul piano atletico. Brian Pillman non è più quel peso leggero che fa uso ingente delle corde, ma combatte in modo tecnico, mentre Johnny B. Badd quando evita di ricorrere a ‘doti da pugile’ che non ha mai avuto è veramente ottimo. Il match è valido, dopo 15 minuti viene interrotto per limiti di tempo e fatto ripartire perché serve un contendente alla cintura, e invece di calare il ritmo cresce ulteriormente, con addirittura un Suicide Dive di Brian all’esterno. Il finale è forse meno riuscito perché Brian esegue un Running Crossbody ma Johnny gli cade sopra con il suo peso, annullando la mossa, per schienarlo e vincere in 29 minuti e 14 secondi. 8/10, il miglior modo per aprire l’evento, non è sempre spettacolare e a volte risente un po’ della lentezza, ma è una sfida che offre quello che serve per partire nel miglior modo.

“Mean” Gene intervista Ric Flair, che parla della lunga amicizia con Arn Anderson e dice di non odiarlo, ma di stimarlo.

Cobra vs. Sgt. Craig Pittman
Devo ammettere che l’ingresso di Pittman che si cala con una corda dall’alto, striscia sotto alle corde ed attacca l’avversario alle spalle è spettacolare. Poi il resto è a senso unico e Pittman fa cedere l’avversario con un Cross Armbreaker dopo 1 minuto e 22 secondi. Squash, inserito un po’ per caso per riempire gli spazi ma ammetto che è meglio così che vedere una sfida intera fra questi due.

Paul Orndorff è in crisi e allo specchio dice di non sentirsi più Mr. Wonderful, ma compare uno psichico dal look ridicolo (non uno psicologo) a dirgli che deve credere in se stesso e che ha avuto una visione su di lui, poi riesce a convincerlo ad ammettere di essere Mr. Wonderful. Segmento ridicolo che avrebbe avuto più senso con una figura realistica invece di un tizio vestito stranamente con una parrucca impossibile.

WCW World Television Title Match: The Renegade (w/Jimmy Hart) (c) vs. Diamond Dallas Page (w/Diamond Doll & Maxx Muscle)
Continua il periodo di Renegade campione televisivo, forse uno fra i peggiori lottatori (o almeno una fra le peggiori idee) a tenere quella cintura che è sempre servita come rampa d’ascesa. Mentre il pubblico è apatico nei suoi confronti e ormai sa bene che non si tratta di Ultimate Warrior, DDP è in fase di lancio e migliora in continuazione, passando da un heel insipido a un wrestler capace di farsi odiare dal pubblico. Il match non è buono e le manovre di Renegade sono un po’ casuali, poi il campione invece di chiudere la sfida si lancia dalla terza corda all’esterno addosso a Maxx Muscle, sprecando un’opportunità per vincere. Mentre Muscle gli tiene una gamba, DDP esegue la Diamond Cutter e lo schiena in 8 minuti e 7 secondi. 5/10, accettabile ma non ancora sufficiente, buon lavoro di Page mentre Renegade come sempre affossa le sfide, un vero peccato perché probabilmente buona parte è colpa di questa imitazione di Warrior che non funziona. Il lato positivo è che DDP è il nuovo campione e termina questa follia nel far credere a tutti che Renagade sia chi non è.

WCW World Tag Team Title Match: Bunkhouse Buck & Dick Slater (w/Col. Robert Parker) (c) vs. Harlem Heat (Booker T & Stevie Ray) (w/Sister Sherri)
L’interesse dei fan è più per la strana storia fra Sherri e Parker invece che la rivalità per le cinture di coppia, infatti non è chiaro chi dei due sia più interessato all’altra persona e chi stia fingendo. Purtroppo la sfida è molto lenta e con manovre di base, sicuramente dopo Flyin’ Brian contro Johnny B. Badd un match del genere è facile che possa annoiare. Il problema è che nei primi 12 minuti non succede nulla degno di nota, poi nel finale la sfida cominci a crescere ma senza particolari picchi. Stevie Ray fa la parte del wrestler che ha conservato le forze e getta a terra i rivali, ma gli Harlem Heat tornano in difficoltà. Sul secondo ring, Parker e Sherri si baciano e questo serve come distrazione per l’arrivo dei Nasty Boys, che con uno stivale colpiscono Slater e Booker T va allo schienamento dopo 16 minuti e 49 secondi. 6-/10, sufficienza tirata perché il match è un po’ noioso ma non ha nulla di sbagliato e il finale appare divertente a sufficienza da dare una conclusione che permette agli Harlem Heat di riconquistare le cinture di coppia per la terza volta in carriera.

Buck non prende bene la sconfitta e si lamenta con Robert Parker per non essere stato di supporto e lui dice che farà in modo di dare un’altra title shot alla squadra.

“Mean” Gene mostra ad Arn Anderson un filmato sulla sua rivalità con Ric Flair. Il lottatore dice di apprezzare Flair ma serve un po’ d’azione perché le parole non hanno avuto valore, dunque dovrà fare in prima persona contro di lui.

Arn Anderson vs. Ric Flair
Una fra le migliori rivalità del ’95 è proprio questa, che non è impostata sull’odio fra ex compagni, ma fra due persone che hanno bisogno di comunicare quello che pensano l’uno dell’altro sul ring, da rivali. E questo funziona benissimo fin dalla partenza del match, perché Flair sottovaluta l’avversario e si ritrova in difficoltà. C’è grande tecnica e un’ottima psicologia, tutto l’intento di voler fare una sfida di buon livello. Dopo parecchi minuti, il Nature Boy applica la Figure 4 Leg Lock, ma Anderson ne esce e prova a chiudere con un Roll-up senza successo. Flyin’ Brian compare all’esterno del ring e attacca Flair mentre l’arbitro non vede, perciò Anderson chiude con la DDT e schiena Flair in 22 minuti e 37 secondi. 8+/10, è un match riuscito in pieno, oltre 20 minuti che non annoiano mai e regalano una sfida intensa, che si aggiunge ai tanti classici di Flair. La storia personale dei due lottatori sicuramente influisce sulla riuscita della sfida, e il finale funziona anche se tendo a non apprezzare gli interventi esterni.

Dopo un lungo video che ricapitola la rivalità con il Dungeon of Doom, Hulk Hogan e compagni vengono intervistati e hanno tutti un look militare con pittura facciale, comportandosi come degli esaltati e urlando mentre Hogan parla al microfono. Ovviamente non sembrano aver preso seriamente questa sfida.

Hulk Hogan, Lex Luger, Randy Savage & Sting vs. The Dungeon Of Doom (Kamala, Meng, Shark & Zodiac) (w/The Taskmaster) [War Games Match]
Vengono subito spiegate le regole dei War Games, che sembrano invariate. Si vince per sottomissione o resa, e vengono usati i due ring con una gabbia attorno. Per quanto la storia del Dungeon of Doom sia ridicola, devo ammettere che funziona sul piano dell’intrattenimento, non si sa mai chi potrebbe essere il prossimo a unirsi contro Hogan e compagni, mentre c’è il sospetto che Lex Luger potrebbe tradire la squadra. I primi ad affrontarsi sono Sting e Shark. Com’era inevitabile, il vantaggio è del Dungeon of Doom e quando entra Zodiac si passa a un 2 contro 1. Poi entra “Macho Man” Randy Savage a pareggiare i conti, e in seguito entrano Kamala e Lex Luger, che si rivela subito come nemico del Dungeon. Infine, arrivano Meng e Hulk Hogan. C’è da notare che è un War Games decisamente soft rispetto a quelli del passato che risultavano brutali. Hogan domina praticamente da solo e con l’aiuto di Luger riesce a far cedere Zodiac con la Camel Clutch dopo 18 minuti e 47 secondi. 5/10, sicuramente non è un buon main event, è una fra le peggiori edizioni dei War Games perché risulta abbastanza blanda. Tenere Luger come ultimo ingresso sarebbe servito a lasciare più tensione su come si sarebbe comportato, invece appena è entrato si è messo a combattere contro il Dungeon of Doom. Hogan ancora una volta è il protagonista assoluto.

Per via della vittoria, Hulk Hogan ottiene cinque minuti sul ring contro il Taskmaster. Chiaramente è un massacro a senso unico, ma dall’esterno arriva The Giant, che spazza via l’arbitro ed entra nella cella. Il gigante (che è Paul Wight, ovvero il futuro Big Show) esegue una Facelock e manda KO Hogan, mentre i suoi compagni si accertano delle sue condizioni. Il gigante si presenta così come una seria minaccia per il campione del mondo WCW.


Voto finale: 6/10, ci sono due match meritevoli, e nessuno di questo è il main event. Quest’anno i War Games sono di un livello molto basso, sicuramente si può criticare la storia del Dungeon of Doom e i promo eccessivamente caratterizzati dei suoi componenti, ma il problema sta nella sfida stessa, mai veramente efficace o interessante, con l’unico elemento curioso, la lealtà di Lex Luger, subito buttato via senza sorprese. Da qui parte il pieno della rivalità fra Hulk Hogan e The Giant, mentre gli altri componenti del match sono stati spesso secondari. Ric Flair contro Arn Anderson è un grande match, che definisce l’idea di scontro personale, mentre Flyin’ Brian contro Johnny B. Badd è durato parecchio, mantenendosi su buoni livelli. Il resto è stato è pieno di alti e bassi, ma su una scala di mediocrità. La sufficienza ci sta tutta per questo evento. Sicuramente Fall Brawl ’95 va visto per due sfide, che comunque non sono imperdibili nonostante la loro qualità.

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