martedì 18 ottobre 2016

Recensione Wrestlemania XI (02 aprile 1995)

Recensione Wrestlemania XI (11)
02 aprile 1995 da Hartford (Connecticut)
Durata show: 2:25:26

L’introduzione è il migliore specchio di questo evento, il principale del 1995. Viene mostrata una carrellata di edizioni dalla prima alla decima, incentrandosi non sui lottatori ma sugli ospiti speciali, i VIP che hanno preso parte agli eventi. E anche stasera il Wrestling passa in secondo piano perché è pieno di giocatori di football, attori e attrici a prendere parte all’evento. Vi anticipo che questa edizione ha avuto un buyrate (vendite) molto alto, che non è stato più raggiunto per anni, quindi la tattica del puntare sugli ospiti ha funzionato a discapito del resto. Io mi occupo della qualità degli show e quindi ne parlerò durante la recensione tralasciando elementi esterni al Wrestling. Ma devo dire che nel periodo di crisi del ’95 qualsiasi cosa avesse portato gente a seguire gli eventi poteva funzionare, e hanno puntato su Lawrence Taylor, ex giocatore di football, probabilmente uno di quelli molto famosi (non sono esperto di questo sport). Ci sono soltanto sette match nella card per un evento più breve del solito (nemmeno 2 ore e mezza) in cui c’è tanto spazio per gli ospiti e viene quindi sacrificato il Wrestling lottato.
La sigla è sempre la stessa delle edizioni precedenti. Si comincia con America the Beautiful cantata dall’olimpionica Kathy Huey. Il team di commento è formato da Vince McMahon e Jerry Lawler.

The Allied Powers (Lex Luger & The British Bulldog) vs. The Blu Twins (Eli Blu & Jacob Blu) (w/Uncle Zebekiah)
Ho la sensazione che entrambi Luger e Bulldog fossero sprecati per questa sfida contro un team di livello mediocre più che adatto a un match d’apertura, si tratta di una retrocessione per Lex Luger che un anno prima era a giocarsi la cintura mondiale contro Yokozuna dopo aver vinto il Royal Rumble match insieme a Bret Hart. Uncle Zebekiah è il futuro manager Zeb Colter, un veterano che non ha mai riscosso grande popolarità da lottatore nelle federazioni maggiori. Il match è di un livello accettabile, in particolare Bulldog dimostra ancora una volta di essere un lottatore più che convincente. Sfida breve, con un dominio finale degli Allied Powers, è British Bulldog a chiudere con un Sunset Flip su quello che dovrebbe essere Jacob Blu dopo 6 minuti e 34 secondi. 6+/10, il match svolge la sua funzione, per quanto è facile chiedersi se non ci fosse nient’altro da far fare a Luger, addirittura è Bulldog a portare la vittoria alla squadra.

L’attore Nick Turturro intervista Jenny McCarthy (popolare in quel periodo), ma il microfono dà problemi. Poi vengono mostrati Jeff Jarrett insieme all’aiutante The Roadie (Road Dogg qualche anno dopo) e da un’altra parte Razor Ramon con 1-2-3 Kid, uno degli esclusi dalla card.

WWF Intercontinental Title Match: Jeff Jarrett (w/The Roadie) (c) vs. Razor Ramon (w/The 1-2-3 Kid)
Non c’è stata particolare enfasi nella costruzione di questa rivalità, ma ogni confronto che riguardava questi quattro lottatori a Raw è stato buono. Ramon aveva perso la cintura contro Double J a Royal Rumble e questo rematch è la sua occasione per riprovare a conquistarla. Il lottato è buono, Jarrett è passato da un 1994 dove era un orrore da seguire sul ring a un inizio ’95 di buon livello, migliorando il suo stile e la sua efficacia da heel. Ramon ha il supporto del pubblico, mentre all’esterno 1-2-3 Kid cerca di fermare gli interventi di Roadie. Tuttavia i continui interventi risultano decisivi, arriva la Razor’s Edge del Bad Guy, ma The Roadie lo colpisce alle spalle e perciò scatta la squalifica dopo 13 minuti e 32 secondi per Jeff Jarrett, che perde il match però mantiene la cintura intercontinentale. 6.5/10, un buon match che si conclude in un pessimo modo, chi vuole vedere una squalifica a Wrestlemania? Un altro buon match per Jarrett e Ramon, che nonostante il buon minutaggio non riescono ad emergere troppo all’interno dell’evento.

Jim Ross ammette la sua delusione per la sconfitta di Jarrett, che fa intendere che fra lui e Ramon non è ancora finita. Lo spiego qui perché è una serie di segmenti con le VIP, Pamela Anderson che doveva essere dalla parte di Shawn Michaels invece si ritrova a fare da manager a Diesel, mentre Jenny McCarthy passa con HBK. Evito di descrivere questi segmenti perché sono molti ed esulano dal Wrestling.

King Kong Bundy (w/Ted DiBiase) vs. The Undertaker (w/Paul Bearer)
Non ho apprezzato per nulla la preparazione di questa sfida, il ritorno di Bundy nel ’94 è stato anonimo come membro della Million Dollar Corporation, e di certo non era più il 1986 (ai tempi dello Steel Cage match contro Hulk Hogan, fra l’altro innominabile dopo il passaggio alla WCW). Quindi chi lo conosceva ha trovato un wrestler ancora più lento e meno pericoloso, chi non lo conosceva se l’è trovato in mezzo senza mai rappresentare un pericolo. La rivalità con Undertaker è quasi inesistente, c’era solo di mezzo la storia dell’urna rubata come in tante altre occasioni. La ‘streak’ non esisteva ancora come concetto, questo era soltanto il quarto match a Wrestlemania per Taker, quindi non c’è nulla su cui puntare fuori dall’urna. E siamo nel periodo dei guanti viola del Deadman, quello senza sfide buone per lui.
Il match è orrendo, dura poco ma viene dominato per tutto il tempo da Bundy, che non fa altro che ripetere prese e cercare di stancare l’avversario. Undertaker poi ha una reazione, connette con una Flying Clothesline e lo schiena con successo dopo 6 minuti e 36 secondi. Niente Tombstone Piledriver vista la stazza del rivale. 2/10, a parte la breve durata non c’è nulla da salvare in questa sfida, siamo quasi ai livelli tremendi del match contro Giant Gonzalez, ed è un peccato perché Undertaker è uno fra i lottatori che si sono adattati con più facilità a tanti avversari, ma non è quesot il caso.

Continuano i segmenti backstage di Turturro, che si imbatte con vari VIP del mondo sportivo o dello spettacolo, e nel mezzo c’è anche Bob Backlund che gioca a scacchi.

Viene rivelato il partner misterioso di Owen Hart, che è… Yokozuna, gestito da Jim Cornette e Mr. Fuji come di consueto. Il giapponese era sparito da diversi mesi dagli show televisivi, quindi si tratta di un ritorno, anche se non ha un effetto impressionante sul pubblico.

WWF World Tag Team Title Match: The Smoking Gunns (Bart Gunn & Billy Gunn) (c) vs. Camp Cornette (Owen Hart & Yokozuna) (w/James E. Cornette & Mr. Fuji)
Non penso che gli Smoking Gunns fossero riusciti a dare un buon contributo alle cinture di coppia, ma è difficile trovare un loro match di scarso livello. Anche qui la sfida si mantiene valida, Owen Hart è il trascinatore della sfida, mentre Yokozuna distrugge chiunque sul suo percorso. È tutto standard, a parte Owen che cerca di rendere migliore la contesa, non c’è nulla che la esalti realmente. Nel finale Bart Gunn vola fuori dal ring, Owen applica la Sharpshooter a Billy ma decide di schienarlo, abbandonando la presa per vincere con lo schienamento dopo 9 minuti e 42 secondi. 6/10, nella norma, non un pessimo match ma nemmeno uno capace di garantire spettacolo. Sicuramente non guasta e dopo la sfida precedente serviva qualcosa di simile.

Bam Bam Bigelow parla del suo avversario, Lawrence Taylor, e non lo considera al suo livello, mentre viene fatta enfasi sulla pubblicità portata da questa sfida.

Bob Backlund vs. Bret Hart [I Quit Match (Special Referee: Roddy Piper)]
Da rivali per la cintura mondiale pochi mesi prima, questo match è sicuramente necessario per chiudere la questione una volta per tutte. L’I Quit match è una sfida in cui si vince per sottomissione ma bisogna far pronunciare all’avversario ‘I Quit’ al microfono. Roddy Piper è l’arbitro speciale, non mi pare che ci fosse stata costruzione sul suo inserimento nella sfida nelle puntate di Raw, probabilmente è un’aggiunta dell’ultimo minuto. Il match fra Hart e Backlund a Survivor Series è stato molto buono, questo invece non pare prendere ritmo, forse è una stipulazione che non pare adatta ai due lottatori (chiaramente l’I Quit match è stato innovato e migliorato in seguito e ha garantito alcune sfide memorabili). Quasi a ogni mossa, Piper interviene per sapere se uno dei due lottatori vuole cedere, e se le prime volte funziona dopo un po’ diventa eccessivo. Ci sono tutte le manovre caratteristiche dei due lottatori, dalla Sharpshooter di Hart alla Chickenwing Crossface di Backlund (ancora imbattuta). Bret gliela riversa ed è lui ad applicare la Chickenwing, costringendo Backlund a cedere in 9 minuti e 34 secondi, anche se non mi pare di sentirgli dire I Quit ma blaterare qualcos’altro. 5.5/10, probabilmente è il peggiore match singolo di Bret Hart a Wrestlemania, non ha particolari colpe perché è la stipulazione ad affossarlo, un normale Submission match sarebbe stato migliore. Come i match precedenti, soffre per una durata breve. Per Bob Backlund questo è l’inizio della fine, passerà un anno pieno a disputare match negli house show senza quasi mai combattere negli episodi televisivi.
A fine match, Jim Ross chiede a Mr. Backlund come si senta e lui risponde di aver visto la luce.

Intervista a Diesel, che è pronto per affrontare Shawn Michaels ed è attento alla presenza di Sid come guardia del corpo dell’avversario.


WWF World Heavyweight Title Match: Diesel (w/Pamela Anderson) (c) vs. Shawn Michaels (w/Jenny McCarthy & Sid)
Fino a Survivor Series ’94, Diesel era compagno di squadra di Shawn Michaels, in passato la sua guardia del corpo. Poi Diesel ha sconfitto Bob Backlund per la cintura mondiale, mentre Michaels ha vinto il Royal Rumble match. Sid interferisce di continuo e per la maggior parte del match Diesel si ritrova in difficoltà, ma sfrutta la sua potenza per recuperare e infliggere danni al rivale. Verso la fine del match entrambi vanno a terra, poi Diesel connette con la Jacknife Powerbomb (eseguita non proprio nel migliore dei modi) e ottiene la vittoria per schienamento dopo 20 minuti e 35 secondi, rimanendo campione. 7.5/10, la sfida è un po’ lenta, sinceramente aveva un potenziale maggiore, qui è Shawn Michaels a non fare uno dei suoi migliori match (un po’ com’è successo a Bret Hart in precedenza) e la lunghezza non ha un buon rapporto qualitativo. Nulla di problematico perché rimane il migliore match dell’evento, solo che con la storia che c’era dietro poteva uscire qualcosa che potesse rimanere impresso nella storia di Wrestlemania.

Kevin Nash festeggia con Pamela Anderson, mentre Shawn Michaels nel backstage è in collera per la sconfitta, ma dice di aver dimostrato di essere il migliore perché ha connesso la Sweet Chin Music. Sid parla ma non si capisce una parola di quello che dice (come sempre), oltre ad interrompersi più volte per rimangiarsi le parole.

Bam Bam Bigelow (w/Irwin R. Schyster, Kama, King Kong Bundy, Nikolai Volkoff, Tatanka & Ted DiBiase) vs. Lawrence Taylor (w/Carl Banks, Chris Spielman, Ken Norton Jr., Reggie White, Ricky Jackson & Steve McMichael)
Vengono introdotti tutti gli esterni prima dei due lottatori. Il pubblico impazzisce per i giocatori di football, alcuni più di altri, ammetto di non conoscerne nessuno a parte McMichael e non per ragioni sportive. I membri della Million Dollar Corporation vengono tenuti fuori dagli altri ancora prima che il match abbia inizio. Riguardo a Lawrence Taylor, non è un lottatore ma si è allenato per non apparire fuori luogo (molto meglio di tanti altri ospiti famosi impegnati nei match). La sfida non è granché, se Taylor è in grado di eseguire alcune mosse di certo non è abile a subirle, perciò Bam Bam usa quasi soltanto delle prese. Nel finale, Taylor connette con un Forearm Smash dalle corde e si aggiudica la vittoria per schienamento dopo 11 minuti e 42 secondi. 5/10, è guardabile, addirittura accettabile, la mia critica è il posizionamento nella card ma in realtà l’intero successo di Wrestlemania XI è stato costruito sul successo di questa sfida e, vedendo le reazioni del pubblico, ha avuto successo. La qualità non è sufficiente, c’è impegno dai lottatori ma non si può coprire del tutto l’inesperienza di chi non ha mai lottato. La popolarità guadagnata da Bigelow invece di lanciarlo lo affosserà nei mesi seguenti.

Mentre Lawrence Taylor festeggia con tutti (e qui il pubblico smette improvvisamente di tifare, come se fosse stanco), Ted DiBiase rimprovera Bigelow e lo accusa di aver perso contro un giocatore di football.


Voto finale: 4/10, un’arena piena di giornalisti, un’importanza televisiva immensa, per quanto riguarda il Wrestling è un evento mediocre, o addirittura negativo. Non è una fra le peggiori edizioni dell’evento più importante dell’anno, Wrestlemania II e IX rimangono peggiori, la prima perché non ha ripetuto la magia dell’edizione originale, la seconda… vi raccomando la recensione sul blog se volete saperne di più. Il main event serve solo a livello pubblicitario, non mi dispiace un lancio per Bam Bam Bigelow, un lottatore spesso sottovalutato (che comunque esce male da qui e sarà fuori dai giochi entro fine anno. C’è un solo match di buon livello, Diesel contro Shawn Michaels, e non è di certo uno dei migliori lottatori dello Showstopper, che l’anno seguente avrà una delle sue sfide più iconiche. Bret Hart contro Bob Backlund è deludente, c’era da aspettarsi di più da loro ma l’I Quit match non ha funzionato come stipulazione. Tutto il resto è nella media, tranne il terribile Undertaker contro King Kong Bundy, che è inguardabile ma dura poco. Sicuramente un’edizione bocciata ed evitabile, che basa il suo successo sulla fama degli ospiti. Perlomeno lascia degli spunti molto interessanti per Raw.

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