mercoledì 4 novembre 2020

Recensione WWE Judgment Day 2002 (19 maggio 2002)

 Recensione WWE Judgment Day 2002

19 maggio 2002 da Nashville (Tennessee)

Durata show: 2 ore e 41 minuti

 

Il primo periodo dopo il Draft del 2002 non è stato semplice per la WWE, che intanto ha cambiato nome, mentre prima era la World Wrestling Federation e da quel momento è la World Wrestling Entertainment, poi ci sono i due roster divisi anche se gli eventi in pay per view rimangono inter-roster. C’è tutta la crisi legata a un passaggio di poteri, con The Rock fuori dai giochi e Steve Austin vicino a lasciare la federazione, mentre è Hulk Hogan il campione Undisputed. Sono eventi come questo che segnano i momenti principali di un passaggio generazionale dall’era Attitude alla Ruthless Aggression ormai imminente.

 

WWE Intercontinental Title: Eddie Guerrero (c) vs. Rob Van Dam

Voto: 7/10. Il match parte benissimo ed è divertente come i precedenti, con RVD scatenato in attaccato. Nel finale Eddie Guerrero è scaltro e sfrutta i piedi sulle corde per ottenere lo schienamento vincente in 10 minuti e 58 secondi. C’è un calo di qualità dalla metà in poi dove il match pare perdere il suo ottimo ritmo, ma rimane una buona sfida.

 

WWE World Women's Title: Trish Stratus (w/Bubba Ray Dudley) (c) vs. Stacy Keibler (w/Deacon Batista & Reverend D-Von)

Senza voto. Si tratta di una storia più che di un match ed è una storia interessante per quanto appare chiaro che i Dudley non sembrano felici di stare da due parti opposte. D-Von è cambiato e ora fa il prete, ha il diacono Batista (sì, proprio lui) dalla sua parte e sembra quasi uno di quei lottatori pronti a sparire dopo qualche mese, in effetti è andata proprio così per un po’ di tempo! Trish vince senza troppe difficoltà in 3 minuti. Ma è più lungo il post-match dove Bubba Ray sta attento a non farsi ingannare da D-Von, annienta Batista un paio di volte ma non è abbastanza e loro due lo scaraventano sul tavolo, è D-Von ad andarsene soddisfatto. La parte interessante è che si tratta di una rivalità inter-roster, ma che non porterà da nessuna parte. Sono sicuro che sia Bubba che D-Von abbiano disprezzato l’idea di una rivalità fra loro dopo essere stati insieme uno dei team più di successo della storia.

 

Nel backstage, Ric Flair ora è grande amico di Vince McMahon. Cosa? Okay, ha tradito Steve Austin, ma da quando quei due sono così amici? Non c’è alcuna spiegazione logica!

 

Brock Lesnar & Paul Heyman vs. The Hardy Boyz (Jeff Hardy & Matt Hardy)

Voto: 6/10. I fratelli Hardy vogliono distruggere Paul Heyman ma si dimenticano che Brock Lesnar può far tutto tranquillamente da solo. Si nota la serietà di Jeff Hardy e l’arroganza di Matt, ormai vicini a prendere strade separate. Lesnar si distingue da tanti debuttanti per l’ottima performance e vince in modo convincente, lasciando a Paul Heyman schienare Jeff Hardy in 4 minuti. La sfida è divertente da seguire e dura poco, perciò va bene anche se dà il messaggio che uno fra i migliori tag team in circolazione non può avere la meglio su Lesnar.

 

Steve Austin vs. Ric Flair & The Big Show [Two On One Handicap Match]

Voto: 5/10. Questo è l’ultimo match ufficiale di Steve Austin in pay per view almeno fino al ritiro dell’anno seguente. Nel giro di poche settimane sarà poi Stone Cold a lasciare il ring senza permesso e prendersi una pausa di quasi un anno. Un 2002 di male in peggio per lui, sempre meno interessante. Il match è deludente, con il coinvolgimento di X-Pac a favore del duo. Stone Cold nonostante lo svantaggio riesce a vincere e schiena Ric Flair dopo una Stunner in 15 minuti e 34 secondi. Lo trovo un match privo di interesse, che porta avanti una storia troppo incasinata da seguire, dove non pare esserci un senso logico.

 

Kurt Angle vs. Edge [Hair Vs. Hair Match]

Voto: 8+/10. Un ottimo match fra due lottatori che hanno sfornato molte sfide di alto livello a Smackdown, pur rimanendo lontani dalle cinture per mesi. La parte migliore è che Edge viene considerato al livello dell’eroe olimpico durante la rivalità e non è il classico avversario dal risultato facile. Infatti il match è buono, credo che chiunque abbia mai visto Angle dal 2002 in poi sappia il risultato. Edge lo sconfigge con un Roll-up dopo 15 minuti e 28 secondi dove succede di tutto, compreso l’arbitro che cade e diversi momenti dove il risultato pare incerto.

Post-match Kurt Angle riesce a salvarsi dal taglio dei capelli, ma non pare ancora finita.

 

Triple H vs. Chris Jericho [Hell In A Cell Match]

Voto: 7.5/10. La rivalità iniziata dopo la Royal Rumble prosegue in questa sfida nella gabbia. Bisogna dare credito a Chris Jericho di essere stato un avversario formidabile per HHH in un periodo dove il pubblico seguiva altre storie, trascurando quella nonostante la buona qualità. Ci sono un po’ tutti gli spot tipici della storia degli Hell in a Cell e secondo me funzionano bene. Lo spot sui tavoli all’esterno, la fase in cima alla gabbia, con il Pedigree finale di HHH che lo porta alla vittoria dopo 24 minuti e 59 secondi. Ho sentito spesso pareri discordanti su questa sfida, a mio parere di qualità più che buona, con un’ottima performance di entrambi i lottatori. La fase migliore vede Jericho attaccare l’arbitro a terra per sfogarsi su di lui.

 

WWE World Tag Team Titles: Billy & Chuck (c) vs. Rico & Rikishi

Senza voto. Il partner a sorpresa di Rikishi è Rico, il manager di Billy e Chuck. Quindi è un chiaro 3 contro 1, ma non è un grande problema per il samoano, che sfrutta un calcio sbagliato di Rico per schienare Chuck in 4 minuti. Un altro segmento difficile da definire un match completo, che porta a un cambio di titoli, Rikishi se ne va da campione di coppia facendo tutto da solo.

 

Dopo un lungo inseguimento, Edge raggiunge Kurt Angle, i due si affrontano ancora nel backstage e sulla rampa e stavolta l’eroe olimpico perde i capelli mentre cerca di essere lui a tagliarli al rivale. Ironico pensare che ci vorranno circa altri 15 anni per rivedere Angle con i capelli.

 

WWE Undisputed World Heavyweight Title: Hulk Hogan (c) vs. The Undertaker

Voto: 4.5/10. La sfida fra Hulk Hogan e Undertaker è praticamente naturale, i due non si affrontavano dall’inizio degli anni ’90 e Undertaker nel tempo è diventato una leggenda, oltre ad aver vinto il suo primo titolo mondiale proprio contro l’Hulkster. Purtroppo il match è un altro abominio come pieno di noia come quello fra Hogan e Triple H del mese precedente, per fortuna dura poco, ma sembra durare il doppio. Solite pose per tutta la sfida di Hogan, Undertaker spietato e malvagio, Vince McMahon interviene a distrarre il campione, Taker usa la sedia per colpirlo alla testa e così schiena Hogan dopo 11 minuti e 20 secondi grazie all’aiuto del gestore di Smackdown. Il regno di Hogan è finito quasi subito e Undertaker è campione mondiale per la quarta volta in carriera.

Pensavate che fosse finita? Undertaker usa la sedia per infliggere altri danni a Hulk Hogan, lasciandolo KO sul ring.

 

Voto finale: 6.5/10, in un periodo dove il main event sembra costantemente deludere le aspettative, con Hulk Hogan e Undertaker fuori forma, mentre Steve Austin sta nel mezzo della card demotivato, il 2002 pare avere una crisi, e tutto sommato l’ha davvero. La fine dell’era Attitude che ormai non può più essere la stessa di prima, l’inizio della Ruthless Aggression che qui è presente solo come potenziale inespresso. Una transizione che ha colpito duramente Backlash ma che con Judgment Day è meno severa. Kurt Angle contro Edge e Triple H contro Chris Jericho sono due sfide da vedere, che rialzano la qualità di uno show generalmente sottotono, più vicino all’offrire segmenti che sfide durature. L’opener fra Eddie Guerrero e Rob Van Dam è sempre un classico piacevole, nulla di nuovo fra loro ma è piacevole vedere Eddie comportarsi in modo sleale ancora senza strappare risate al pubblico, pienamente dalla parte di RVD. Brock Lesnar continua a sembrare il miglior talento arrivato dal nulla (e probabilmente lo è stato davvero), Steve Austin contro Ric Flair è una rivalità che pare non funzionare bene. I fan volevano tifare il Nature Boy, ma è chiaro che qui sono dalla parte di Stone Cold. Il New World Order del 2002 post-Wrestlemania? Un disastro! Il main event è l’unica sfida veramente pessima, che raggiunge livelli quasi ridicoli di “già visto” e prevedibilità inaccettabile, per quanto il risultato finale sia comunque inatteso, con il drastico passaggio di titolo. Non male, ma non è nemmeno uno show buono, c’è da dire che tutto sommato lo ritengo più che valido nel quadro generale e ha un suo valore storico per ciò che rappresenta durante una lunga transizione fra epoche della WWE e del Wrestling in generale.

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