Recensione TNA Turning
Point 2004
05 dicembre 2004 da Orlando
(Florida)
La prova del fuoco è stata superata con sufficienza da
Victory Road 2004, ma questo è il pay per view che chiude il 2004 e ha il
compito di guidare la TNA nella sua strada verso la popolarità. Ai tempi non
conoscevo ancora la federazione, l’avevo sentita nominare ma la struttura a ppv
settimanali non era uno stimolo sufficiente per spingermi a incuriosirmi.
Tuttavia, Turning Point l’ha resa famosa, anche se in modo infame per via del pessimo
ritorno di “Macho Man” Randy Savage in questa unica apparizione come lottatore della
federazione (e per pochi minuti).
L’introduzione parla proprio di questo ritorno per un’icona
del Wrestling. I Kings of Wrestling fanno parodia di Elvis, e poi ridono di
Randy Savage. Da una macchina elegante scendono un imitatore di Vince McMahon e
uno (mal riuscito) di Triple H, che ha un tessuto sulla testa che sembra più
quello di Sabu. Abyss vende palloncini e li spaventa. È l’inizio di una serie
di segmenti terribili di questo show.
NWA World Tag Team Title Match: 3 Live Kru (BG James & Ron Killings)
(c) vs. Team Canada (Bobby Roode & Eric Young) (w/Scott D'Amore)
Voto: 6.5/10. Non c’è molto di diverso rispetto al mese scorso, ma cambia
la formazione dei 3 Live Kru, stavolta c’è Ron Killins e non Konnan a difendere
le cinture con BG James. La sfida ha dei momenti validi, R-Truth connette con
un ottimo Scissors Kick alle corde, mentre Roode e Young continuano ad apparire
come un valido team, con Eric che comincia già a mostrare segni da comedy
character anche se è ancora in fase di sviluppo del personaggio. Scott D’Amore
fallisce i suoi interventi, ma dall’esterno arriva Johnny Devine del Team
Canada ad aiutare i compagni, usando la bandiera canadese per colpire BG James
e permettere a Roode di chiudere per schienamento su di lui in 8 minuti e 28
secondi. Un match molto standard, che in apertura funziona comunque
bene. Il Team Canada si riprende subito le cinture di coppia, non penso
comunque che nelle mani dei 3LK fossero al sicuro.
Dusty Rhodes, il direttore dell’Authority, dice di aver
sentito i fan su Internet (prima ancora che ci fossero Twitter e Facebook, ma
comunque era pieno di forum) e c’è un filmato da svelare che potrebbe causare
fastidi a ‘qualcuno’ (si ricollega al segmento precedente con l’imitatore di
Vince).
Frankie Kazarian, Kid
Kash & Michael Shane (w/Traci) vs. Hector Garza, Sonjay Dutt & Sonny
Siaki
Voto: 7-/10. Nel filmato prima del match, si fa riferimento al Piper’s Pit
(non lo chiamano così perché è sotto copyright) di Victory Road, con Jimmy
Snuka ospite e con la divisione interna fra i membri della X-Division, perciò…
ecco un 3 vs 3 match, in cui c’è anche Hector Garza, uno fra i grandi
protagonisti della sfida. Mi piace il lavoro di squadra di Kazarian e Shane,
mentre Dutt compie prodezze come sempre. In chiusura, Garza connette con il
Tornillo dalla terza corda su Kazarian e porta il successo alla sua squadra in
10 minuti e 55 secondi. Non mi aspettavo che il match potesse ingranare
così bene, invece risulta interessante anche se non c’è nulla in gioco e le
squadre non sembrano convincenti. Siaki è l’unica pecca del match, ha poco a
che vedere con la X-Division.
Breve promo di “Macho Man” Randy Savage, che non è
all’altezza di tanti suoi vecchi discorsi, ma non è nemmeno terribile. Petey
Williams è con Scott D’Amore, che dice di schierarsi sempre dalla parte dei
vincenti.
Abyss vs. Monty Brown [Serengeti Survival Match]
Voto: 7.5/10. Monty Brown lo scorso mese combatteva ancora come heel, poi
ha vinto una title shot contro Jeff Jarrett ma si è reso nemico dei Kings of
Wrestling, e qui affronta Abyss in una stipulazione che è poco più che un normale
Hardcore match, solo che si può vincere anche in un altro modo, lanciando
l’avversario sulle puntine. Il match è divertente, è quel tipo di Hardcore
leggero, senza eccessi. Abyss perde la giacca protettiva e dopo aver versato le
puntine da disegno a terra è lui a finirci sopra dopo 11 minuti e 18 secondi
quando Brown esegue l’Alphabomb. Sfida semplice da seguire, con una
qualità superiore del previsto. Abyss ‘risponde’ a una delle sue critiche
principali, cioè che la caduta sulle puntine spesso è attenuata dalla giacca,
ma stavolta ci cade senza protezioni e l’inquadratura cerca quasi di
sottolineare il messaggio.
Continua l’avventura nel backstage dei due falsi Vince e
Hunter. Ironia mal riuscita e invecchiata male.
Johnny B. Badd & Pat Kenney vs. The New York Connection (Glen
Gilberti & Johnny Swinger) [Special Referee: Jacqueline]
Voto: 5-/10. Ecco un match che poteva rimanere in uno show settimanale,
Pat Kenney è ancora chiamato così ma in TNA è diventato conosciuto come Simond
Diamond dei Diamond in the Rough. La sfida non è di pessima qualità, anzi,
quello che si vede sul ring è accettabile, ma manca di mordente, sa troppo di
riempitivo ed è scontato che l’arbitro speciale vada a deciderne le sorti.
Arriva infatti un Body Slam di Jacqueline su Gilberti, Johnny se ne approfitta
e chiude con un TKO per poi schienarlo in 7 minuti e 50 secondi. Sfida
che svolge il suo dovere e nulla più di esso. Guardabile o evitabile, a voi la
scelta, per fortuna non dura troppo e c’è qualcosa di buono anche se è
tutt’altro che uno dei tag team match capaci di attirare interesse.
Una persona viene portata via in macchina su opera dei Kings
of Wrestling, pare che si tratti di Randy Savage, ma non viene mostrato.
Diamond Dallas Page vs.
Raven
Voto: 6.5/10. Quasi mi stavo dimenticando che DDP ha avuto un periodo da
lottatore della TNA, e nemmeno in secondo piano. Lo scontro con Raven è buono
nelle prime fasi, anche se Page pare visibilmente limitato sul ring rispetto al
passato, a differenza dell’avversario che pare rinato nella federazione. Eric
Watts gioca un ruolo importante, prima è al tavolo di commento per il supporto
a DDP, poi quando due figure incappucciate aggrediscono il lottatore per
aiutare Raven, lui interviene, ma attacca Page, voltandogli le spalle. Non cambia
nulla e DDP esegue la Cutter, togliendolo di mezzo, Raven non se ne approfitta
e anche lui subisce la Cutter per poi farsi schienare dopo 11 minuti e 55
secondi. Un match che poteva rendere di più, ma l’intervento di Watts è
del tutto inutile se non porta da nessuna parte, così DDP pare imbattibile con
tre interferenze esterne di cui una poteva risultare decisiva. Annullato
l’effetto sorpresa del tradimento, il lottatore appare imbattibile e ne risente
anche Raven.
Continuano le vignette con i falsi Vince e Hunter nel
backstage.
TNA X-Division Title Match: Petey Williams (w/Scott D'Amore) (c) vs.
Chris Sabin
Voto: 8.5/10. Sabin non è ancora nella maturità della carriera ma ha già un
match in cui dimostrare le sue qualità, anche se qui era già un 2 volte X-Division
Champion. Invece di una sfida frenetica si tratta di uno scontro dove i due
avversari si studiano a vicenda, con D’Amore che vuole dimostrare che Sabin non
può battere Williams. Il pubblico è di grande supporto, specialmente dopo una
Powerbomb sulla transenna di Sabin sull’avversario, seguita da un Crossbody
trasformato in un Forearm Smash connesso dalla scalinata sempre da parte sua.
C’è una parte nel commento che descrive bene la situazione, Petey Williams è
anche lui tifato perché è rispettato come lottatore, la marcatura fra ‘buoni e
cattivi’ nella X-Division spesso non conta proprio perché ogni wrestler abile
ottiene il tifo dei fan. Negli ultimi minuti entrambi escono da ogni mossa
possibile, Sabin prova a chiudere con la Cradle Shock, ma D’Amore interviene e
gli blocca un piede, così Williams se ne approfitta per estrarre un tirapugni e
vincere dopo averlo usato senza essere visto dall’arbitro in 18 minuti e 11
secondi di sfida. Quasi 20 minuti di un match che offre il meglio della
X-Division, rovinato da un finale anti climatico che non fa bene alla categoria
pur di non far uscire Williams come il lottatore migliore fra i due, purtroppo
quelle conclusioni sono tipiche dei match del Team Canada. Tuttavia quello che
hanno fatto in precedenza nel match è epico.
Di nuovo un altro sketch con il falso Vince che viene
attaccato da un nano. Bah.
AJ Styles, Jeff Hardy & Randy Savage vs. The Kings Of Wrestling
(Jeff Jarrett, Kevin Nash & Scott Hall)
Voto: 6/10. Bisogna riconoscere che i Kings of Wrestling sembrano davvero
un team inarrestabile. Randy Savage non appare fino alla fase finale, perciò
per parecchi minuti è un due contro tre. Scott Hall non pare in buone
condizioni fisiche e limita molto il suo parco mosse, mentre Nash ruba la scena
in continuazione. La sfida non è pessima ma non è nemmeno così buona, fa
piacere vedere AJ Styles e Jeff Hardy impegnati in uno scontro di questo
livello. Randy Savage fa il suo ingresso, sferra qualche pugno e la sua squadra
applica una tripla Sleeper Hold. Macho Man va a chiudere con uno schienamento
su Jarrett dopo 18 minuti e ormai pare aver perso tutto l’ABC di ciò che lo
rende un lottatore, tristemente il suo ultimo match della carriera sarebbe da
cancellare dalla sua storia. Sufficienza forzata per un match che hai dei
buoni propositi ma un paio di lottatori assolutamente non più pronti per stare
sul ring. Savage sembra lanciato per grandi progetti e addirittura gli viene
data una title shot alla cintura mondiale, invece non comparirà mai più in una
sfida per ragioni di salute (visibili da come si trattiene qui combattendo per
poco più di un minuto).
Finalmente si chiude la tremenda storia del filmato che non
può essere mostrato, con Dusty Rhodes che dà l’ordine di mostrarlo. Si tratta
di Abyss, Konnan e qualche altro membro della TNA in una “invasione” del
backstage di uno show WWE, ci sono wrestler censurati nel volto (uno è
facilmente riconoscibile e si mette pure in posa) e il gruppo alla fine chiede
a Vince McMahon di presentarsi da loro, ma non succede nulla del genere. Abyss
fra l’altro è fuori gimmick, ma la credibilità è il problema minore di questo
filmato.
America's Most Wanted (Chris Harris & James Storm) vs. Triple X
(Christopher Daniels & Primetime) [Losing Team Must Split Up Six Sides Of
Steel Cage Match]
Voto: 9.5/10. Questo è il match più famoso fra i due team, che ha reso
particolarmente famosa la TNA in quel periodo per via dell’innovazione. Non
sono i sei lati, ma i rischi presi dai lottatori a renderlo popolare. Ci sono
due momenti magici, uno è il Tower of Doom, cioè i quattro lottatori disposti a
torre all’angolo per poi volare a terra, poi uno fra i momenti più spettacolari
di sempre, la Rope Walk di Elix Skipper sulla cima della gabbia, cammina per un
po’ e scalcia giù uno dei rivali. Pazzesco, il solo spot varrebbe al match
un’etichetta ‘da vedere’. In chiusura arriva la Death Sentence, la manovra
finale degli AMW che li porta alla vittoria e allo split dei Triple X dopo 21
minuti 2 secondi di match. Inizialmente sarà Skipper quello lanciato del duo,
ma sarà poi Daniels a diventare uno fra i lottatori principali della
federazione (almeno per quanto riguarda l’X-Division). Sfida iconica,
io come tanti altri ho conosciuto la TNA per la prima volta vedendo immagini o
filmati di questa sfida, che parte in modo normale e poi cresce di ritmo fino a
regalare dei grandi momenti. Spettacolare oggi come a quei tempi.
Voto finale: 8/10, un evento che non è
spettacolare dall’inizio alla fine, ma ha due match di alto livello, dal
fantastico Six Sides of Steel Cage match nel main event a un classico quasi
dimenticato, Petey Williams contro Chris Sabin. Il 3 contro 3 è un buon match
finché è 3 contro 2 (cioè per il 95% della sfida) mentre la parte finale con
Randy Savage è deludente e quasi ridicola. Ci sono tutti gli ingredienti per
far interessare i fan alla TNA, anche se quel ‘filmato segreto’ è ridicolo e
non fa altro che far vedere la federazione sulla coda di quella maggiore e più
famosa, qualcosa che la TNA ha fatto spesso e non ha mai giocato a suo favore.
Jeff Jarrett nonostante la cintura mondiale in suo possesso non ruba la scena e
lascia spazio alle altre persone coinvolte, spesso viene sottovalutato ma è
sempre stato un ottimo campione.
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