Recensione WCW Clash of the Champions 33
15 agosto 1996 da Denver
(Colorado)
Durata show: 1:35:50
Terzultima edizione di Clash of the Champions, la seconda e
ultima del 1996.
WCW World Cruiserweight Title: Rey Misterio Jr. (c) vs. Dean Malenko
Si parte con un gran match iniziale. Rey Mysterio ha salvato
la divisione Cruiserweight che prima non stava avendo successo, e finalmente il
pubblico è interessato a sfide come questa. Malenko è un ottimo avversario ma è
Rey a vincere per schienamento in 12 minuti e 7 secondi. 7.5/10, tutto perfetto
per il tempo a disposizione. Non c’erano molti dubbi, e vengono subito
spezzati.
Video su Glacier e il suo debutto senza ancora una data.
Jim Duggan vs. VK
Wallstreet
Come prevedibile, una sfida orrenda, al fondo della qualità,
vinta da Wallstreet che riversa le tattiche del suo avversario dopo 3 minuti e
48 secondi. 4/10, assolutamente evitabile.
Intervista ai Nasty Boys, che sono delusi di non essere parte
della sfida valida per le cinture di coppia.
Konnan vs. Ultimate
Dragon (w/Sonny Onoo)
Come si fa a far passare Konnan per uno fra i wrestler più
rappresentativi della Lucha Libre? Okay, oggi è una leggenda e merita rispetto,
ma in questo match ha rallentato la sfida e fatto apparire l’avversario
‘debole’, e stiamo parlando di una stella giapponese. Konnan schiena Dragon in
soli 2 minuti e 57 secondi. 5-/10, un vero peccato, poteva essere un match
migliore, e non di poco. Il minutaggio è ridicolo.
Scott Norton attacca Ice-Train nel backstage, continuando ad
infierire su di lui. Sinceramente pensavo che la rivalità fosse terminata.
Dovrebbe esserci un match fra Randy Savage e Meng, ma Macho
Man è ancora infortunato per l’assalto subito da Hollywood Hogan a Nitro,
quindi non si presenta.
Il Dungeon of Doom è (quasi) al completo e il Taskmaster
Kevin Sullivan critica Hogan per il suo voltafaccia, mentre Jimmy Hart
considera il Dungeon of Doom il gruppo più potente della federazione, ancora
più di NWO e Four Horsemen. Poi il gruppo ironizza su Chris Benoit per
concludere.
Bull Nakano (w/Sonny Onoo)
vs. Madusa
Un’altra sfida troppo breve, ormai la divisione femminile,
sempre se si può definire tale, non ha più considerazione. Come già detto più
volte, le due lottatrici sono abili ma quando c’è un minutaggio del genere non
si può parlare di buon match. Madusa vince ancora una volta, schienando Nakano
dopo 2 minuti e 42 secondi. 4.5/10, mi sono già espresso, troppi match brevi in
questo show.
Ric Flair come al solito non è teso prima di una sfida
importante e se la ride in un promo, accompagnato dalle sue manager.
Diamond Dallas Page vs. Eddie Guerrero [Lord Of The Ring Match]
Un altro match di buon livello che soffre della breve durata.
DDP è troppo sicuro di se stesso e commette diversi errori, Guerrero se ne
approfitta e lo schiena dopo 4 minuti e 20 secondi. 7-/10, un match utile per
la carriera di Guerrero, mentre DDP perde quel ‘titolo’ vinto che dunque non lo
ha portato da nessuna parte.
DDP mostra rispetto a Guerrero e vuole la stretta di mano, ma
lo stordisce con la Diamond Cutter. Mentre infierisce, arriva anche Chavo
Guerrero, ma non riesce a rendersi utile a Eddie, che ne subisce un’altra.
“Hollywood” Hulk Hogan arriva da “Mean” Gene e non pare
apprezzare che abbia parlato male di lui, ricordando che Ric Flair è un 13
volte campione del mondo, ma è ancora lui il campione.
Chris Benoit (w/Miss Elizabeth & Woman) vs. The Giant (w/Jimmy Hart)
Forse è la sconfitta più umiliante della carriera di Benoit.
The Giant esegue una Chokeslam e lo schiena in 23 secondi. Squash.
WCW World Tag Team Titles: Harlem Heat (Booker T & Stevie Ray)
(w/Sister Sherri) (c) vs. Lex Luger & Sting vs. The Steiner Brothers (Rick
Steiner & Scott Steiner) [Triangle Match]
Il match è buono, ma tanto per cambiare un finale sporco
rovina tutto. Gli Outsiders intervengono all’esterno per attaccare Sting e Lex
Luger, mentre Scott Steiner sta per ottenere lo schienamento vincente… ma
niente da fare, l’arbitro Nick Patrick chiama la squalifica dopo 13 minuti e 22
secondi, quindi gli Harlem Heat rimangono campioni. 6.5/10, se il match procede
bene, la conclusione distrugge quanto di positivo era stato fatto, ci poteva
stare a Nitro ma in questo caso toglie valore all’evento.
L’arbitro Nick Patrick spiega a “Mean” Gene la sua decisione
e la difende, visto che gli Outsiders erano intervenuti nel match.
WCW World Heavyweight Title: Hollywood Hogan (c) vs. Ric Flair (w/Miss
Elizabeth & Woman)
Ric Flair ha il supporto del pubblico e si scatena contro il
vecchio rivale. Hogan si rialza e va per la combinazione Big Boot – Legdrop of
Doom, ma manca quest’ultimo. Flair gli applica la Figure 4 Leg Lock ma Hogan
riesce a mettere KO l’arbitro, così Kevin Nash e Scott Hall intervengono per un
pestaggio, però arrivano anche Sting, Luger, McMichael e Arn Anderson.
L’arbitro chiama la squalifica a favore di Flair dopo 8 minuti e 23 secondi,
lasciando perciò Hogan campione. 6-/10, un altro finale orrendo in successione
agli altri, dopo un match mediocre sulla qualità ma con un grande
coinvolgimento del pubblico.
Voto finale: 5/10, Hollywood Hogan è
perfetto nel ruolo del campione che tutti vogliono veder perdere ma che in un
modo o nell’altro è in grado di salvarsi in situazioni impossibili, un classico
esempio di lottatore su cui viene costruito l’intero main event. Perciò le
reazioni possono essere differenti fra i fan, ma di sicuro funzionava bene il
concetto e nel ’96 serviva un lottatore rappresentativo. Avrei preferito Sting,
ma Hogan qui dimostra di svolgere benissimo questo compito. Clash of the
Champions ormai ha perso sempre più importanza, è come una puntata bonus di
Nitro e gran parte delle attese non viene soddisfatta, visto che tutto quello
che c’era di importante ha delle orribili conclusioni, mentre a risplendere è
la fascia bassa della card, un fantastico Dean Malenko contro Rey Mysterio e un
buon Guerrero contro DDP, anche se di durata breve. Il triangolare di coppia mi
ha deluso per una conclusione inaccettabile, mentre Hogan contro Flair si è
trasformato in qualcosa di caotico, e lì era prevedibile. Un evento nettamente
al di sotto del suo grande potenziale.
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