giovedì 18 maggio 2017

Recensione King of the Ring 1996 (23 giugno 1996)

Recensione King of the Ring ‘96
23 giugno 1996 da Milwaukee (Winsconsin)
Durata show: 2:49:35

“Talk about your Psalms, talk about John 3:16… Austin 3:16 says I just whipped your A**!”

Un evento storico, non tanto al momento ma per le ripercussioni che ha avuto sulla carriera di uno dei lottatori coinvolti nel torneo. Ma procediamo passo dopo passo. Vince McMahon e Jim Ross sono i commentatori dell’evento e con loro si aggiunge anche Owen Hart. Nel pre-show i Body Donnas sconfiggono i New Rockers.

King Of The Ring 1996 Semi Final Match
Marc Mero (w/Sable) vs. Steve Austin
Un buon confronto fra lottatori abili sul ring, in particolare Mero sembra scatenato anche se apprezzo ancora di più la psicologia sul ring di Stone Cold. La sfida è intensa, non ci sono molti momenti di pausa, e si chiude con la combinazione finale Stun Gun – Stunner, con Steve Austin che vince per schienamento in 16 minuti e 49 secondi. 8/10, un round iniziale che mantiene le aspettative, nessuna grande sorpresa ma un confronto valido. Adatto al ruolo di semifinale del torneo.

King Of The Ring 1996 Semi Final Match
Jake Roberts vs. Vader (w/James E. Cornette)
Wrestling spazzatura, Vader è ottimo ma qui non ne esce bene, Roberts sta per vincere con una DDT ma durante la caduta Vader colpisce l’arbitro e viene squalificato dopo 3 minuti e 34 secondi. 4/10, pessima idea, pessimo modo per far squalificare un lottatore.

Vader si scatena attaccando Jake Roberts e rovinando così la finale del torneo perché il lottatore è in pessime condizioni dopo l’attacco.

Intervista agli Smoking Gunns, ora gestiti da Sunny, che è infastidita che i Godwinns stanno facendo di tutto per umiliarla.

WWF World Tag Team Title Match: The Smoking Gunns (Bart Gunn & Billy Gunn) (w/Sunny) (c) vs. The Godwinns (Henry O. Godwinn & Phineas I. Godwinn) (w/Hillbilly Jim)
Confrontare la categoria di coppia con quella WCW vede questa nettamente in svantaggio, non c’è alcun interesse in un confronto fra Smoking Gunns e Godwinns. Però la qualità sul ring non è pessima, ma il pubblico è solo interessato in Sunny. Dopo 10 minuti e 10 secondi che sembrano interminabili, gli Smoking Gunns ottengono uno schienamento che pone fine a una sfida mediocre. 5-/10, guardabile, ma nulla più di questo, la divisione di coppia è da ristrutturare da zero a questo punto.

Intervista a Jim Cornette e British Bulldog, entrambi sicuri che avere Mr. Perfect come arbitro speciale nel main event li porterà al trionfo su Shawn Michaels.

Jerry Lawler si siede sul trono del King of the Ring e afferra lo scettro, perché lui è già The King. Poi insulta il pubblico locale in modo divertente in attesa dell’arrivo del suo avversario.

Jerry Lawler vs. The Ultimate Warrior
Come sempre il pubblico impazzisce per Ultimate Warrior, al suo ultimo match in un pay per view della WWF. Lawler lo attacca con lo scettro prima che il match abbia inizio per avvantaggiarsi. Dopo aver attaccato soltanto lui, esegue il Piledriver, ma Warrior ne esce rinvigorendosi per poi scatenarsi e vincere per schienamento in 3 minuti e 50 secondi. 4/10, ma era prevedibile che sarebbe stato un match orrendo e breve.

Gorilla Monsoon, come presidente esecutivo della federazione, permette a Jake “The Snake” Roberts di partecipare alla finale del King of the Ring nonostante le pessime condizioni fisiche.

Mankind vs. The Undertaker (w/Paul Bearer)
La sfida è una rissa totale, con poche mosse di Wrestling e grande intensità, in particolare nelle fasi esterne al ring. Da questi due lottatori ci si può aspettare solo il meglio, e infatti non deludono. Nel finale è decisivo Paul Bearer, che toglie l’urna presa da Mankind e cerca di usarla contro di lui, ma colpisce per errore Undertaker e Mankind chiude per sottomissione dopo 18 minuti e 21 secondi. 7.5/10, una fra le rare sconfitte per sottomissione di Undertaker, e un match adatto per mostrare che Mankind è diverso dai tanti avversari mandati contro The Phenom e poi annientati uno dopo l’altro.

Breve intervista a Mr. Perfect, che come arbitro del main event farà il suo dovere, cioè aiutare British Bulldog a sconfiggere Shawn Michaels.

WWF Intercontinental Title Match: Goldust (w/Marlena) (c) vs. Ahmed Johnson
La storia di questa rivalità è ridicola, ma tutto attorno a Goldust assume dei toni grotteschi. Johnson è furioso perché l’avversario lo ha baciato per ‘rianimarlo’ quando lui aveva perso i sensi, e quindi fra i due c’è una rivalità intensa. Il match è lento e pieno di prese statiche, questi due lottatori non sembrano avere la giusta compatibilità sul ring. Goldust cerca di sfruttare un vantaggio psicologico, ma Johnson è forte fisicamente e vince per schienamento in 15 minuti e 34 secondi, diventando campione intercontinentale. 5+/10, poteva uscire meglio e per diversi minuti è noioso, il risultato finale comunque è valido.

Ahmed Johnson festeggia con i fan la vittoria della cintura intercontinentale.

“The Loose Cannon” Brian Pillman va giù duro con le parole insultando la folla e usando insulti rari all’epoca, dicendo poi che Pillman dice quello che vuole e provoca i lottatori della federazione. Tutto funzionerebbe bene se non avessero mostrato un filmato della firma del contratto la settimana prima, ma rimane uno fra i migliori al microfono.

King Of The Ring 1996 Final Match
Jake Roberts vs. Steve Austin
Una finale breve e non ispirata, con Jake Roberts in netta difficoltà a causa dei danni subiti da Vader. Austin ha una vittoria facile con la Stunner dopo 4 minuti e 28 secondi. Squash, perché potenzialmente questa è la peggiore finale del torneo di sempre, totalmente a favore di un solo lottatore.

Arriva la celebrazione di Steve Austin come nuovo King of the Ring ed è Dok Hendrix a intervistarlo. C’è il famoso promo del Stone Cold 3:16, veramente grandioso.

WWF World Heavyweight Title Match: Shawn Michaels (w/Jose Lothario) (c) vs. The British Bulldog (w/Diana Hart-Smith & James E. Cornette) [(Special Outside Referee: Mr. Perfect)]
Il main event è di ottimo livello, finalmente il giusto confronto fra Shawn Michaels e British Bulldog. C’è da dire che la fase veramente interessante è quella degli ultimi 10 minuti, mentre prima è particolarmente lenta e con pochi momenti memorabili. HBK stordisce Bulldog con la Sweet Chin Music e va a schienarlo, Mr. Perfect conta insieme all’arbitro principale ma viene tirato fuori da Owen Hart, mentre l’altro arbitro dà la vittoria a Michaels dopo 26 minuti e 25 secondi. 8.5/10, non è perfetto ma è sicuramente uno di quei match da vedere, dove conta molto la capacità di raccontare una storia sul ring e qui tutti fanno il loro dovere in modo fantastico.

British Bulldog e Owen Hart attaccano Shawn Michaels al termine del match, ma Ahmed Johnson arriva ad aiutarlo, fermando i loro attacchi. Vader distrugge Johnson, poi Ultimate Warrior giunge in aiuto di Johnson e Michaels, costringendo alla fuga il Camp Cornette in chiusura di evento.


Voto finale: 7/10, il torneo appare marginale rispetto alle edizioni precedenti del King of the Ring, si limita a due semifinali e finale, di cui un match impegnato (Steve Austin contro Marc Mero) e altri due brevi e poco interessanti con Jake Roberts, purtroppo in pessima forma fisica. Tuttavia la cerimonia di premiazione di Stone Cold regala sia la nascita del Stone Cold 3:16 che il “and that’s the bottom line…” Insomma, il personaggio nasce lì, e vista l’importanza che avrà nei prossimi cinque anni si può dire che sia un evento importante sul lato storico. La qualità dei match in generale è abbastanza bassa, con alcune eccezioni. La rivalità fra Undertaker e Mankind è molto valida, quella fra Goldust e Ahmed Johnson era migliore fuori dal ring, mentre Shawn Michaels e British Bulldog arrivano alla resa dei conti in un match di alto livello come c’era da aspettarsi da loro. Ma è anche l’evento di Lawler vs Warrior e di un match di coppia brutto. Insomma, non proprio un ottimo pay per view, con alcuni punti alti e altrettanti punti bassi. Di sicuro questo evento viene ricordato per l’epico promo di Steve Austin, o per il discorso aggressivo e poco ‘all ages’ di Brian Pillman, ma siamo ancora nel pieno dell’era titolata di Shawn Michaels, che rimane il lottatore di punta della federazione.

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