mercoledì 3 gennaio 2018

Recensione In Your House 13 Final Four (16 febbraio 1997)

Recensione In Your House 13: Final Four
16 febbraio 1997 da Chattanooga (Tennessee)
Durata show: 1:43:46

Soltanto tre giorni prima dell’evento, Shawn Michaels ha reso vacante il titolo mondiale WWF e quindi l’evento lo deve riassegnare nel main event.

Leif Cassidy vs. Marc Mero (w/Sable)
Voto: 7/10. Una sfida d’apertura ben lottata, sicuramente il match meno atteso dal pubblico, ma che rimane facile da apprezzare. Marc Mero vince per schienamento in 9 minuti e 30 secondi dopo uno dei suoi soliti ottimi match.

Filmato di riepilogo sul forfeit di Shawn Michaels, tutto già visto nella puntata precedente di Raw.

Sycho Sid attende di sapere chi sarà il campione da affrontare la sera seguente a Raw.

Bart Gunn, Flash Funk & Goldust (w/Marlena) vs. The Nation Of Domination (Crush, Faarooq & Savio Vega) (w/Clarence Mason, D-Lo Brown, JC Ice & Wolfie D)
Voto: 6/10. La Nation of Domination appare la forza dominante sul ring, ha un team decisamente più compatto che sa come comportarsi per arrivare alla vittoria per schienamento in 6 minuti e 30 secondi. Passa in secondo piano ma porta avanti lo sviluppo di una fazione importante nel ’97.

Intervista a Stone Cold Steve Austin, che come vincitore della Royal Rumble sente che sarebbe dovuto andare direttamente nel main event di Wrestlemania, invece dovrà affrontare tre lottatori per prendersi il titolo mondiale.

WWF Intercontinental Title: Rocky Maivia (c) vs. Hunter Hearst Helmsley
Voto: 6.5/10. A livello tecnico è un buon match, ma Rocky deve ancora migliorare molto la gestione della sfida, tant’è che viene addormentata un po’ troppe volte. Nel finale interviene Goldust a distrarre HHH così Rocky lo schiena dopo 12 minuti e 30 secondi, rimanendo campione.

Al termine della sfida, fa il suo debutto Chyna (ancora senza nome), che aggredisce Marlena dagli spalti dell’arena.

Intervista a Vader, anche lui come i sfidanti pronto a combattere, con Paul Bearer a parlare con la sua voce acuta.

WWF World Tag Team Titles: Owen Hart & The British Bulldog (w/Clarence Mason) (c) vs. Doug Furnas & Philip LaFon
Voto: 6.5/10. Sfida divertente per i problemi interni dei campioni di coppia, che si ostacolano per tutto il tempo e addirittura si attaccano fra loro. Owen Hart si fa squalificare dopo 10 minuti e 30 secondi, mantenendo così le cinture con un compagno con cui ormai ha troppi contrasti.

Undertaker è sintetico e avverte i suoi avversari che riposeranno in pace.

Bret Hart si sente sicuro di vincere il match a quattro lottatori e diventare campione.

WWF World Heavyweight Title: Bret Hart vs. Steve Austin vs. The Undertaker vs. Vader (w/Paul Bearer) [Final Four Battle Royal]
Voto: 9/10. Con la cintura WWF vacante, la sfida assume maggiore valore storico. Vader si ferisce all’occhio ma continua a combattere. Quello che preferisco della sfida è che non ci sono eliminazioni nei primi minuti della sfida, ma la prima arriva dopo 18 minuti quando Bret Hart elimina Steve Austin. Stone Cold però torna a infierire su Bret Hart, ma Undertaker elimina Vader dopo 23 minuti. Austin continua a stare a bordo ring per distrarre i lottatori e Hart se ne approfitta per eliminare Undertaker in 24 minuti e 5 secondi, riconquistando la cintura mondiale dopo una grande sfida.

Bret Hart festeggia la vittoria ma arriva Sycho Sid sul ring per un faccia a faccia negli ultimi secondi dell’evento.


Voto finale: 7.5/10, un evento con una sola sfida di alto livello, un match intenso e spettacolare di quasi 25 minuti che decide il nuovo campione mondiale della federazione. Le rivalità si intrecciano e risulta un match appassionante, che ha un risultato importante. Il resto dell’evento è sopra la sufficienza, nulla di imperdibile ma nessuna delusione. In particolare, c’è da dire che Rocky Maivia contro HHH è una sfida che ha del valore storico essendo uno dei loro primi confronti, almeno un anno prima del loro successo come lottatori. Questo In Your House mi è piaciuto particolarmente perché inverte la rotta per Wrestlemania XIII e comincia a dare nuove direttive, come il coinvolgimento di Steve Austin. Un evento di passaggio che costruisce più di quanto ci si aspettasse.

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