lunedì 4 dicembre 2017

Recensione Royal Rumble 1997 (19 gennaio 1997)

Recensione Royal Rumble 1997
19 gennaio 1997 da San Antonio (Texas)
Durata show: 2:51:55

Questa è un’edizione dove il Royal Rumble match passa in secondo piano rispetto alla rivalità principale che riguarda Shawn Michaels e Sycho Sid (ma anche Bret Hart), che si prende lo spazio del main event. Il team di commento è formato da Vince McMahon, Jerry Lawler e Jim Ross.

WWF Intercontinental Title: Hunter Hearst Helmsley (w/Curtis Hughes) (c) vs. Goldust (w/Marlena)
Voto: 5/10. HHH ha una guardia del corpo (Mr. Hughes). La sfida comincia prima ancora di salire sul ring essendoci una rivalità accesa dove Hunter ha cercato di ottenere senza successo Marlena come sua valletta. La sfida è lenta e spesso noiosa, solo negli ultimi minuti diventa interessante. HHH bacia Marlena per distrarre l’avversario, che però quasi arriva alla vittoria, ma Hughes riesce a interrompere lo schienamento. Hunter poi schiena Goldust dopo 16 minuti e 50 secondi, rimanendo campione.

Intervista a Bret Hart, che con la sua solita modestia è sicuro che lui sia il bersaglio principale e che tutti i suoi avversari punteranno a buttarlo fuori ma lui uscirà vincitore perché è il migliore.

Ahmed Johnson vs. Faarooq (w/Clarence Mason, Crush, D-Lo Brown, JC Ice & Wolfie D)
Voto: 5/10. Questa è una rivalità infinita, partita nel ’96, non bloccata nemmeno dall’infortunio di Ahmed Johnson, che continuerà per gran parte del ’97. Faarooq ha tutta la Nation of Domination dalla sua parte. Gran parte del match è fatto da una rissa, ma nulla di davvero interessante, anche se è strano non vedere squalifiche con l’uso di armi ed oggetti. Johnson è sul punto di vendicarsi ma viene attaccato dai membri della Nation, vincendo per squalifica in 8 minuti e 48 secondi. Non decisivo, si riprenderà da qui.

Johnson si prende una rivincita su qualche membro minore della Nation.

Anche Terry Funk sarà presente al Royal Rumble match… una leggenda che torna per una sfida così importante.

Faarooq non è contento di come sono andate le cose con Ahmed Johnson e dice che non è ancora finita fra loro.

The Undertaker vs. Vader
Voto: 6/10. Per me Vader è stato usato malissimo nella parte finale del ’96, poteva benissimo prendere il posto di Sid come dominatore della federazione ma è stato rilegato nel nulla più totale. Qui invece c’è la sua rinascita, basta vederlo in azione per sapere quanto è credibile. Undertaker deve far fronte all’intervento di Paul Bearer che cerca di distrarlo, poi Vader arriva a schienare l’avversario dopo la Vader Bomb in 13 minuti e 19 secondi.

L’arbitro finisce vittima di Undertaker, che non apprezza il risultato del ring e distrugge tutto quello che gli passa davanti.

Stone Cold Steve Austin cammina nel backstage mentre si prepara al Royal Rumble match, stessa cosa per British Bulldog che è nel parcheggio.

Canek, Hector Garza & Perro Aguayo vs. Fuerza Guerrera, Heavy Metal & Jerry Estrada
Voto: 4.5/10. Il senso di questo match? Semplice riempitivo. A me un po’ di Lucha Libre non dà mai fastidio, sia chiaro, ma il pubblico non è preparato. Non siamo in WCW, non si può pretendere che a San Antonio ci sia questo interesse per lo stile. Non c’è nulla di male nella sfida, ma non riesco nemmeno io a trovarlo piacevole. Il team di Hector Garza vince per schienamento in 10 minuti e 56 secondi. Davvero inutile parlarne ulteriormente.

Ahmed Johnson vs. Bart Gunn vs. Bret Hart vs. Cibernetico vs. Crush vs. (Fake) Diesel vs. Faarooq vs. Flash Funk vs. Goldust vs. Henry O. Godwinn vs. Hunter Hearst Helmsley vs. Jake Roberts vs. Jerry Lawler vs. Jesse Jammes vs. Latin Lover vs. Mankind vs. Marc Mero vs. Mil Mascaras vs. Owen Hart vs. Phineas I. Godwinn vs. Pierroth vs. (Fake) Razor Ramon vs. Rocky Maivia vs. Savio Vega vs. Steve Austin vs. Terry Funk vs. The British Bulldog vs. The Sultan vs. The Undertaker vs. Vader [Royal Rumble Match]
Durata Rumble: 50 minuti e 29 secondi.
Primo e secondo ingresso: Crush / Ahmed Johnson
Numero 30: Undertaker
Ritorni a sorpresa: Terry Funk
Wrestler principali: Steve Austin (5), British Bulldog (8), Owen Hart (13), Bret Hart (21), Mankind (26), Vader (28), Undertaker (30)

Fase iniziale: insufficiente, si comincia con Crush e Johnson, quindi la sua rivalità con Nation of Domination già vista in precedenza. Ahmed Johnson si auto-elimina per inseguire Faarooq, poi è Stone Cold Steve Austin a dominare e rimanere da solo per diverso tempo. British Bulldog è l’unico a tenergli testa, poi arrivano i lottatori messicani e ci si perde un po’ troppo.
Fase centrale: accettabile, arriva HHH con il numero 12 ma sul ring si mantiene la calma, poi entra Owen Hart, che mentre cerca di buttare fuori Stone Cold invece elimina il compagno di squadra British Bulldog. I messicani della AAA finiscono per eliminarsi a vicenda, ponendo fine così a una fase del match poco utile. Goldust elimina HHH, mentre Owen Hart butta fuori anche lui. Dopo varie eliminazioni Steve Austin rimane da solo, Savio Vega lo raggiunge ma viene buttato fuori anche lui. La sfida si riaccende solo quando è Bret Hart ad entrare con il numero 21, scatenando così l’azione migliore finora. Arriva la Sharpshooter su Stone Cold e l’unica ragione che spinge Hart ad abbandonarla è la presenza di Jerry Lawler, buttato subito fuori.
Fase finale: insufficiente, Mankind entra con il 26, Vader con il 28, poi è Undertaker a chiudere gli ingressi con il 30. I nomi sono buoni ma manca quel ritmo necessario che rende intensa la competizione. Mankind butta fuori Terry Funk, dando così inizio a una rivalità che diventerà classica, però Undertaker elimina anche lui e poco dopo Bret Hart butta fuori Stone Cold, ma nessun arbitro se ne accorge. Steve Austin torna sul ring e butta fuori insieme Undertaker e Vader, rimanendo con Bret Hart che intanto elimina il falso Diesel. Stone Cold si approfitta della situazione e getta fuori Hart, arrivando alla vittoria. Troppa velocità nel finale e cambio di ritmo eccessivo.

Voto Rumble: 5/10, l’azione non è il punto di forza di una Rumble eccessivamente lenta e poco focalizzata. Il protagonista principale è Steve Austin, che comincia presto e ha delle fasi in cui è da solo sul ring. Arrivano tanti nomi importanti ma non c’è mai quella sensazione che stia per succedere qualcosa di grosso. Tutta la tensione si concretizza negli ultimi due minuti, quando arrivano tutte le eliminazioni, fino a quella decisiva. Il finale mantiene una controversia per spingere Stone Cold a una vittoria sporca, mentre Bret Hart sente di essere il vero vincitore della sfida. Il finale va bene, il resto della Rumble è sottotono.

Bret Hart è furioso e se la prende con Vince McMahon, dicendogli che avrebbe dovuto fare qualcosa quando Steve Austin era uscito dal ring.

WWF World Heavyweight Title: Sycho Sid (c) vs. Shawn Michaels (w/Jose Lothario)
Voto: 6.5/10. La ragione per cui questo è il main event dell’evento è da ricondursi alla zona dello show: San Antonio, a casa di Shawn Michaels e Jose Lothario, quindi con un pubblico che vuole il cambio di titolo e tifa per HBK. Sid è piaciuto alla gente molto più del previsto ed è stato difficile per la federazione farlo passare per un lottatore da tifare contro, ma almeno qui si realizza lo scenario ideale. Non è uno fra i match migliori di Shawn Michaels mentre Sid fa un buon lavoro ma è comunque una sfida nella media. I Lothario padre e figlio bloccano il campione all’esterno del ring, però lui arriva comunque a connettere la Chokeslam quando l’arbitro è a terra, poi arriva la Sweet Chin Music e lo Showstopper vince per schienamento in 13 minuti e 49 secondi e si riprende la cintura mondiale per la seconda volta in carriera.

Shawn Michaels festeggia il successo in chiusura di show.


Voto finale: 5/10, siamo nel pieno di un periodo di grandi cambiamenti, è facile vedere questo evento come un misto di elementi. Il carisma dei lottatori arriva a trascendere quello dei loro personaggi, Steve Austin non ha successo per il vestito che indossa ma per l’incredibile aggressività al microfono. Bret Hart passa dall’essere semplicemente il “migliore a livello tecnico” al sentirsi coinvolto personalmente. Undertaker non è più il semplice becchino oscuro, è un uomo che ragiona con la sua testa e si lascia trasportare dal fastidio dato da una sconfitta. Sycho Sid non è buono o cattivo, è un distruttore, Shawn Michaels invece è quel lottatore che non può saperne di rimanere fuori dalla zona titolata, che sente sua. Tutto cambia lentamente mentre rimane ancora quel sapore del passato a permeare le cose. La collaborazione con la AAA (principale federazione messicana) non porta a nulla di veramente efficace, appare buttata nel vuoto senza una storia dietro di supporto. Alcuni match non hanno grande impatto ma si intravede parte di quello stile che diventerà dominante. Dai voti si potrebbe pensare a uno show molto più deludente, invece tutto risulta accettabile anche se nel complesso Royal Rumble ’97 rimane insufficiente. È una scommessa sul futuro, che verrà ripagata solo dopo diversi mesi. Sentirete presto nelle recensioni di Raw cosa ne sarà del regno di Shawn Michaels e quanto inconcludente si rivelerà questo passaggio di titolo che lo riporta ad essere il volto principale della federazione dopo un regno non particolarmente lungo di Sid. Steve Austin corona il suo secondo grande successo dopo il King of the Ring di qualche mese prima ma non è ancora giunto il momento del suo lancio definitivo nel main event proprio perché non è ancora arrivato il passaggio che può renderlo il nuovo volto della federazione. Passato e futuro presenti in uno show, a livello storico segna una tappa intermedia ma importante.

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