Recensione WWE Hell in a Cell 2020
25 ottobre 2020 da Orlando
(Florida)
Durata show: 2 ore e 58 minuti
Ci avviciniamo
alla fine dell’anno e c’è stato da poco il Draft che ha diviso nuovamente i
roster di Raw e Smackdown, facendo pochissimi cambi rispetto a prima. È un
periodo dove sto seguendo diversi show di Wrestling che volevo recuperare,
perciò arriveranno molte più recensioni, perciò tenete d’occhio il sito.
WWE Universal Title: Roman Reigns
(w/Paul Heyman) (c) vs. Jey Uso [I Quit Hell In A Cell Match]
Voto: 8/10. La
prima ora di show se ne va per questo match, fra una lunga introduzione e un
lungo epilogo. Roman Reigns colpisce duramente Jey Uso, domina ma alla fine
evita di annientarlo. Arriva anche Jason Uso a cercare di fermare Roman, lui
appare conflittuale ma aggredisce lui e così Jey Uso si arrende dopo 29 minuti
e 6 secondi che sembrano durare molto di più. C’è molta psicologia ma allo
stesso tempo i tempi si dilatano troppo, talvolta ci si dimentica di essere in un
match di Wrestling. Rimane comunque una sfida dall’alto impatto emotivo e Roman
che decide di diventare una macchina di distruzione pare una scelta chiara da
cui non si può tornare indietro.
Jeff Hardy vs. Elias
Voto: 5/10. Purtroppo è un match
insipido. Viene fatto passare per una grande novità e una sfida inedita ma dura
poco e si conclude pure male, con Hardy che si fa squalificare dopo 7 minuti e
49 secondi per aver spaccato la chitarra addosso a Elias. Wow, non si era mai
vista la chitarra usata contro di lui! (Sono ironico, ovviamente). Deludente e mediocre.
The Miz (w/John Morrison) vs. Otis
(w/Tucker) [Money In The Bank Contract Match]
Voto: 6/10.
Strana sfida in cui la valigia di MITB è in palio. Ho subito pensato che c’è
una sola ragione per cui metterla in palio, farla passare a un wrestler più
indicato per il main event. Il problema è che si arriva qui dopo mesi dove
hanno provato a convincere tutti che Otis avesse senso come futuro campione.
Invece qui c’è il tradimento di Tucker, che stordisce Otis con la valigia e
permette a The Miz di schienarlo dopo 7 minuti e 28 secondi. The Miz avrà così
una chance titolata. Brutta storia per un match veloce e sufficiente.
WWE SmackDown Women's Title: Bayley
(c) vs. Sasha Banks [Hell In A Cell Match]
Voto: 9/10. La
sfida migliore di questo evento è l’Hell in a Cell femminile. C’è dietro una
lunghissima storia di amicizia e rivalità, culminata in un periodo dell’anno
inatteso. Mi aspettavo un confronto fra loro per Wrestlemania invece è arrivato
molto più tardi. Le due lottatrici danno spettacolo e sono bravissime, non si
risparmiano alcun colpo. Sasha Banks usa una sedia per sottomettere Bayley dopo
26 minuti e 29 secondi, arrivando a conquistare la cintura di Smackdown. Sono
soddisfatto perché ha superato le mie aspettative ed è un grande match.
WWE United States Title: Bobby
Lashley (c) vs. Slapjack
Senza voto.
Slapjack non è all’altezza di Lashley anche se è diverso da uno squash. Il
campione americano ha dei momenti di difficoltà contro il membro dei
Retribution ma alla fine riesce a ottenere la vittoria in soli 3 minuti e 51
secondi. Il Retribution cerca di attaccare Lashley ma i suoi compagni lo
respingono. Nulla di speciale, brevissima difesa.
WWE Title:
Drew McIntyre (c) vs. Randy Orton [Hell In A Cell Match]
Voto: 7.5/10.
Il match ha all’interno una fra le parti che preferisco di più negli Hell in a Cell,
il combattimento sul tetto della gabbia. Orton riesce a far volare McIntyre giù
dalla gabbia ma non dalla cima, finisce per cadere su un tavolo. Questo gli
permette di avere vita facile nel finale e schiena il campione dopo 30 minuti e
33 secondi, arrivando a conquistare ancora una volta il titolo WWE. Un ottimo
finale per il problematico regno titolato di McIntyre in un anno quasi
totalmente virtualizzato dall’assenza di pubblico reale nelle arene.
Voto
finale: 7/10, tre Hell in a Cell match ben riusciti danno il nome
perfetto all’evento. Questo è uno show che può chiamarsi Hell in a Cell e garantire
ciò che ha promesso. Sasha Banks contro Bayley è la sfida migliore, convincente
e con momenti epici e una conclusione che non lascia dubbi. Roman Reigns contro
Jey Uso è una sfida diversa, molto emotiva con meno Wrestling lottato e più
fasi psicologiche, una sottomissione nella mente e non nel fisico. Il main
event è più tradizionale e sembra ricordare alcuni fra i famosi match nella
gabbia che hanno fatto la storia degli Hell in a Cell, ma mantiene dei difetti
che lo rendono probabilmente il meno buono fra i tre, pur sempre di ottima
qualità. Il resto dello show è mediocre, o addirittura insufficiente. Se si
considerano solo i tre match nella gabbia la valutazione sarebbe decisamente
più alta, sono le sfide che raccomando di vedere, il resto è veramente piatto fra
conclusioni brutte come la squalifica di Jeff Hardy e il tradimento di Tucker
verso Otis, che penso sia di scarso interesse.
Nessun commento:
Posta un commento