mercoledì 14 marzo 2018

Recensione Raw episodio 204 (07 aprile 1997)


Recensione Raw 204
07 aprile 1997 da Muncie (Indiana)
Durata show: 1:32:22
Rating: 2.2 (vs Nitro #82: 3.7)

Il ring cambia aspetto con le corde tutte rosse. Owen Hart avverte Shawn Michaels delle conseguenze per essersi messo contro l’Hart Foundation prima della sfida iniziale.

WWF World Tag Team Titles: Owen Hart & The British Bulldog (c) vs. The Godwinns (Henry O. Godwinn & Phineas I. Godwinn)
Voto: 5-/10. I Godwinn ormai sono poco ispirati, non riesco ad appassionarmi ai loro match. Owen Hart e British Bulldog arrivano alla vittoria per schienamento dopo 7 minuti e 12 secondi di una sfida veramente insipida.

I Legion of Doom bloccano la rampa e i Godwinn cercano di colpire i campioni di coppia con il loro “slop drop” dal secchio… ma Owen e Bulldog si abbassano e così sono i LoD ad essere colpiti. Finisce ovviamente in rissa. Continuano ad esserci altre interviste a Owen Hart e British Bulldog nel corso dello show, ma non sto ad elencarle tutte, cercano di essere protagonisti dell’episodio.

Billy Gunn (w/The Honky Tonk Man) vs. Steve Austin
Voto: 5.5/10. Billy Gunn (o Rockabilly come verrà chiamato a breve) è un aspirante allievo di Honky Tonk Man, quindi c’è da immaginare un bello slancio per lui nella carriera… e invece no! Stone Cold ha il controllo del match ed è lui a vincere per schienamento in 6 minuti e 11 secondi. Apprezzo il gioco scorretto di Steve Austin pur di seguire “le sue” regole che rende gli ultimi due minuti della sfida godibili.

Honky Tonk Man insiste per avere Billy Gunn come suo allievo, nonostante la sconfitta subita e anzi la vede come un trampolino di lancio. Lui deve solo ringraziarlo… ma lo getta a terra, stessa scelta fatta da Jesse James.

Debutta il comandante del gruppo conosciuto come Truth Commission, che è sudafricano e promuove l’episodio in quella nazione della prossima puntata. Dopo aver criticato gli americani, parla dell’eroe Bret Hart. La scena passa su di lui (per fortuna, anche perché quel comandante era pessimo al microfono) e il lottatore, che è già a Cape Town con una settimana d’anticipo, continua a prendere di mira Shawn Michaels e Sycho Sid.

Shawn Michaels sul ring rivela che Bret Hart è fissato con il guadagno economico e ha spinto perfino sull’altra federazione rivale (sappiamo tutti quale) per avere più soldi nel contratto. Dopo aver usato termini molto duri sul suo rivale, dice che la sua ossessione per il titolo mondiale finirà per eliminarlo (e infatti succederà proprio questo fra qualche mese). Compaiono di nuovo British Bulldog e Owen Hart ad assalire HBK. Questo significa andare pesante e smontare la reputazione di un lottatore!

Barry Horowitz & Freddie Joe Floyd vs. The Head Bangers (Mosh & Thrasher)
Squash. Primo match della seconda ora, aperta in grande stile con la sigla e i pyro. Il match è a senso unico ma dura un po’ troppo, ormai Horowitz è tornato a essere un lottatore che subisce solo sconfitte dopo quel periodo in cui venne lanciato senza successo. Gli Head Bangers vincono in 4 minuti e 34 secondi.

Ken Shamrock vs. Vernon White [No Holds Barred Exhibition]
Squash. Finalmente Shamrock entra in azione senza troppa promozione o desiderio di creare un debutto importante per lui sul ring. Vince e domina contro l’avversario, facendolo cedere in 2 minuti e 5 secondi. Shamrock è il portatore dell’abbinamento Wrestling-MMA del periodo seguente.

Jim Ross definisce lo stile di lotta di Ken Shamrock “No Holds Barred” e lui conferma, poi viene interrotto dall’ingresso di Vader, un altro lottatore noto per il suo stile duro e crudo. Arriva uno sguardo di tensione fra i due lottatori.

Frank Stileto vs. Vader (w/Paul Bearer)
Squash. Vader distrugge l’avversario in 2 minuti e 25 secondi, è tutto quello che c’è da sapere.

Sycho Sid non è presente allo show (sta cominciando a saltare eventi e tornerà appena prima di andarsene definitivamente) e Gorilla Monsoon decide che l’avversario a sostituire Sid contro Mankind sarà Steve Austin. Stone Cold interviene e non apprezza che gli venga detto cosa deve fare ma salirà sul ring comunque se gli permetterà di affrontare Bret Hart. Lui accetta proprio per la mancanza di Sid.

Promo sul ring di Mankind, che deve rispondere alla ragione per cui ha dato fuoco al volto di Undertaker. Il lottatore dà vita a uno fra i suoi migliori discorsi (è una lunga lista considerato che è fenomenale). Lui spiega che ha dovuto sopportare l’odore della sua stessa carne bruciata, la sua vita è reale ed ha subito ripercussioni per la persona che è. Non ha scuse per quello che ha fatto perché è Mankind, poi avverte che quello che farà il 20 aprile a Undertaker sarà peggiore di quanto gli ha fatto finora. Suonano le campane e Undertaker minaccia lo sfidante, dandogli la sentenza alla dannazione eterna. Segmento capolavoro che riesce benissimo nella costruzione della rivalità.

Mankind (w/Paul Bearer) vs. Steve Austin
Voto: 7+/10. Sfida basata sulla rissa, siamo quasi in era Attitude e stasera il match mostra già segni di una nuova era che si avvicina sempre di più. Ci sono molti minuti all’esterno del ring. La sfida degenera in No Contest dopo 11 minuti e 13 secondi quando Vader colpisce Mankind mentre cercava di attaccare Stone Cold.

Mankind e Vader finiscono per attaccarsi fra loro, sembra la fine della loro alleanza come team, ma sembrano riconciliarsi a fine puntata.

Voto finale: 7.5/10, non è una settimana significativa per i match sul ring, ma c’è un segmento imperdibile e di altissimo livello con il promo di Mankind e la reazione di Undertaker. Si usano termini sempre più duri e vicini agli standard di uno show per adulti, che sono presenti anche nell’intervista a Shawn Michaels, che inizia a parlare di concetti che non riguardano più l’etica sportiva, con l’accusa a Bret Hart di volersi solo fare tanti soldi e di non essere mai stato un eroe. Pure il debutto a Raw di Ken Shamrock come lottatore procede bene con una vittoria facile e un primo sguardo di sfida fra lui e Vader. Fuori dai segmenti lo show è di qualità inferiore, a parte il main event il resto è di basso livello con diverse sfide a senso unico, ma nulla di irritante o che possa dare fastidio.

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