Recensione Royal Rumble
1997
19 gennaio 1997 da San
Antonio (Texas)
Durata show: 2:51:55
Questa è un’edizione dove il Royal Rumble match passa in
secondo piano rispetto alla rivalità principale che riguarda Shawn Michaels e
Sycho Sid (ma anche Bret Hart), che si prende lo spazio del main event. Il team
di commento è formato da Vince McMahon, Jerry Lawler e Jim Ross.
WWF Intercontinental Title: Hunter Hearst Helmsley (w/Curtis Hughes) (c)
vs. Goldust (w/Marlena)
Voto: 5/10. HHH ha una guardia del corpo (Mr. Hughes). La
sfida comincia prima ancora di salire sul ring essendoci una rivalità accesa
dove Hunter ha cercato di ottenere senza successo Marlena come sua valletta. La
sfida è lenta e spesso noiosa, solo negli ultimi minuti diventa interessante.
HHH bacia Marlena per distrarre l’avversario, che però quasi arriva alla
vittoria, ma Hughes riesce a interrompere lo schienamento. Hunter poi schiena
Goldust dopo 16 minuti e 50 secondi, rimanendo campione.
Intervista a Bret Hart, che con la sua solita modestia è
sicuro che lui sia il bersaglio principale e che tutti i suoi avversari
punteranno a buttarlo fuori ma lui uscirà vincitore perché è il migliore.
Ahmed Johnson vs. Faarooq (w/Clarence Mason, Crush, D-Lo Brown, JC Ice
& Wolfie D)
Voto: 5/10. Questa è una rivalità infinita, partita nel ’96,
non bloccata nemmeno dall’infortunio di Ahmed Johnson, che continuerà per gran
parte del ’97. Faarooq ha tutta la Nation of Domination dalla sua parte. Gran
parte del match è fatto da una rissa, ma nulla di davvero interessante, anche
se è strano non vedere squalifiche con l’uso di armi ed oggetti. Johnson è sul
punto di vendicarsi ma viene attaccato dai membri della Nation, vincendo per
squalifica in 8 minuti e 48 secondi. Non decisivo, si riprenderà da qui.
Johnson si prende una rivincita su qualche membro minore
della Nation.
Anche Terry Funk sarà presente al Royal Rumble match… una
leggenda che torna per una sfida così importante.
Faarooq non è contento di come sono andate le cose con Ahmed
Johnson e dice che non è ancora finita fra loro.
The Undertaker vs. Vader
Voto: 6/10. Per me Vader è stato usato malissimo nella
parte finale del ’96, poteva benissimo prendere il posto di Sid come dominatore
della federazione ma è stato rilegato nel nulla più totale. Qui invece c’è la
sua rinascita, basta vederlo in azione per sapere quanto è credibile.
Undertaker deve far fronte all’intervento di Paul Bearer che cerca di
distrarlo, poi Vader arriva a schienare l’avversario dopo la Vader Bomb in 13
minuti e 19 secondi.
L’arbitro finisce vittima di Undertaker, che non apprezza il
risultato del ring e distrugge tutto quello che gli passa davanti.
Stone Cold Steve Austin cammina nel backstage mentre si
prepara al Royal Rumble match, stessa cosa per British Bulldog che è nel
parcheggio.
Canek, Hector Garza & Perro Aguayo vs. Fuerza Guerrera, Heavy Metal
& Jerry Estrada
Voto: 4.5/10. Il senso di questo match? Semplice riempitivo.
A me un po’ di Lucha Libre non dà mai fastidio, sia chiaro, ma il pubblico non
è preparato. Non siamo in WCW, non si può pretendere che a San Antonio ci sia
questo interesse per lo stile. Non c’è nulla di male nella sfida, ma non riesco
nemmeno io a trovarlo piacevole. Il team di Hector Garza vince per schienamento
in 10 minuti e 56 secondi. Davvero inutile parlarne ulteriormente.
Ahmed Johnson vs. Bart
Gunn vs. Bret Hart vs. Cibernetico vs. Crush vs. (Fake) Diesel vs. Faarooq vs.
Flash Funk vs. Goldust vs. Henry O. Godwinn vs. Hunter Hearst Helmsley vs. Jake
Roberts vs. Jerry Lawler vs. Jesse Jammes vs. Latin Lover vs. Mankind vs. Marc
Mero vs. Mil Mascaras vs. Owen Hart vs. Phineas I. Godwinn vs. Pierroth vs. (Fake) Razor Ramon vs. Rocky Maivia
vs. Savio Vega vs. Steve Austin vs. Terry Funk vs. The British Bulldog vs. The
Sultan vs. The Undertaker vs. Vader [Royal Rumble Match]
Durata Rumble: 50 minuti e 29 secondi.
Primo e secondo ingresso: Crush / Ahmed Johnson
Numero 30: Undertaker
Ritorni a sorpresa: Terry Funk
Wrestler
principali: Steve Austin (5), British Bulldog (8), Owen Hart (13), Bret Hart
(21), Mankind (26), Vader (28), Undertaker (30)
Fase iniziale: insufficiente, si comincia con Crush e
Johnson, quindi la sua rivalità con Nation of Domination già vista in
precedenza. Ahmed Johnson si auto-elimina per inseguire Faarooq, poi è Stone
Cold Steve Austin a dominare e rimanere da solo per diverso tempo. British
Bulldog è l’unico a tenergli testa, poi arrivano i lottatori messicani e ci si
perde un po’ troppo.
Fase centrale: accettabile, arriva HHH con il numero 12 ma
sul ring si mantiene la calma, poi entra Owen Hart, che mentre cerca di buttare
fuori Stone Cold invece elimina il compagno di squadra British Bulldog. I
messicani della AAA finiscono per eliminarsi a vicenda, ponendo fine così a una
fase del match poco utile. Goldust elimina HHH, mentre Owen Hart butta fuori
anche lui. Dopo varie eliminazioni Steve Austin rimane da solo, Savio Vega lo
raggiunge ma viene buttato fuori anche lui. La sfida si riaccende solo quando è
Bret Hart ad entrare con il numero 21, scatenando così l’azione migliore
finora. Arriva la Sharpshooter su Stone Cold e l’unica ragione che spinge Hart
ad abbandonarla è la presenza di Jerry Lawler, buttato subito fuori.
Fase finale: insufficiente, Mankind entra con il 26, Vader
con il 28, poi è Undertaker a chiudere gli ingressi con il 30. I nomi sono
buoni ma manca quel ritmo necessario che rende intensa la competizione. Mankind
butta fuori Terry Funk, dando così inizio a una rivalità che diventerà classica,
però Undertaker elimina anche lui e poco dopo Bret Hart butta fuori Stone Cold,
ma nessun arbitro se ne accorge. Steve Austin torna sul ring e butta fuori
insieme Undertaker e Vader, rimanendo con Bret Hart che intanto elimina il
falso Diesel. Stone Cold si approfitta della situazione e getta fuori Hart,
arrivando alla vittoria. Troppa velocità nel finale e cambio di ritmo
eccessivo.
Voto Rumble: 5/10, l’azione non è il punto di forza di una
Rumble eccessivamente lenta e poco focalizzata. Il protagonista principale è
Steve Austin, che comincia presto e ha delle fasi in cui è da solo sul ring.
Arrivano tanti nomi importanti ma non c’è mai quella sensazione che stia per
succedere qualcosa di grosso. Tutta la tensione si concretizza negli ultimi due
minuti, quando arrivano tutte le eliminazioni, fino a quella decisiva. Il
finale mantiene una controversia per spingere Stone Cold a una vittoria sporca,
mentre Bret Hart sente di essere il vero vincitore della sfida. Il finale va
bene, il resto della Rumble è sottotono.
Bret Hart è furioso e se la prende con Vince McMahon,
dicendogli che avrebbe dovuto fare qualcosa quando Steve Austin era uscito dal
ring.
WWF World Heavyweight Title: Sycho Sid (c) vs. Shawn Michaels (w/Jose
Lothario)
Voto: 6.5/10. La ragione per cui questo è il main event
dell’evento è da ricondursi alla zona dello show: San Antonio, a casa di Shawn
Michaels e Jose Lothario, quindi con un pubblico che vuole il cambio di titolo
e tifa per HBK. Sid è piaciuto alla gente molto più del previsto ed è stato
difficile per la federazione farlo passare per un lottatore da tifare contro,
ma almeno qui si realizza lo scenario ideale. Non è uno fra i match migliori di
Shawn Michaels mentre Sid fa un buon lavoro ma è comunque una sfida nella
media. I Lothario padre e figlio bloccano il campione all’esterno del ring,
però lui arriva comunque a connettere la Chokeslam quando l’arbitro è a terra,
poi arriva la Sweet Chin Music e lo Showstopper vince per schienamento in 13
minuti e 49 secondi e si riprende la cintura mondiale per la seconda volta in
carriera.
Shawn Michaels festeggia il successo in chiusura di show.
Voto finale: 5/10, siamo nel pieno di un
periodo di grandi cambiamenti, è facile vedere questo evento come un misto di
elementi. Il carisma dei lottatori arriva a trascendere quello dei loro
personaggi, Steve Austin non ha successo per il vestito che indossa ma per
l’incredibile aggressività al microfono. Bret Hart passa dall’essere
semplicemente il “migliore a livello tecnico” al sentirsi coinvolto
personalmente. Undertaker non è più il semplice becchino oscuro, è un uomo che
ragiona con la sua testa e si lascia trasportare dal fastidio dato da una
sconfitta. Sycho Sid non è buono o cattivo, è un distruttore, Shawn Michaels
invece è quel lottatore che non può saperne di rimanere fuori dalla zona
titolata, che sente sua. Tutto cambia lentamente mentre rimane ancora quel
sapore del passato a permeare le cose. La collaborazione con la AAA (principale
federazione messicana) non porta a nulla di veramente efficace, appare buttata
nel vuoto senza una storia dietro di supporto. Alcuni match non hanno grande
impatto ma si intravede parte di quello stile che diventerà dominante. Dai voti
si potrebbe pensare a uno show molto più deludente, invece tutto risulta
accettabile anche se nel complesso Royal Rumble ’97 rimane insufficiente. È una
scommessa sul futuro, che verrà ripagata solo dopo diversi mesi. Sentirete
presto nelle recensioni di Raw cosa ne sarà del regno di Shawn Michaels e
quanto inconcludente si rivelerà questo passaggio di titolo che lo riporta ad
essere il volto principale della federazione dopo un regno non particolarmente
lungo di Sid. Steve Austin corona il suo secondo grande successo dopo il King
of the Ring di qualche mese prima ma non è ancora giunto il momento del suo lancio
definitivo nel main event proprio perché non è ancora arrivato il passaggio che
può renderlo il nuovo volto della federazione. Passato e futuro presenti in uno
show, a livello storico segna una tappa intermedia ma importante.
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